


















Di bellezza selvaggia e concreta, ma sfuggente… Le ninfee tropicali hanno rubato tutti i colori dell’arcobaleno e senza ritegno ne danno sfoggio. Tutte le tonalità del blu e del viola come stille di stupore sorgono dall’acqua richiamate dai raggi del sole. Rosa, rosso, giallo e passando dal verde, persino il bianco ha un fascino speciale. Fiori che rapiscono lo sguardo fino a rendere difficile distoglierlo. Emozione irrinunciabile che coglie sempre di sorpresa.
Cittadine del mondo
Le oltre quaranta specie di ninfee tropicali classificate finora sono cittadine del mondo. Tutte le zone del globo a clima tropicale e subtropicale sono costellate di specie. Unica eccezione la Nymphaea lotus f. thermalis originaria delle zone termali dell’Ungheria e della Romania.
Tra tutte, solamente cinque specie si adattano bene alla coltivazione nel giardino d’acqua e da queste sono stati creati gli splendidi ibridi che si trovano in commercio.
Le ninfee tropicali si possono distinguere in due significativi gruppi:
- a fioritura diurna – i fiori si aprono di mattina e si chiudono verso sera
- a fioritura notturna – i fiori si aprono dopo il tramonto e si chiudono al sorgere del sole.
Un’altra caratteristica distintiva di alcune specie e varietà tropicali è l’essere vivipare dalle foglie: al centro delle foglie che si degradando si formano nuove piante identiche alla pianta madre.
Ma ciò che distingue marcatamente le ninfee tropicali dalle rustiche, oltre al colore, è la straordinaria rifiorenza che si protrae fino al tardo autunno; il profumo spesso intenso; e il vezzo un po’ sfrontato, ma di grande eleganza di elevare i fiori anche a 30 cm sulla superficie dell’acqua. Senza dimenticare la dimensione dei fiori che a volte non sembrano veri per quanto sono esagerati.
Alla famiglia delle Nymphaeaceae appartengono anche le cosiddette “giganti tropicali”: Victoria amazonica, e Victoria cruziana non facilissime da gestire in giardino, richiedono una particolare predisposizione alla sfida; ed Euryale ferox, che nonostante “ferox”, si adatta ai nostri climi e si può coltivare senza grandi difficoltà come annuale.
Coltivazione
Una volta superata la sindrome da diffidenza per le piante tropicali, si procede agevolmente e la coltivazione di queste ninfee per certi aspetti risulta anche più semplice rispetto a quella delle ninfee rustiche.
Nel clima italiano però, dal nord fino al centro della penisola queste ninfee hanno bisogno di riparo invernale. A sud e nelle isole vivono all’aperto.
L’elemento essenziale è il sole. E l’accorgimento più importante nelle zone in cui necessitano di riparo è non aver fretta di portarle all’esterno in primavera. Bisogna attendere che la temperatura dell’acqua si sia stabilizzata intorno ai 25 °C. Se una volta portate all’esterno la temperatura rinfresca in modo significativo, tendono a tornare a riposo con una conseguente ripresa vegetativa molto lenta.
Meglio attendere una settimana in più anziché una in meno, hanno infatti una strabiliante velocità nell’accrescimento, recuperano senza esitazione il tempo perduto. È consigliabile portarle all’esterno alla fine di maggio.
Vaso. Essendo l’apparato radicale tuberoso, il contenitore può essere di qualsiasi forma. Ideali sono le comuni ciotole in plastica con diametro a partire da 25 cm.
Substrato. È semplice terra di campo.
Concimazione. Si effettua al momento della messa a dimora in primavera; non è necessario ripeterla nella stagione. Si usa del concime granulare a lenta cessione con un buon titolo in potassio. Si inserisce sempre con attenzione nella terra per evitare di disperderlo nell’acqua.
Profondità. Le ninfee tropicali vanno collocate a profondità minima: 30 cm. Lo strato superficiale dell’acqua è infatti soggetto a maggiore riscaldamento, si crea in questa posizione l’ambiente ideale per lo sviluppo delle piante.
Esposizione. Assolutamente pieno sole.
Moltiplicazione. Si effettua in primavera al momento della messa a dimora. Si staccano i tuberi secondari dai tuberi principali e si mettono in vaso separatamente.
Potatura. Anche le ninfee tropicali, come le rustiche, tendono ad una sovrabbondante produzione di foglie e si possono potare per stimolare una maggiore fioritura.
Riparo invernale. È indispensabile nelle regioni in cui l’acqua gela. Si lasciano all’aperto fino a metà ottobre, in modo che possano sentire l’arrivo del freddo e producano il tubero. Nella seconda metà di ottobre si riparano le ninfee in serra dove la temperatura dell’acqua non scenda sotto i 15°C. In mancanza di serra, si estrae il tubero dal vaso, si libera da foglie e radici e si colloca in torba umida in un vaso a chiusura ermetica. Si pone in ambiente fresco (12 – 13°C) e buio per tutto l’inverno.
Si sta sperimentando un metodo di conservazione invernale dei tuberi più semplice di quelli esposti, efficace e assolutamente alla portata di tutti.
Nymphaea ‘Tina’
Creata nel 1974 presso i Van Ness Water Gardens è una delle ninfee tropicali più diffuse ed apprezzate. Varietà a fioritura diurna, piacevolmente profumata. Vivipara in modo incontenibile: tutte le sue foglie indistintamente producono nuove piante. Si esprime in un’abbondantissima fioritura blu/viola. Il fiore a forma di coppa raggiunge la dimensione di 15 cm. È una pianta di medie dimensioni, occupa uno spazio di 1,5 metri sulla superficie dell’acqua. Si colloca alla profondità di 30 cm.
Nymphaea lotus
Specie tropicale, originaria dell’Africa Centrale e Occidentale, Egitto, Madagascar e zone termali dell’Ungheria e della Romania.
Specie a fioritura notturna; il fiore in piena estate si apre al tramonto e si chiude all’alba, in autunno rimane aperto anche fino a mezzogiorno. Ogni fiore si apre per quattro notti consecutive, di colore bianco puro, dimensione 25 cm, porta 20 petali, emerge dall’acqua per 20 cm.
Le foglie: diametro 40 cm; margine dentato; di colore rossastro quelle giovani, poi verdi. Sulla superficie dell’acqua, la pianta copre un’area di 1,5 – 2 m.
Si coltiva in pieno sole alla profondità di 30 – 40 cm.
Contrariamente a quanto potrebbe suggerire il nome, Nymphaea lotus non è un fior di loto, ma una splendida e raffinatissima ninfea.
Euryale ferox
E’ una specie originaria dell’Est Africa, Sud-Est Asia e Cina; appartiene al genere Euryale di cui fa parte un’unica specie, Euryale ferox appunto.
E’ una pianta tropicale, perenne nei luoghi d’origine, nei nostri climi è coltivata come annuale.
Richiede una profondità dell’acqua minima: 20 – 30 cm.
Esposizione: pieno sole. Tollera l’ombra parziale, ma in quest’ultima posizione tende a fiorire meno.
Più alte saranno le temperature estive, maggiore sarà lo sviluppo della pianta.
“Ferox” non solo di nome: le foglie in entrambe le pagine, gli steli di foglie e fiori e la parte esterna dei sepali sono interamente ricoperti di spine acuminate; produce foglie enormi che raggiungono 1,5 m di diametro. Lo spazio che occupa una Euryale ferox adulta è di circa 4 x 4 m.
Porta fiori ermafroditi di colore viola che si aprono appena sotto la superficie dell’acqua, produce una grande quantità di semi simili a piccole fragole che galleggiano sull’acqua per qualche giorno, poi scendono sul fondo.
Se lasciata libera di disseminarsi, è una pianta che tende a diventare infestante; per uno sviluppo armonioso, è bene diradare le piantine lasciando lo spazio adeguato tra l’una e l’altra.
La presenza di una fitta trama di alghe o di piante ossigenanti a fondo laghetto può rappresentare impedimento allo sviluppo delle nuove piante e può causarne la scomparsa, proprio perché impediscono alle giovani piante di raggiungere la superficie con le foglie.
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