Succulente: Aloe ornamentali

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L’aloe è una pianta nota fin dall’antichità per le sue virtù terapeutiche. Lo testimonia una tavoletta sumera vecchia di quattromila anni scoperta nei pressi di Bagdad. Altre conferme si trovano nel famoso papiro di Ebres, una sorta di trattato medico risalente all’antico Egitto, dove sono descritti gli usi farmaceutici e le erbe medicinali utilizzate in quell’epoca. Per gli antichi egizi l’aloe era “la pianta dell’immortalità” e veniva posta all’ingresso delle piramidi per indicare ai faraoni la strada verso la terra dei morti. Il succo, poi, aveva anche un grande potere magico: oltre che possedere proprietà curative e cosmetiche, era un ingrediente essenziale delle pozioni usate nei riti dedicati a Râ e, mescolato ad altre essenze, veniva utilizzato addirittura nel processo di mummificazione. Sono state trovate tracce di quest’unguento nel corpo di Ramses II e d’altre mummie.

Oggi sono riconosciute all’aloe molte proprietà curative, soprattutto in campo dermatologico. Il succo delle foglie debitamente trattato e stabilizzato è usato nella cura delle ustioni, delle escoriazioni, e com’emolliente. La specie da sempre più conosciuta anche nel nostro paese è Aloe vera, una pianta coltivata largamente in molti paesi delle regioni tropicali e subtropicali, soprattutto per il suo impiego nell’industria cosmetica. Un’altra varietà usata a scopo medicinale è anche Aloe ferox che, soprattutto in Sudafrica, viene coltivata su larga scala e commercializzata con il nome di “Aloe del Capo”. Il gel, ottenuto facendo bollire la linfa delle foglie appena tagliate, è esportato in tutto il mondo per la produzione d’unguenti contro le ustioni e le scottature.

È interessante ricordare che anche in Italia, in quest’ultimi anni, sono comparsi numerosi vivai che producono piante d’aloe destinate ad un uso curativo. Ciò è avvenuto in seguito alla grande popolarità che questa pianta ha acquisito dopo la pubblicazione dell’ormai celebre libro di Padre Romano Zago, nel quale, il religioso brasiliano, ipotizza un efficace impiego dell’aloe nella cura dei tumori.

Aloe vera è la specie da sempre più conosciuta e viene usata a scopo terapeutico fin dall’antichità. Secondo la leggenda sarebbe stato Alessandro Magno ad introdurla in occidente dall’Isola di Socotra. Il fusto è quasi nullo e i fiori sono di colore giallo riuniti in dense pannocchie. Le foglie sono succulente e turgide, ma mai coriaceae, spesso sono cosparse di spine al margine, tendono ad arrossare se le piante sono coltivate su suoli poveri o in condizioni di aridità.

Aloe ferox è una pianta di grandi dimensioni, con fusto ramificato e grosse foglie carnose, armate spesso di micidiali spine sui margini e sul dorso.

Oltre che utili gli aloe sono anche piante di grande valore decorativo, hanno un portamento molto elegante e possono fare bella figura sia in giardino sia in casa. Generalmente hanno un fusto eretto, talora nullo o ramificato, all’apice del quale si sviluppa un caratteristico e vistoso ciuffo di foglie carnose, più o meno dentate o a margine spinoso, al centro delle quali si innalza lo scapo fiorale.

Secondo la cronaca ufficiale gli aloe avrebbero raggiunto l’Europa come piante ornamentali attorno al 1695, i primi sarebbero stati Aloe arborescens e Aloe maculata provenienti dal giardino della Dutch East India Company di Città del Capo. Ma molto probabilmente, qualche anno prima, era già arrivato anche Aloe soccotrina, segnalato in fiore ad Amsterdan nel 1689 e, come racconta il medico senese Pier Andrea Mattioli, fin dal XVI secolo diverse specie erano coltivate sui balconi e alle finestre in varie città italiane. La maggior parte, tuttavia, ha raggiunto il nostro continente verso la fine del XIX secolo ed il numero è aumentato di pari passo con il procedere dell’esplorazione del territorio africano. Si tratta, infatti, di piante originarie delle regioni tropicali e meridionali di questo continente, del Madagascar, della Penisola Arabica e diverse isole che circondano l’Africa dalle Seychelles a Capo Verde. Molte, circa centoventi, provengono dalle zone calde e aride del Sudafrica.

Aloe arborescens nel nostro paese, generalmente, è coltivata a scopo medicinale perché, rispetto ad altre varietà, si adatta meglio al clima mediterraneo e nello stesso tempo è in grado di fornire una più alta concentrazione di principio attivo.

Aloe soccotrina è una delle prime specie ad essere stata introdotta in Europa per scopi ornamentali. A dispetto del nome che porta è originaria del Sudafrica e non ha niente a che vedere con l’Isola di Socotra.

Le più belle

La più spettacolare tra le varietà da giardino è Aloe × principis, una pianta bellissima con il fusto eretto, ramificato e le infiorescenze bicolori. Si tratta di un ibrido tra Aloe arborescens ed Aloe ferox che, come i suoi genitori, anch’essi ottimi soggetti da esterno, può raggiungere grandi dimensioni se coltivato in piena terra. In condizioni ottimali, nel meridione e lungo il litorale fino alla riviera ligure, è in grado di superare anche i due metri di altezza, con le foglie maggiori lunghe fino ad un metro. Altrettanto bella e appariscente è anche Aloe spectabilis, come pure l’affine Aloe marlothii, che allo stesso modo delle specie precedenti possiede un fusto eretto, molto robusto, sormontato da un gran ciuffo di foglie carnose ma si differenza per l’infiorescenza ampia a candelabro con rami disposi quasi in orizzontale. In natura, nelle zone montane del Sudafrica, questa varietà a stelo unico può arrivare a misurare anche sei metri di altezza.

Aloe ×principis è una pianta molto variabile, spesso robusta. I fiori hanno una colorazione molto variabile e possono risultare anche bicolori.

Aloe spectabilis come altri aloe ha un portamento elegante e molto decorativo.

Aloe marlothii è una delle specie più belle, ha stelo unico e grandi infiorescenze a candelabro, generalmente sono disposte in orizzontale. Ha un fusto eretto, all’apice del quale si sviluppa un vistoso ciuffo di foglie carnose e più o meno dentate, al centro delle quali si innalza lo scapo fiorale.

In giardino

Molto decorativi in giardino sono poi gli aloe a fusto ridotto o quasi nullo, molto adatti per ornare un giardino roccioso oppure per formare delle composizioni insieme con altre succulente. Una dei più conosciuti è Aloe saponaria, con rosette di foglie lunghe venti centimetri o poco più, generalmente appressate al terreno, fornite di spine ai bordi e ornate tipicamente da macchie bianche sulla superficie. Simili a questa varietà sono pure Aloe pirottae, Aloe burgersfortensis e la più nota Aloe striata che ha foglie lanceolate lunghe fino a quarantacinque centimetri, inermi, pruinose sulla superficie e circondate da una caratteristica bordatura di colore bianco.

Aloe saponaria è una delle più note specie da giardino, ha fusto quasi nullo e una caratteristica rosetta di foglie maculate.

Aloe pirottae è una tra le numerose specie a fusto quasi nullo e foglie riunite in una rosetta appressata al terreno. Le foglie di sono ornate da macchie o fregi. I fiori hanno sepali concresciuti in un tubo allungato e stretto, pendulo, che avvolge i sei stami e l’unico pistillo.

Aloe burgersfortensis è una tra le numerose specie a fusto quasi nullo e foglie riunite in una rosetta appressata al terreno.

Per un impiego in giardino risultano interessanti anche Aloe distans e Aloe mitriformis, che possiedono un fusto vagamente strisciante, e ancor di più Aloe ciliaris che invece è un rampicante vero e proprio, con le foglie ripiegate verso il basso ed il fusto lungo e ramificato che in natura misura fino a cinque metri di lunghezza. Tutte queste specie possono essere utilizzate come ricadenti per ornare muri e scarpate rocciose ben esposte.

Coltivazione

Le aloe sono soggetti facili da coltivare e non molto esigenti, soprattutto nel meridione del nostro paese dove certe specie, al pari di altre succulente, possono vivere anche all’aperto. Sono comunque piante che temono il freddo, generalmente soffrono già a temperature inferiori ai 5-7 °C e non tollerano assolutamente le gelate. Richiedono terreni sciolti e ben drenati che mantengono le radici asciutte, non temono l’aridità ma amano essere annaffiate abbondantemente nel periodo vegetativo, dalla primavera all’autunno, mentre in inverno è più conveniente sospendere del tutto le bagnature per spingere la pianta a ridurre al minimo le attività vitali e così affrontare al meglio la stagione fredda.

Aloe striata ha una rosetta di grandi foglie inermi appressate al terreno ed un’ampia infiorescenza ramificata.

Aloe mitriformis ha fusto allungato e più o meno strisciante al suolo.

Aloe ciliaris è una rampicante, adatta per ricoprire muri e scarpate.

In vaso

Spesso le piante di aloe, anche quelle di taglia più grande, sono allevate in contenitori perché temono il freddo e quindi, in inverno, è necessario ricoverali in una posizione riparata. Alcune specie tuttavia risultano particolarmente adatte alla coltivazione in vaso e tra queste una delle più appropriate è Aloe aristata, una modesta pianta cespitosa con foglie non più lunghe di dieci centimetri, che ha la tendenza a formare folti gruppi. Un’altra è anche Aloe plicatilis, una varietà arborea alta fino a cinque metri che si caratterizza per la forma un po’ esotica, con una ramificazione dicotomica e le foglie opposte, ideale per essere associata a contenitori dall’aspetto inusuale.

Aloe aristata è specie cespitosa che forma densi gruppi di piante. Sopporta bene il freddo.

Aloe plicatilis ha un aspetto insolito e regolare, si adatta con facilità alla coltivazione in vaso.

 

In appartamento

Indicate per la coltivazione in interni sono, invece, due piccole specie originarie del Madagascar: Aloe rauhii ed Aloe haworthioides e, soprattutto, la sudafricana Aloe variegata. Quest’ultima in particolare è una pianta dall’aspetto molto elegante e composto, che si sposa molto bene con l’arredamento, ha foglie erette con sezione a V, rigide e triangolari, di colore verde scuro ornate da bande trasversali più chiare.

Molti sarebbero gli aloe adatti ad un uso ornamentale ma tanti non sono reperibili in commercio, la maggior parte possono essere ammirati solo negli orti botanici ed alcuni, come Aloe peglerae, sono estremamente rari anche in natura, tanto da rischiare l’estinzione.

Aloe rahuii è pianta da interno con foglie espanse, lunghe fino a dieci centimetri. Ha la tendenza a formare folti gruppi.

Aloe variegata è originaria del Sudafrica dove risulta molto diffusa e popolare, anche nei giardini. In afrikaans il suo nome è Kanniedood.

Aloe peglerae è specie rarissima conosciuta alla stato spontaneo solo in poche località del Sudafrica. Le sue foglie come quelle di molte specie, tendono ad arrossire se coltivate su suoli poveri o in condizioni di aridità.

Aloe ×principis è una delle varietà più spettacolari, se coltivata in piena terra può superare anche i due metri di altezza.

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