




Wisteria frutescens e altre specie
Osservando la fioritura a maggio inoltrato fino a giugno, ma anche in estate ammirando il fogliame morbido e il portamento un po’ ricadente, di un esemplare di Wisteria frutescens, piantato alcuni anni fa in vivaio e fatto abbarbicare su un ciliegio selvatico, mi è capitato in più di un’occasione di valutare e sottolineare la diversità del glicine americano dal glicine cinese, più conosciuto e ammirato. Personalmente, proprio in questa diversità, trovo gli spunti per consigliare a chi ne acquista una pianta di non paragonarlo al noto cugino orientale, ma di considerarlo e apprezzarlo per le sue peculiarità e caratteristiche.
Proveniente dalla Carolina, arrivò in Europa nel 1724, prima delle specie cinesi e giapponesi, fu chiamato inizialmente da Linneo nel suo Species Plantarum con il nome di Glycine frutescens e fu poi denominato volgarmente ‘rognone della Carolina’, o ‘fagiolo’.
Morfologia
Wisteria frutescens si presenta come un rampicante vigoroso e leggero che può arrivare a 10 metri di sviluppo, possiede 11-15 foglioline glabre sulla pagina superiore e leggermente pelose su quella inferiore. Le gemme fiorali posizionate sugli apici dei getti che si formano nella stessa primavera, si aprono da fine maggio sino a luglio. L’infiorescenza blu-violetto, lunga 15-20 cm e leggermente profumata, spunta dal fogliame ed è caratterizzata da una fitta peluria bianco-celeste che la rende soffice al tatto e alla vista; i fiori singoli sono ornati sul vessillo da una macchia gialla ben evidente e sono uniti ad un rachide verde e pubescente. Il legume glabro è lungo circa 10 cm.
Più vigoroso del glicine cinese è anche apprezzabile per la morbidezza del portamento
Tecniche colturali
Facile coltivazione
Terreno. Tollera la maggior parte dei substrati purché siano ben drenati
Esposizione. L’esposizione migliore è quella soleggiata, ma bastano anche 3- 4 ore giornaliere perché cresca vigoroso e fiorisca generosamente.
Potatura. La potatura differisce completamente da quella del ‘cugino’: è possibile, a fine inverno-inizio primavera ringiovanire o contenere le dimensioni della pianta senza aver paura di ridurne particolarmente la fioritura; i grappoli di fiori infatti scaturiscono dai nuovi getti formatosi nella stagione vegetativa in corso.
Altre specie americane
L’unico ibrido di origine orticola che si conosca fra i glicini è W. frutescens ‘Amethyst fall’ dalle dimensioni particolarmente contenute ( 6-7 metri) e dal grappolo dei fiori corto e compatto; il colore è blu-ametista e presenta una notevole rifiorenza in autunno. Questa varietà è la più consigliata e la più adattabile per la coltivazione in vaso.
Oltre a questa è da considerare Wisteria macrostachya inizialmente descritta come una varietà, ma poi diventata specie a sé per piccole differenze botaniche: da apprezzare la cultivar ‘Clara Mack’ che produce grappoli di 25 cm, con fiori bianchi e particolarmente fiorifera e ‘Blue Saphire’ dal colore blu-celeste.
Fioritura delicata, fogliame morbido e leggero
Inoltrandosi in considerazioni progettuali rispetto l’utilizzo migliore di queste specie di glicini è necessario, riprendendo la premessa iniziale, prendere atto non solo della minor vigoria rispetto al glicine “classico” ma anche della maggior flessibilità dei rami e la morbidezza del portamento: adatto quindi a far crescere su alberi o sopra pergolati, ma anche in spazi più ridotti come archi e ringhiere.
Vivai Fabio Giani
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