Uno strano modo di stare in piedi

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Il portamento rampicante, adottato da molte piante, è certamente un adattamento evolutivo loro utile a raggiungere particolari vantaggi rispetto ad altre che hanno invece un portamento diverso: gli alberi, i  cespugli, le erbe, ecc.

I rampicanti riescono a crescere in altezza ed in larghezza con il minimo dispendio di energia e di massa poiché si fanno sostenere da altre piante o da strutture adatte. Arrivano così più lontano e con maggiore rapidità per sfruttare al meglio la luce disponibile. Grazie alle loro caratteristiche superano  tutti gli ostacoli che trovano sul loro cammino. Si direbbe che siano ‘piante liquide’ tanto sanno prendere la forma e la struttura dei loro sostegni.

Se avete avuto modo di visitare uno di quei paesi che accoglie antiche foreste tropicali, in cui vi siate un poco addentrati, avrete notato che non è la cima degli alberi che tocca il cielo, ma la chioma delle liane  rampicanti che su quegli alberi sono saliti.  Attraverso questa ingegnosa via ‘rubano’  il massimo della luminosità disponibile.

Inoltre,  proprio tra i rampicanti  vi sono le  fioriture più belle, più vistose e più profumate, quasi che l’energia risparmiata nel sostenersi venga utilizzata per produrre fiori appariscenti e di grande valore estetico.

 

Le invenzioni per aggrapparsi

Tutte le piante che genericamente definiamo rampicanti si sono dotate di strutture ingegnose per potersi  fissare ai sostegni. Anche i movimenti che esse compiono nel crescere sono funzionali alla ricerca  di appigli grazie ai quali sorreggersi.

Ce ne sono  molte dotate di sottili fusti volubili, adatti ad attorcigliarsi con cura meticolosa ai rami di altre piante fino a rivestirli completamente. Dapprima le spire crescono e si allungano con impercettibili movimenti rotatori in tutte le direzioni poi, trovata la presa, chiudono il cerchio. Ma non si accontentano,  perché, compiuta la spirale, si ingrossano fino a segnare e a stringere il sostegno in un abbraccio soffocante, a volte mortale.

Altre specie, ricorrono allo stratagemma di  emettere viticci, semplici o ramificati. Ad essi è riservato il compito di trovare il tutore e di legarsi ad esso.

Tutto può essere utilizzato per fare presa: le Clematis prediligono i lunghi  piccioli delle foglie, che vengono avvolti  attorno a piccoli rami di altre piante; le rose si fissano con spine ricurve verso il basso in modo che i loro tralci non possano scivolare per terra. La Gloriosa rothschildiana, il giglio rampicante, produce un lungo uncino sulla cima delle foglie lanceolate, così da avvolgerlo attorno ad oggetti sufficientemente sottili. Le edere si avvalgono di radici penetranti nelle cortecce degli alberi e nelle fessure dei muri. I Parthenocissus (P. quinquefolia, P. tricuspidata, detti Vite vergine o del Canada, Vite americana) ed altre specie affini hanno viticci ramificati e dotati di potenti dischetti adesivi simili a ventose. Tutti i tipi di strutture prensili sono state inventate e tutte permettono a questa categoria di piante di correre dove vogliono, arrivando sempre per prime.

Il giardino dei rampicanti

Un giardino ricco di rampicanti è certamente vivace, articolato e suggestivo. I rampicanti creano angoli fitti di ombra, spazi fioriti che rimandano frescura e colore. Le recinzioni, i pergolati, i muri sono tutti elementi loro adatti che acquistano vita ed eleganza proprio grazie a queste piante. Tutto ciò che è spoglio, anonimo e freddo può essere rivestito da foglie e da fiori, da movimento e da vita.

Quasi ogni famiglia vegetale contiene al suo interno generi di rampicanti.  Possiamo approfittare perciò di quelli perenni per avere il verde tutto l’anno e sfruttarne le eventuali colorazioni  primaverili od autunnali (Actinidia chinensis e A. kolomikta, Aristolochia macrophylla, Lonicera etrusca, L. caprifolium, L, periclymenum, Parthenocissus sp., Vitis coignetiae, Hydrangea petiolaris, molte specie ed ibridi di Clematis, ecc.). I sempreverdi (Clematis armandii, Hedera sp., Jasminum officinale, Passiflora caerulea, Trachelospermum jasminoides, Rosa banksiae, R. bracteata, ecc), nel clima adatto non perderanno le foglie nemmeno d’inverno,  mantenendo sempre le loro cortine verdi a separare confini. I rampicanti annuali (Thunbergia alata, Cobaea scandens, Eccremocarpus scaber, Lablab purpureus, Lathyrus odoratus, Maurandia barclaiana, Quamoclit sp., ecc.), meno impegnativi, ci consentiranno di rivedere di anno in anno lo stile del nostro giardino. I rampicanti a foglia caduca  ci daranno l’ombra che serve d’estate, senza sottrarci luce d’inverno.  Vi sono generi che producono frutti o bacche decorative (Actinidia chinensis, Billlardiera longiflora, Celastrus orbiculatus, Lagenaria siceraria, Lablab purpureus, Lardizabala biternata, Stauntonia hexaphylla, Vitis vinifera, ecc.).

Possiamo studiare i tempi della fioritura in modo da averne che si alternino durante tutto l’arco dell’anno, dalla primavera all’autunno e scegliere il rampicante adatto alla struttura che vogliamo rivestire.

Le recinzioni fatte di rete metallica sono quelle più gradite a quei rampicanti dotati di viticci  e di piccioli volubili, per esempio le passiflore,  le numerosissime specie ed  ibridi di Clematis, i piselli odorosi (Lathyrus odoratus), o di fusti leggeri ed avvolgenti, come i profumati gelsomini, le Lonicera, le Ipomea, l’Akebia quinata e A. trifoliata, la Periploca graeca, ecc.

Quando queste strutture sono eseguite con moduli prefabbricati di cemento,  non danno sufficiente appiglio, perciò devono essere completate con dei fili orizzontali o con reticelle zincate. Diversamente bisogna ricorrere ai  rampicanti dai fusti rigidi oppure alle  piante ricadenti: glicini, Rose, Actinidie, Schisandra, ecc.

I muri pieni sono adatti alle piante dotate di radici aeree o di ventose come le Hedera, le Ampelopsis,  i Campsis, i Parthenocissus,  ecc. a meno che non vengano attrezzati con fili tesi o con i classici graticci romboidali.

I rampicanti si sposano  in modo funzionale ai gazebo, ai bersò e alle pergole, a creare ambienti verdi, stanze di ombra fresca dalle pareti di foglie e di fiori, impenetrabili al sole cocente. Chi vuole, potrà utilizzare quelli da frutto, come le actinidie, che daranno anche un abbondante raccolto nel tardo autunno.

Se invece vogliamo che il nostro giardino sembri una foresta naturale, approfitteremo degli alberi stessi in funzione di sostegni, imitando proprio quello che avviene in natura.

Anche i piccoli balconi possono ospitare rampicanti in vaso da far correre lungo le ringhiere.

 

La casa dei rampicanti

Un numeroso gruppo di rampicanti, delicati,  può essere utilizzato in serra o in appartamento (Cissus discolor, Ficus pumila, Monstera deliciosa, Philodendron sp., ecc.). In questa situazione è ovvio che i sostegni debbano far parte del vaso stesso.  Si possono utilizzare canne di bambù fissate con apposite molle per costruire con esse tralicci delle dimensioni necessarie. Con il tempo e con il nostro aiuto i tralci chiuderanno tutti gli spazi formando una fitta cortina di foglie.

Ogni specie adatta, ogni esemplare  dovrà avere il vaso di dimensioni adeguate ed il proprio tutore particolare, in funzione della caratteristiche della pianta stessa. È sempre opportuno utilizzare vasi di terracotta di forma cilindrica, perché più pesanti e perciò più stabili.

Vi sono piante che richiedono tutori rivestiti di muschio, come  i Filodendro ed i generi affini. Altri si accontentano di una robusta canna posta al centro del vaso a cui vanno legati i fusti in modo che possano poi trattenersi ad essa. Strutture più articolate si possono costruire con semplici canne di bambù e con appositi fermi in filo armonico.

Si utilizzano almeno tre canne verticali ed un buon numero di quelle orizzontali, di lunghezza appropriata.  Queste strutture sono utili per un buon numero di rampicanti da vaso.

Rampicanti insoliti, poco usati, sconosciuti

Oltre a quelli citati, vi sono molti rampicanti pressoché sconosciuti, ma meritevoli  di essere utilizzati. I vivaisti preferiscono offrire in vendita sempre le stesse, ma chi vuole, può cercare e trovare nuove piante ed avrà la soddisfazione di possedere qualcosa di raro.

In giardino vi sono ad esempio molte piante appartenenti al genere Actinidia, quello che produce i frutti chiamai ‘Kiwi’, che hanno foglie ornamentali e frutti commestibili.

Il genere Schisandra, annovera molti rampicanti rustici, adatti ai giardini delle nostre regioni.

Le Aristolochia sono rampicanti da vaso molto insoliti. Ne esistono numerose specie, sono resistenti, facili e stupiscono per i fiori molto particolari. Stauntonia, Lardizabala, Holboellia, Sinofranchetia, sono generi di piante appartenenti alla famiglia delle Lardizabalacee, pressoché sconosciute, dalle fioriture insolite e dai frutti commestibili,  rustiche ed adatte ai giardini del Nord Italia. 

Moltissime sono le specie e gli ibridi di Passiflora che possono essere coltivati sia all’aperto che in casa. Le loro fioriture, i frutti eduli, le foglie colorate sono tutte qualità di pregio che questo genere può esprimere.

Senecio confususBoussingaultia baselloides, Petrea volubilis, Stephania sp., Sollya heterophylla, Solandra grandiflora, le molte Thunbergia,  i Tropaeolum, i Solanum, la Lapageria rosea, la Berberidopsis corallina, la Billardiera longiflora, la Mitraria coccinea, le  bellissime, ma difficili Mutisia ed altre ancora sono denominazioni che sicuramente stimoleranno la curiosità di molti lettori e rappresenteranno valide alternative alle specie più comuni e più facili da trovare.

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