



Vorrei far scoprire agli amanti dei fiori azzurri un vivace e sottile rampicante australiano. I piccoli fiori di forma campanulata brillano come zaffiri in mezzo al fogliame leggero nell’intrico dei tralci. L’effetto a distanza si attenua, perciò la Sollya heterophylla è una pianta che deve essere ammirata da vicino.
Bello è anche il portamento: i suoi tralci serpentini corrono a spirale in ogni direzione, recando sempre boccioli e fiori alle estremità: sono colorati di un marrone lucido, salvo nella zona di crescita dove sono verdi.
Le foglie non soffocano l’insieme: sono piccole lance verdi, leggermente coriacee, strette ed appuntite.
La Sollya non è facile da trovare, ma merita qualche sforzo di ricerca per poterla avere in vaso o in giardino.
Caratteristiche botaniche
La famiglia di appartenenza è quella delle Pittosporaceae. Al genere Sollya, che prende il nome da Richard Solly, fisiologo inglese del sec XIX°, sono ascritte solo due specie. Tutte hanno portamento arbustivo-rampicante, non superano di norma i 2 m di altezza e sono originarie dell’Australia occidentale.
La S. heterophylla ha foglie alterne, lanceolate, strette. Questa forma, modellata dal clima, è peraltro tipica della vegetazione australiana, anche in generi appartenenti a famiglie diverse. Normalmente le foglie sono intere, ma alcune hanno un margine profondamente ondulato. Si definisce proprio col termine botanico “eterofillia” la presenza sullo stesso esemplare di foglie di forma diversa.
I fiori azzurri, con sepali piccoli e cinque petali più grandi e vistosi, sono pendenti e sbocciano su lunghi piccioli ramificati. Si formano così rade infiorescenze composte da 2-3 fiori ciascuna. La fioritura inizia nella tarda primavera e prosegue fino all’autunno.
Il frutto è una bacca oblunga contenente piccoli semi immersi in una polpa appiccicosa.
Esistono cultivar di S. heterophylla che hanno fiori di colore diverso da quello della specie tipica: ‘Alba’, dai fiori bianchi; ‘Pink Charmer’ dai fiori rosa. L’altra specie è la S. drummondii, sinonimo di S. parviflora.
Coltivazione
Questo rampicante non è sufficientemente rustico da sopravvivere con certezza nel clima della pianura padana. Sopporta tuttavia brevi periodi a 0°C. Ciò significa che può essere coltivata in piena terra in tutte le zone litoranee d’Italia e quasi ovunque dalla Toscana in giù.
In vaso è ugualmente decorativa, sebbene occorra darle un portamento più raccolto, specie se vi è carenza di spazio.
Il terriccio ideale in piena terra è quello moderatamente fertile, ricco di humus, umido, ma ben drenato. L’esposizione ideale è da pieno sole fino a mezz’ombra.
In vaso apprezza un substrato a base argillosa con aggiunta di torba e di terriccio di foglie.
Le annaffiature, regolari ed abbondanti durante la bella stagione, devono essere diradate, fino a cessare d’inverno.
La potatura si effettua alla fine dei mesi freddi, al massimo all’inizio della primavera. Si accorciano i rametti laterali a 4 o 5 gemme per produrre tralci fioriferi.
La propagazione per talea si effettua all’inizio dell’estate, utilizzando rametti di legno semimaturo di circa 10 cm di lunghezza.
Il momento migliore per la semina è l’inizio della primavera, mantenendo la composta alla temperatura di circa 15 °C.