




Comunissima in Cina e Giappone, in Italia è apprezzata dagli addetti ai lavori per la facilità di coltivazione, la versatilità climatica e d’esposizione, l’eleganza del fogliame
Appartenente alla famiglia delle Lardizabalaceae, il genere Akebia comprende 4-5 specie di rampicanti volubili sempreverdi o semisempreverdi originari dei margini delle foreste di Cina, Corea e Giappone.
Morfologia
Rampicante dal fusto legnoso a rapido accrescimento può raggiungere i 10-12 m; possiede giovani rami glabri, bruno-violacei, che si attorcigliano ad eventuali supporti presenti; le foglie sono alterne, picciolate e composte da 5 foglioline ovate-oblunghe a margine intero, verde scuro nella pagina superiore, verde glauco inferiormente; la loro disposizione ricorda la forma delle cinque dita della mano. I fiori profumano fortemente di vaniglia, sono di color bruno-purpurei con sfumature viola-cioccolato e disposti su racemi penduli e misti: 5-10 fiori maschili piccoli e dal colore più pallido, 2 fiori femminili decisamente più grandi e appariscenti. Sbocciano a fine inverno-inizio primavera. I frutti eduli sono ovoidali bruno-violacei lunghi 8-12 cm, larghi 4-6 cm; a maturità si aprono mostrando una sorta di lingua di semi ravvicinati e circondati da un arillo gelatinoso. La fruttificazione avviene in presenza di due individui in quanto, i fiori dei due sessi dello stesso racemo, maturando in momenti diversi, non permettono l’impollinazione sulla stessa pianta.
Inutile dire che Akebia quinata meriterebbe maggior diffusione nei nostri giardini insieme alle sue varietà ‘Cream Form’, ‘Alba’, ‘Silver Bells’, differenti solamente per il colore dei fiori; da non sottovalutare il fatto che, in posizione riparate o nelle zone più calde, mantiene il fogliame durante l’inverno.
Coltivazione
Terreno. Predilige terreni freschi, fertili, leggeri e ben drenati, tollera comunque substrati argillosi e non ha particolari esigenze di pH.
Esposuzione. L’esposizione migliore soprattutto al sud Italia è la mezz’ombra ma si sviluppa bene anche al sole maturando, in questo caso e con più facilità, i frutti carnosi.
Potature. Eventuali potature consigliate possono essere di due tipi: durante l’inverno sfoltimento e ripulitura della pianta dall’eccesso dei rami e per contenere la vigoria; subito dopo la fioritura, eliminando dal basso eventuali rami più vecchi e facilitando in questo modo la successiva emissione dal piede di nuovi “getti”; se si desidera rinnovare profondamente una pianta troppo densa e vecchia si opterà per una drastica capitozzatura.
Rusticità. Può sopportare temperature invernali rigide, sino a -15-20°C sotto zero.
Quando mi domandano di Akebia quinata la mia risposta è: “Gran bella pianta!” e infatti, lo è!
In giardino
Il consiglio principale è quello di piantarla in posizioni di passaggio, per esempio su pergole o archi all’entrata delle case, sia per poter ammirare le infiorescenze altrimenti non particolarmente visibili, sia per fruire al meglio dell’intenso profumo emanato dai fiori di marzo; ottimo impiego può essere anche l’utilizzo nelle recinzioni, addossata ad un muro come ornamento o fatta salire su alberi.
Vivai Fabio Giani
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