





Verbena officinale (Verbena officinalis)
In natura, per il suo carattere discreto e poco vistoso, passa spesso inosservata, e pochi la riconoscono fra le piante spontanee, meno ancora quando è coltivata come ornamentale o come pianta officinale.
La verbena officinale, Verbena officinalis, è pianta erbacea perenne, anche molto longeva, che può formare col tempo, e in condizioni ottimali, una base cespitosa di consistenza legnosa, può raggiungere un’altezza massima di 80 cm, anche se come spontanea resta intorno al mezzo metro o anche molto inferiore quando assume un portamento ricadente.
Storia
La verbena officinale, è nota fin dall’antichità come pianta medicamentosa e magica. Solo il vischio presso i Galli era considerato più venerabile, per i Romani la verbena conferiva immortalità ai valorosi, i maghi del Medio Evo la includevano nei loro filtri, i guaritori di tutte le epoche hanno fatto ricorso alle sue virtù blande, ma comprovate.
Foglie
Le foglie sono opposte, di forma ovale e tripennata, con una certa diversità rispetto a quelle della rosetta basale, più grandi ed aperte, e quelle portate sui fusti quadrangolari, più piccole e spesso leggermente arrotolate. Sono di un colore verde scuro deciso, alcune hanno toni ramati, quando la pianta cresce in suoli poveri e aridi si presentano più chiare.
Fiori
Sono di colore fra il rosa ed il lilla, si formano su lunghe spighe terminali piuttosto rade, riunite a loro volta, ma non sempre, in una pannocchia. I fiori della stessa spiga durante l’estate hanno apertura scalare e non necessariamente in ordine gerarchico. La fioritura inizia in estate e si protrae sino all’autunno. Nei periodi più difficili la pianta apre anche un solo fiore per volta lungo ogni spiga, oppure cessa temporaneamente la produzione facendo confondere la verbena con la semplice erba dei campi.
Frutto
Ė un achenio e la radice, ben ancorata nel terreno, è fusiforme.
In giardino
La verbena è pianta rustica, molto resistente alle basse temperature, in grado di sopravvivere ai rigori invernali sepolta sotto la neve, e alle gelate tardive quando il terreno è libero e spesso bagnato. Nei climi freddi la parte area scompare e la pianta riprende a vegetare precocemente, ma con uno sviluppo inizialmente lento e formando solo foglie aderenti al terreno. Per questa caratteristica, è pianta indicata per i giardini di montagna e per quelli frequentati solo nel periodo estivo che in primavera abbisognano di poche cure.
Per la sua struttura leggera ed il delicato tocco di colore, può entrare a far parte di bordure dove predominino piante a foglia larga, o in aiuole di aromatiche, insieme ad erba cipollina, agli da fiore, salvia e rosmarino che ne accompagnino il colore.
Tra i sassi e muretti
Un’ottima collocazione potrebbe essere al piede di muretti in sasso, ai bordi di aiuole realizzati in materiali diversi, lungo il muro esterno di recinzione del giardino troppo spesso spoglio. La verbena officinale è in grado di accontentarsi di poco spazio, e riesce ad infilare le sue radici anche fra il muro verticale ed un’eventuale pavimentazione appoggiata sul terreno.
Nelle case dotate di camminamenti esterni in lastre di sasso con fughe in terra o cortili realizzati con la stessa tecnica può arricchire l’erba che cresce fra un elemento e l’altro, specie nelle zone periferiche dove minore è il calpestio e può levare i suoi steli sottili ed elastici che si muovono ad ogni alito di vento.
La coltivazione
La verbena non presenta difficoltà di coltivazione e la sua grande adattabilità è dimostrata da un’areale di diffusione vastissimo: la si può trovare in tutte le praterie umide di Europa, Africa e Asia occidentale. E’ frequente presso i ruderi, negli incolti, ai bordi dei campi e lungo le strade, dal piano fino al monte.
Terreno: richiede un terreno fresco, di media fertilità, ben drenato.
Irrigazioni: ama frequenti irrigazioni, ma teme i ristagni.
Esposizione: riesce bene solo se esposta in pieno sole, all’ombra, anche solo parziale, le piante già strutturalmente leggere, divengono sparute e la fioritura si riduce drasticamente, o non avviene affatto (si formano le spighe, ma i fiori non si aprono).
Semina: si semina indistintamente in autunno come in primavera.
Concimazioni: una leggera concimazione autunnale e primaverile con prodotti a lenta cessione e/o con aggiunta di terriccio di foglie e torba da mescolare allo strato superficiale del terreno aiutano a mantenere i cespi vigorosi.
Divisione dei cespi: si può praticare in piante vigorose, tenendo una distanza di 60 cm fra un soggetto e l’altro, ma è molto gradevole l’effetto creato da una piccola macchia di soggetti molto ravvicinati che con le foglie basali ricoprono il terreno.