Topinambur

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Topinambur  (Helianthus tuberosus)

Il topinambur, introdotto in Europa, come pianta orticola, poi soppiantato dalla patata, si è presto conquistato uno spazio suo nella flora spontanea. Oggi non è raro trovarne gruppi isolati o estese colonie in luoghi impensati, dagli argini delle strade ai greti del fiume. I primi a riconoscerne il pregio furono gli indiani d’America che lo raccoglievano allo stato spontaneo e lo coltivavano.

Descrizione botanica

Il topinambur, Helianthus tuberosus, o più poeticamente elianto, è pianta perenne rizomatosa molto robusta e dalla grande capacità di diffusione.

Il rizoma è di color nocciola chiaro e nella forma ricorda un vecchio fuso per filare, ingrossato al centro termina a punta.

La parte aerea è composta da ispidi fusti aerei annuali che possono superare i due metri d’altezza.

Le foglie, di grandi dimensioni, sono ovato-lanceolate.

La fioritura inizia a fine estate per protrarsi per buona parte dell’autunno. I fiori sono capolini, grandi margherite del diametro di circa 5 cm di colore giallo dorato.

In giardino

Molto adattabile il topinambur può essere collocato al confine fra orto e giardino come verde cortina fiorita oppure come gruppo in un angolo non frequentato o dove è difficile compiere lavorazioni oppure in un punto fortemente declive che potrebbe restare spoglio o facilmente colonizzabile da piante indesiderate.

Come si coltiva

In commercio esistono ormai diverse varietà di topinambur: Helianthus rigidus ed H. decapetalus che hanno un diverso colore dei fiori tubolari, quelli al centro dell’infiorescenza, bruni il primo e gialli il secondo, H. multiflorus con fiori ligulari doppi, H. giganteus dai grossi rizomi globosi.

Alla fine del mese di marzo interriamo i tuberi a 10 cm di profondità mantenendo una distanza di 30 cm tra uno e l’altro, tanto sulla fila come tra le file. Con queste distanze la vegetazione chiuderà subito gli spazi creando gruppi molto folti. Per coltura orticola le distanze fra le file possono essere portate ad un metro.

Al momento dell’impianto irrighiamo e aiutiamo la pianta durante tutto il periodo vegetativo con interventi di soccorso senza però causare ristagni d’acqua.

La cimatura delle piante, per ridurne lo sviluppo aereo, può essere effettuata prima della fioritura, anche se in questo modo si perderà una parte dei fiori.

Raccolta dei tuberi

La raccolta dei tuberi che sono la parte interessante dal punto di vista alimentare e gastronomico può avvenire prima della fioritura, ma è sicuramente consigliato posticiparla in autunno inoltrato o in inverno quando la parte aerea della pianta è disseccata e non lascia che qualche traccia sul terreno. Ricordiamo i punti di vegetazione ed entriamo in azione. In questo periodo dell’anno tutte le sostanze di riserva sono state accumulate nei tuberi, che ora sono al massimo del loro sviluppo e, al contempo, non abbiamo rinunciato al piacere della fioritura.

Il raccolto se non è di tipo distruttivo, cioè totale in una determinata area con sconvolgimento del terreno, è ben sopportato dalle colonie che, in condizioni favorevoli, producono sempre più di quanto si preleva.

Nelle piante coltivate nell’orto o in giardino il raccolto dei tuberi è il miglior modo per contenere la vegetazione in eccesso.

Composizione dei tuberi

I tuberi del topinambur non contengono glucosio e quindi sono indicati nell’alimentazione dei diabetici. Lo zucchero complesso di accumulo non è amido, ma inulina un polisaccaride, polimero del fruttosio.

Il topinambur in cucina

Sono molti i modi di gustare i topinambur, eccone uno fresco e di poco impegno, abbastanza insolito.

Spazzoliamo e laviamo i tuberi, raschiamo la parte esterna e tagliamo a bastoncini immergendo subito in acqua acidulata con succo di limone per evitare l’imbrunimento. Prepariamo una salsa verde con prezzemolo, che in questa stagione è abbondante nell’orto di tutti, acciughe, capperi, olio di oliva, pepe nero e, alla fine, succo di limone. Mettiamo in tavola così che tutti possano intingere i bastoncini di topinambur nel condimento.

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