





Sorbo montano (Sorbus aria)
Per chi non lo ha mai incontrato, il sorbo montano, Sorbus aria, salta subito all’occhio destando interrogativi sul riconoscimento a causa della sua presenza sporadica o a piccoli nuclei. Per chi lo conosce è facile distinguerlo anche da lontano per la forma delle foglie e ancor più per il colore lucente, capace di riflettere la luce del sole, così particolare da meritargli il nome popolare di “metallo”.
Non raggiunge mai dimensioni eccelse, superando di poco i 10 metri d’altezza, ma la maggior parte dei soggetti ha uno sviluppo più contenuto, spesso intorno ai 6 metri.
Il tronco si presenta diverso da pianta a pianta, negli esemplari di maggiore sviluppo è unico, cilindrico ed eretto, in quelli più contenuti è irregolare e ramificato fin quasi da terra. Lo stato della corteccia, profondamente fessurata nei soggetti adulti, non è indice di precaria salute, ma è una caratteristica della specie.
Foglie
Le foglie sono il più importante elemento decorativo della pianta. Grandi e di forma ovale od obovata, con margine dentellato in modo irregolare, sono di color verde scuro nella pagina superiore e ricoperte di una peluria argentata in quella inferiore. La pagina superiore è lucida, quella inferiore percorsa da nervature secondarie in rilievo che conferiscono alla foglia un aspetto di forza insolito.
Al momento dell’apertura delle gemme tutte le foglie, ancora strette fra loro, sono indirizzate verso l’alto facendo sembrare l’albero un immenso candeliere.
Fiori e frutti
I fiori iniziano ad aprirsi nella seconda metà di maggio. Dapprima verdi diventano bianchi e le infiorescenze a corimbo sono così grandi e numerose da far sembrare il sorbo un vero albero da fiore. Si tratta di fiori ermafroditi, con un solo pistillo e numerosi stami, circa venti, capaci di attirare una quantità d’insetti.
I frutti restano a lungo verdi e cambiano colore progressivamente virando dall’arancione al rosso. Sono di forma sferica o allungata, lunghi circa 1 cm, e contengono uno o due semi. Graditi agli uccelli sono commestibili, ma poco saporiti.
Un tempo, in periodi di penuria alimentare, erano raccolti, essiccati e ridotti in farina da mescolare a quella del frumento all’atto della panificazione. Da quest’usanza si origina il più diffuso nome popolare della pianta: “farinaccio”.
In giardino
Pianta dall’intensa attività pollonifera, il sorbo montano se allevato lasciando crescere i nuovi virgulti che si originano alla base, finirà con gli anni per creare una densa palla molto decorativa, ideale per essere posizionata in un angolo del giardino dove si raccordano due siepi, magari anche di essenze diverse.
Allevato a tronco pulito, tende a creare nella parte inferiore chiome ad ombrello ricadenti verso il basso. Le foglie grandi, scure e lucide conferiscono un senso di grande “densità”, ma è più un effetto visivo che realtà e l’ombra proiettata è luminosa, ideale per riparare una seduta dedicata all’osservazione o alla lettura.
La fioritura tardiva e la vegetazione meno precoce rispetto a salici, ciliegi, aceri, faggi lo rendono adatto per i giardini delle seconde case in montagna frequentate maggiormente nel periodo estivo.
Un tempo era spesso presente vicino alle case, perché considerata pianta magica capace di difendere dal fulmine e da sortilegi avversi.
Come procurarsi un sorbo montano
Le richieste di quest’albero sono limitate e per averlo, senza ricorrere alla propagazione per seme, lenta e non sempre efficace, si può fare una ricerca in Internet dove esistono almeno un paio di siti dedicati alle piante del passato.
Il terreno e la posizione
Il sorbo montano richiede pochissime cure. Non deve essere potato, se non per eliminare ogni anno i rami che si spezzano sotto il peso della neve, non ha bisogno di trattamenti, né di concimazioni. Il segreto è scegliere il terreno e la posizione giusta.
Osservandolo in natura deduciamo che predilige i terreni sciolti, spesso sassosi, non compattati, subacidi, non necessariamente fertili. Per la sua posizione sempre ben in vista a margine della vegetazione, così da godere del sole e beneficiare di un terreno fresco e dell’aria del bosco, ama il caldo e l’umidità. Durante l’estate o a fronte di perdurante siccità è necessario irrigare, specie le giovani piante.