Sempervivum

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Il loro nome, composto dalle parole latine “semper” e “vivus”, indica una spiccata resistenza alle condizioni avverse unita alla capacità di mantenere inalterato un aspetto sano e vitale. Poste in condizioni estreme per lungo tempo iniziano a seccare le foglie esterne mantenendo il centro pronto a rientrare in vegetazione.

Troppo spesso sottovalutate dal grande pubblico, anzi snobbate come una scelta povera e popolare, stanno conoscendo un nuovo momento di popolarità grazie anche alla diffusione di un maggior numero di varietà e all’aumento dei giardini rocciosi. Anche i più ostinati detrattori non possono riconoscere ai Sempervivum alcuni innegabili pregi: non richiedono alcuna manutenzione, sopravvivono anche se completamente abbandonate a se stesse, si riproducono con velocità, ricoprono il terreno laddove (quasi) nessun’altra pianta riesce a sopravvivere, sono sempreverdi, producono fiori curiosi e durevoli.

Grassa o non grassa?

I Sempervivum non sono piante grasse come le s’intende comunemente. Il loro aspetto carnoso e idratato è sinonimo di resistenza al caldo ed al secco come tutte le altre piante grasse, ma non pregiudica la loro resistenza al freddo. Svernano tranquillamente per lunghi mesi sotto la neve e resistono anche senza questa protezione a temperature molto sotto lo zero.

Le piante che un tempo erano comprese nei Sempervivum, molto simili nell’aspetto ma prive di questa resistenza al gelo sono state oggi assegnate a generi diversi. 

I Sempervivum preferiscono i climi montani caratterizzati da estati calde, anche asciutte, ma non umide o soffocanti.

Una sola forma moltissime specie

Sono circa 25 le specie di Sempervivum, alle quali si devono sommare un gran numero di varietà, tutte molto simili tra loro. A complicare ulteriormente la classificazione è il vasto areale occupato, la frequente selezione di varietà locali che si discostano ben poco una dall’altra, e la capacità di ibridarsi naturalmente nella riproduzione per seme.

Le differenze maggiori sono a carico delle dimensioni della rosetta fogliare o dello stelo fiorifero, del colore delle foglie e del fiore, e riguardano in alcuni casi la presenza di particolari peli di rivestimento delle foglie.

Tutte formano una rosetta, geometricamente perfetta, con le foglie molto addossate una all’altra così da non lasciare spazi vuoti, simmetriche e sempre appuntite.

Dopo la fioritura la pianta muore

Le rosette più vecchie in estate, in modo scalare secondo l’esposizione delle piante, producono un asse fiorifero carnoso, a volte anche di notevole altezza (20 cm), con fiori appariscenti riuniti in pannocchie cimose. Possono essere rossi, gialli, rosa, con filamenti di colore a contrasto.

Terminata la fioritura la rosetta muore, lasciando nella colonia un vuoto che sarà presto riempito dalle altre piccole rosette, sempre prodotte in buon numero.

Dove trovarla in natura

I Sempervivum sono diffusi allo stato spontaneo in tutto il continente europeo, ma non mancano specie presenti in Asia e Africa.

La loro diffusione è capillare essendo presenti in ambienti molto diversi, purché accomunati da una buona insolazione, temperature calde nei mesi estivi, assenza di ristagno idrico, suoli poco profondi o in ogni modo molto ben drenati. I Sempervivum spesso sembrano essere in grado, ad un’osservazione superficiale, di vivere sulla nuda pietra, ma radicano su muschi e licheni.

In giardino

In giardino trovano collocazione nelle roccaglie, magari accostando specie diverse, possono inserirsi anche in aiuole di perenni erbacee che durante l’inverno disseccano la parte aerea, come utile complemento decorativo che si mantiene inalterato nel tempo. Possono coprire il piede di muri troppo spogli, perché si accontentano di uno strato di terreno poco profondo e poco esteso allargandosi anche sulla pavimentazione. Si possono utilizzano per “pacciamare” aiuole con arbusti poste al sole.

Sui tetti o fra le crepe di un muro

Una specie in particolare, Sempervivum tectorum, è adatta a colonizzare e rivestire i vecchi tetti a coppi delle case coloniche dove forma, nella parte concava, lunghe file di rosette che si spingono verso l’alto e verso il basso fino a cadere nelle grondaie o sul terreno.

Un vecchio muro a secco si presta facilmente per essere colonizzato dai Sempervivum, senza che questi ne minino la stabilità. Scegliamo rosette con un lungo stolone, così che si possa fissare in profondità già a contatto con la terra o con il pietrisco. 

Le cure

Per riuscire al meglio hanno bisogno di un terreno leggero, ben drenato e poroso. Se si dispone soltanto di terreno argilloso, ridurre le bagnature e aggiungere in superficie uno strato di 4-5 centimetri di sabbia mescolata a terriccio così da assicurare un buono sgrondo.

Scegliere le migliori esposizioni, senza temere che si rivelino troppo assolate o calde. Solo nella fase di trapianto di giovani soggetti, evitare i mesi estivi per dar modo alla pianta di attecchire e stabilizzarsi.

Si moltiplicano per divisione. La moltiplicazione per seme è possibile, ma poco impiegata.

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