





Ruta (Ruta graveolens)
Conosciuta da tempi lontanissimi la ruta, Ruta graveolens, famiglia delle Rutaceae, veniva chiamata un tempo “l’erba che tiene lontano gli spiriti”, talismano contro le streghe ed il malocchio. Senza volerle tributare una tale virtù ricordiamo i suoi usi in erboristeria, cucina e, ancor più, in liquoreria.
Pianta antica
Originaria dell’Europa meridionale la ruta, già conosciuta dal padre della medicina Ippocrate e da Teofrasto, spontanea in Italia, raggiunge un’altezza variabile fra i 50 e i 100 cm.
E’ pianta suffruticosa perenne con fusti riccamente ramificati nella parte inferiore.
Le foglie tripennate sono profondamente divise ed i singoli segmenti possono avere forma oblunga, lineare, ovato-oblunga. Il colore caratteristico è il verde cenere, la consistenza è carnosa, l’odore della pianta, acre e non sempre gradito, è inconfondibile.
I piccoli fiori gialli sono riuniti in corimbi apicali e si aprono da giugno in poi.
I semi, reniformi e neri, sono contenuti in piccole capsule lobate.
Dove si trova
La ruta si spinge fino ad un’altezza di 1.000 metri nella zona submontana del castagno e della rovere anche se preferisce vivere nelle pianure e a livello del mare. Prospera con i climi caldi e poco piovosi tipici dell’area sud orientale dell’Europa. Non è pianta comune, ma è possibile trovarla in luoghi aridi e/o sassosi, a substrato calcareo. Anche sui vecchi muri di pietra è possibile trovarla come avventizia.
L’acquisto e la moltiplicazione
Anche per la ruta come per altre piante selvatiche vale la considerazione che con una piccola spesa possiamo acquistare in un vivaio o in un centro di giardinaggio piantine coltivate senza depauperare le popolazioni spontanee.
L’acquisto deve avvenire a primavera appena le piantine saranno disponibili. Scegliamo non tanto quelle più alte perché potrebbero già aver iniziato a filare, ma quelle che ci sembrano folte, con rami robusti, foglie numerose, non invecchiate, e senza radici che fuoriescano dai fori sul fondo del vaso. Una volta giunti a casa non lasciamola nel vaso, ma mettiamola subito a dimora ricordandoci di non addossarla troppo ad un muro perché la ruta diventa un cespuglio importante.
La moltiplicazione delle piante coltivate o acquistate può avvenire per divisione dei cespi che si effettua a primavera o per talea. Nel mese di agosto si prelevano dai getti laterali porzioni di circa 10 cm da porre in cassone con un miscuglio in parti uguali di sabbia e torba. Passato l’inverno si mettono a dimora.
La semina si effettua nel mese di aprile, preferibilmente in un cassone freddo. Le piantine, selezionate, si trapiantano e si mettono a dimora in autunno.
Cure colturali
La ruta può essere impiegata come pianta orticola o in giardino per formare bordure o cespugli ornamentali. Accanto alla ruta tipica, oggi sono disponibili cultivar di dimensioni contenute e con colori più decisi.
La ruta richiede un terreno sciolto, leggero e permeabile. Ha però una buona adattabilità anche a terreni con caratteristiche diverse.
L’esposizione, invece, è quasi obbligata perché la ruta cresce bene solo se è in posizione soleggiata.
Le annaffiature dovranno essere regolari e frequenti, ma mai abbondanti. Un intervento ogni tre giorni nella stagione calda è l’ideale, ma occorre regolarsi in base alle precipitazioni perché teme il ristagno idrico.
Per formare siepi di ruta dense e compatte la distanza d’impianto deve essere di almeno 30 cm fra le piante in ogni direzione considerata, per formare macchie la distanza sale a 50 cm.
Fra le proprietà attribuite alla pianta della ruta ci sarebbe quella di tener lontani i topi.
Raccolto ed uso della ruta
La ruta dovrebbe essere raccolta dal secondo anno prima della fioritura, ma è possibile effettuare anche un secondo raccolto autunnale. Per uso domestico ogni periodo è indicato basta scegliere le cime non fiorite perché più ricche di principi aromatici. Qualche foglia di ruta può essere messa nelle insalate miste di stagione, nella maionese fatta in casa per accompagnare pesci cotti al vapore, insieme alle cime di rapa per condire la pasta.