




Primula (Primula officinalis) nei boschi, nei parchi, nei nostri giardini …
Bella, ma discreta: ecco la più sintetica descrizione della primula, Primula officinalis, che a primavera apre i suoi fiori gialli nei nostri parchi, ai margini dei boschi, nelle pinete, in pianura come in montagna in tutto il centro Europa e nelle zone temperate. La potete trovare a isolati mazzetti o colorare i prati ancora invernali.
La stagione di fioritura a seconda dell’andamento climatico va dai primi giorni di aprile fino al termine di aprile ed è sicuramente una delle più prolungate.
Senza grossi sforzi potete addirittura piantarla nel vostro giardino se disponete di un angolo fresco non in pieno sole, o in aiuola riparata, o in una bordura ai piedi di una siepe. La sua resistenza e la sua rusticità non pongono problemi di sopravvivenza al momento del trapianto e starà a voi creare quelle condizioni perché continui a rinnovarsi e prosperare. Soccorretela con acqua se i mesi primaverili sono troppo asciutti ricordando che il suo ciclo vegetativo inizia in modo anticipato rispetto alla maggior parte delle altre piante presenti in giardino.
Santa Ildegarda la prescriveva come rimedio contro la malinconia
Della primula possono essere impiegate tutte le parti senza dover gettare nulla: alcune serviranno per usi d’erboristeria altre per preparare ed arricchire interessanti piatti di stagione dal sapore antico.
Plinio, per citare qualche fonte storica, affermava che i serpenti cinti con la primula si uccidono fra loro.
Chi per primo si interessò in modo “scientifico” delle virtù terapeutiche della primula fu, come già per molte altre piante, Santa Ildegarda che la prescriveva anche come valido rimedio contro la melanconia.
L’unica controindicazione che la primula può presentare è una comprovata allergia del singolo agli oli essenziali che sono contenuti nei peli che rivestono tutte le parti della pianta; è un fenomeno rarissimo che si manifesta con eritemi e congiuntiviti già al contatto.
Le foglie e i germogli in insalata
Le foglie di forma ovato-oblunga e i germogli rappresentano la parte più cospicua del vostro raccolto. Potete facilmente impiegarli in cucina per arricchire insalate miste: contrariamente a molte altre piante spontanee alimentari da consumo immediato non presentano un sapore amaro, ma insipido.
Bollite con cicoria
Nei paesi anglosassoni e nelle repubbliche sovietiche le parti verdi della primula vengono tradizionalmente consumate bollite e un ottimo suggerimento è quello di abbinarle ad un eguale quantitativo di cicoria già nella fase di cottura.
La radice in decotti antinfluenzali
La radice fresca, un rizoma con radici allungate, ha un sapore spiccato che ricorda quello dell’anice e può essere impiegata nella preparazione di decotti con azione antiinfluenzale al dosaggio di 20-30 grammi per litro d’acqua. Si deve raccogliere la radice in autunno quando più alta è la concentrazione dei principi attivi.
I fiori e qualche foglia per una splendida frittata
Con i fiori e qualche foglia tenera potete preparare una splendida frittata. La preparazione è semplicissima. In quattro uova del preparato base che siete soliti impiegare a casa per la vostra frittata inglobate senza troppo sbattere due manciate di fiori a cui avrete tolto il calice e sottili striscioline ritagliate dalle foglie giovani e tenere di color verde chiaro. Quando riterrete la frittata già cotta su di un lato non capovolgetela, ma mettete il tutto in forno per terminare la cottura.
Fiori nel vino bianco per un profumato tonico circolatorio
Se invece volete qualcosa di più insolito e corroborante procuratevi una bottiglia da due litri e infilate all’interno quanti più fiori potete appena raccolti. Buona norma sarebbe portarsi direttamente la bottiglia sul luogo di raccolta e procedere subito all’invaso. Terminata questa operazione versate nella bottiglia vino bianco secco di qualità fino a ricoprire tutti i fiori. Mettete la bottiglia al sole dove rimarrà per due settimane. Una volta al giorno togliete il tappo per un quarto d’ora circa così da consentire l’eliminazione dei prodotti di fermentazione. Trascorsi i quattordici giorni indicati filtratelo e consumatelo con moderazione. E’ un ottimo tonico circolatorio, ma, se il prodotto è riuscito, l’ottimo e ricercato profumo che i fiori gli avranno conferito vi faranno dimenticare le sue virtù medicinali a favore del gusto.
Fiori essiccati per infusi per infusi contro nervosismo, emicranie, insonnia, palpitazioni
Tutte le parti della pianta possono essere seccate in luogo ventilato e al riparo del sole per essere conservate.
Con i fiori essiccati si preparano ottimi infusi dalla proprietà distensive prescritti contro nervosismo persistente, emicranie, insonnia e palpitazioni. Il colore dorato e lo spiccato profumo rendono questo tipo di infuso gradito anche ai bambini.
Poi sfiorisce e ai nostri occhi scompare …
Una volta che la primula perde il giallo richiamo dei suoi fiori ermafroditi nessuno la nota più e pochi si accorgono che sul fusto si forma, quale frutto, una capsula.