Pisello selvatico

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Pisello selvatico, Pisum sativum

Il pisello è un legume coltivato fin dal Neolitico, la sua fortuna si deve alle esigenze termiche limitate, alla brevità del ciclo, al suo elevato valore nutritivo e alla grande adattabilità.

A fianco delle moltissime varietà selezionate nel tempo dell’uomo continua a vegetare quella spontanea che n’è stata la progenitrice. La nomenclatura ufficiale che fa riferimento al termine utilizzato nell’antica Roma per indicarne i semi, pisum, non fa distinzione fra piante coltivate e spontanee, entrambe si chiamano Pisum sativum. Quella selvatica è indicata come Pisum sativum subsp. biflorum, in italiano, pisello bifloro.

Pianta non troppo comune per quanto diffuso in gran parte del territorio nazionale è capace di stupire, quando forma gruppi notevoli, per la fioritura colorata che ricorda uno sciame di piccole farfalle posate. Spettacolo che è possibile ammirare, ad esempio, nei fondovalle del Parco Nazionale della Majella.

 

Descrizione

Il pisello bifloro è pianta annua che tende a ripresentarsi in dense colonie negli stessi siti perché la capacità di diffusione del seme, per quanto elevata, è di solito a corto raggio.

Per l’habitus rampicante e la capacità di intrecciarsi e sostenersi fra loro delle varie piante è difficile valutarne l’altezza effettiva che in genere varia da 20 a 50 cm.

Il fusto può essere cilindrico o a sezione angolosa, e porta foglie composte da due a sei segmenti di forma variabile, da ovale a lanceolata, con sottili venature più chiare e margine con alcune rade dentature appena accennate, alla base e verso l’apice. Spesso sono portate leggermente ripiegate lungo l’asse principale.

Ogni foglia termina con un cirro ramificato e allungato che serve alla pianta per fissarsi ai supporti.

In corrispondenza dello sviluppo del peduncolo fiorale sul fusto si sviluppano una coppia di stipole, più grandi ed evidenti delle foglioline, semiaplessicauli, con venature più chiare che si compongono in un prezioso reticolo ed un’alonatura rossa ad abbracciare il fusto.

Il fiore ha la tipica forma della famiglia delle Papillionaceae con corolla bicolore, ali di colore scuro, fra il porpora ed il nero, e grande vessillo di colore rosa, più o meno intenso, con venature a contrasto di colore porpora. Il vessillo al centro presenta una linea mediana evidente dovuta allo sviluppo che il fiore ha all’interno del bocciolo. Quando questo si apre il vessillo è ripiegato in due parti come una conchiglia bivalve che si aprirà rivelando il centro più scuro.

Il frutto è un baccello di forma lineare che contiene un limitato numero di legumi di piccole dimensioni, zuccherino in fase di prematurazione, farinoso prima di iniziare a seccare. A maturazione il baccello si apre e libera i semi.

 

Dove trovarlo

Pianta originaria del bacino del Mediterraneo e dell’Asia Minore il pisello selvatico si può trovare negli incolti, nei terreni di risulta, nei pressi delle pietraie, sempre ben esposto, in luoghi dove il terreno resta fresco per tutto il periodo della vegetazione.

Pianta precoce, abbastanza resistente al freddo, fiorisce per un lungo periodo, anche per due mesi, da maggio a giungo, formando i baccelli mentre ancora apre nuove corolle.

Si incontra fino a 1.600 metri di quota.

 

Coltivazione

Pianta spontanea non protetta, per la sua natura annuale deve essere raccolta in forma di seme quando i legumi iniziano a seccare, prima che si aprano e liberino i piccoli semi, difficili da ritrovare sul terreno, ai piedi delle piante.

I semi possono essere messi subito nel terreno come accade in natura oppure conservandoli fino al momento più appropriato in base al nostro tipo di clima, coltivandoli come si fa con i normali piselli da sgrano.

In meridione e nei luoghi caldi si possono seminare anche in autunno per ottenere fioriture anticipate ma la migliore scelta resta quella della semina primaverile, anche abbastanza anticipata, a postarelle con un numero di semi da tre a otto, distanziati di circa 20 cm. Distanziare le semine di sette-dieci giorni, in almeno tre turni, servirà a prolungare l’epoca delle fioritura.

Lasciando cadere i semi sul terreno l’anno successivo dovrebbero ricrescere un buon numero di piante ma è sempre meglio poter disporre di una piccola scorta nel caso una gelata tardiva dovesse falcidiare le giovani pianticelle.

Il terreno deve essere di medio impasto, ricco e mantenuto fresco per tutto il periodo di coltivazione perché i piselli non sopportano siccità, alte temperature, e calcare.

Una veloce lavorazione per incorporare sostanza organica e fertilizzanti a base di fosforo e potassio daranno positivi risultati.

 

Utilizzo in giardino

I piselli selvatici possono essere utilizzati per chi desidera rinaturalizzare una parte del giardino mescolati, per la loro leggerezza, a piante perenni di alto fusto sui quali possono arrampicarsi e fiorire. Ad esempio i girasoli che fioriranno solo successivamente e che, per la loro vigoria, non possono essere danneggiati dai fusti sottili dei piselli. Possono servire anche per ingentilire e decorare una scarpata nuda o un terreno in forte declivio.

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