





Menta (Mentha)
Plinio ne elencava tutte le virtù che le farmacopea medievale e la più recente erboristeria hanno confermato, ma già gli assiro-babilonesi ne facevano largo uso.
Il piacere di passare le mani dentro alle macchie di menta, o di stropicciare una foglia fra le dita per poterne gustare l’aroma non ha età, e se già è fra le nostre abitudini insegniamolo ai bambini per vedere quale meraviglia può suscitare.
La menta può stare dappertutto: negli infusi con la melissa, aggiunta come foglia secca ai the invernali, negli aperitivi, nelle insalate primaverili, nelle salse per accompagnare le verdure.
Di menta non ce n’è una sola
Quella della menta è una “famiglia allargata” che comprende molte forme a foglie verdi, leggermente dissimili fra loro, ma tutte unite dalle stesse proprietà. Il mentastro, la menta acquatica, la menta spigata e molte altre originatesi per ibridazione come la menta piperita. Il genere Mentha appartiene alla famiglia delle Labiate (Lamiaceae) che annovera altri nomi famosi fra le piante aromatiche come la salvia o la melissa.
Tutte le mente possono essere riconosciute dall’inconfondibile profumo che in misura diversa emanano. La regina è senza dubbio la menta piperita o menta inglese.
A questa faremo riferimento per la descrizione: raggiunge il mezzo metro di altezza, ha fusto quadrangolare e foglie opposte brevemente picciolate con margine seghettato di forma ovata-lanceolata. La radice di colore chiaro dopo un anno inizia la sua attività stolonifera. I fiori, di colore dal bianco al rosato, raccolti in strutture simili a spighe globose, si aprono in estate. Il frutto è un tetrachenio ovoidale.
Dove trovarla
Come insegna Maurice Messegue la menta tiene “la testa all’ombra e i piedi al fresco”. La troveremo in terreni freschi, non esposti direttamente al sole, fertili, non troppo compatti, quasi friabili, calcarei e con una buona umidità durante tutto l’anno.
Una volta individuata una popolazione selvatica non dimentichiamola e, se dovesse esaurirsi, cerchiamo nei paraggi data la buona capacità di diffusione.
Coltivare la menta
Sfuggiamo alla tentazione di prelevare le piante selvatiche per introdurle nel nostro orto o nel giardino. Con facilità possiamo procurarcele sul mercato con eguali caratteristiche senza depauperare le non ricchissime popolazioni spontanee.
La via più facile da seguire è l’acquisto di pianticelle già radicate e ad un buon stadio di sviluppo, ma possibilmente non ancora in fioritura completa, in vasetto di plastica con pane di terra. Acquistandone un certo numero potremo costituire una macchia od una bordura senza dover troppo faticare. Dopo il trapianto annaffiamo con cura. Verifichiamo che il terreno non sia troppo lontano da quello indicato e non si presenti troppo compatto.
La via per seme è più lunga, ma più ricca di soddisfazioni. Si semina in semenzaio a primavera, anche inoltrata, e si trapiantano le pianticelle all’inizio dell’autunno scegliendo i soggetti più vigorosi e non filati. L’unica cura richiesta sono le annaffiature regolari e la lotta alle malerbe. I semi della menta sono molto piccoli e quindi difficili da distribuire in modo uniforme anche su superfici ridotte. Ricordiamoci di ricoprirli con appena un velo di terriccio molto fine, se è troppo molti semi germineranno, ma non riusciranno ad emergere.
La raccolta può iniziare nella primavera successiva quando le piante hanno ripreso in pieno l’attività vegetativa.
La durata attesa di una pianta di menta è di tre anni.
Raccolta e conservazione
La menta deve essere raccolta, per ottenere il massimo in termini di principi attivi, profumo ed aroma, prima della fioritura. La fioritura può avvenire in epoca anche molto diversa a seconda delle specie, dell’esposizione e delle singole piante. Spicchiamo le foglie, ma anche i fiori, e lasciamo essiccare all’ombra. Conserviamo al buio in sacchetti di carta. Si essicca facilmente, se non ammassata, e altrettanto facilmente si conserva.