Erba moscatella

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Erba moscatella (Salvia sclarea)

La Salvia sclarea, più semplicemente sclarea, o come anche sclerea o erba moscatella, appartiene alla famiglia delle Labiate e al ricco genere Salvia.

E’ pianta erbacea che germoglia dalla parte basale dei fusti rimasti dall’anno precedente. Il primo anno le pianticelle acquistate, e/o nate da seme, formano soltanto una ricca rosetta di foglie e sviluppano un robusto apparato radicale per immagazzinare energie per l’anno successivo. Nel secondo anno di vita si sviluppano i fusti e raggiungono le dimensioni finali formando un cespo vigoroso largo 60 cm e alto circa 90, ma anche più, se poste in terreni fertili e curate a dovere. Dal terzo anno lo sviluppo, spesso, è un poco inferiore.

Presentano grossi fusti eretti, a sezione quadrangolare con scanalature evidenti, ricoperti di peli ispidi, e ben ramificati.

Le foglie basali sono ricoperte da uno strato uniforme di peluria solcato solo dalle venature che sono incavate. La forma è ovale-oblunga, più rotondeggiante nelle forme coltivate che in quelle spontanee. Sono grandi (anche 20 cm) e di aspetto vellutato, di colore scuro e brillante nella pagina superiore, bianco-grigiastre inferiormente.

Le foglie che compaiono sui fusti sono piccole e con margine dentellato, opposte e picciolate.

I fiori compaiono dalla primavera inoltrata, sono portati da spighe ramificate in posizione terminale riuniti in vericillastri di 5-10 unità, e all’interno di una stessa spiga si aprono in modo scalare partendo dal basso. Sono duraturi, di colore azzurro e bianco avorio valorizzati da vistose brattee.

I frutti sono piccoli acheni di colore scuro che si disseminano con facilità.

Dove trovarla

Si trova spesso vicino all’uomo ed il suo areale d’origine è piuttosto vasto, comprendendo buona parte dell’Europa mediterranea in una fascia altimetrica che dal piano oltrepassa gli 800 m. s.l.m., anche se è pianta rara.

Ama i terreni neutri, leggeri e ricchi di sabbia, ben drenati, con un’esposizione soleggiata. Cresce lungo l’alveo dei torrenti, nelle boscaglie aperte, a lato dei tratturi, poco oltre le recinzioni di pascoli e fabbricati, ma sempre dove non si formino ristagni d’acqua. L’apparato radicale profondo e fittonante, di consistenza legnosa, gli permette di resistere con successo alla carenza idrica e la rende ideale per i terreni declivi. 

Note di coltivazione

Ad aprile si seminano in semenzaio i piccoli semi dopo averli mescolati con terriccio da semina per migliorare l’uniformità della distribuzione a spaglio. Appena è possibile si prelevano le pianticelle da porre in contenitori alveolati e dopo circa sei settimane (ad uno sviluppo pari a 6-8 foglie) il materiale è pronto per il definitivo trapianto a dimora.

Il terreno deve essere ben lavorato e profondo, leggermente concimato con letame maturo, limitando gli apporti di azoto chimico. Si possono formare gruppi di 4-5 piante da porre a sesto quadrato con un lato di 50 cm, ed eventualmente una nel centro.

Le piante si giovano di lavorazioni superficiali del terreno che ne aumentino la permeabilità, ma sempre senza danneggiare le radici.

Dove la specie non riesce a divenire perenne è necessario seminarla ogni anno per avere sempre piante da fiore.

Per aiutare la pianta a divenire perenne si consiglia di recidere i fusti alla base al termine della fioritura. In questo modo le piante possono raggiungere i quattro anni di età.

In giardino

La Salvia sclarea è pianta da porre in posizione dominante rispetto ad altre perenni di sviluppo più contenuto. Ideale in un’aiuola di aromatiche addossata ad un muro a secco come elemento di sfondo circondata da salvia, timo, erba cipollina, rosmarino strisciante. Oppure, ad incorniciare cespi del più alto levistico.

Difesa

Le lumache e le limacce sono il peggior nemico della Salvia sclarea. Sono ghiotte delle vellutate foglie basali e l’unico rimedio per tenerle lontane, in caso di infestazione, è l’impiego di un prodotto lumachicida specifico da rinnovare secondo le istruzioni. Solo le foglie di Hosta sembrano essere altrettanto gradite a questi voraci e silenziosi “predatori”.

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