





Doronico (Doronicum spp)
Il genere Doronicum è composto da circa trenta specie cui devono essere aggiunte le varietà orticole oggi coltivate. Sono tutte piante erbacee perenni, rustiche, rizomatose e vivaci, originarie dell’Europa e dell’Asia.
I fiori sono la caratteristica comune a tutte le specie. Sono margherite gialle con disco centrale di colore più intenso, a seconda della specie variano in dimensione, intensità del colore e rapporto fra fiori ligulati e tubulosi, ma che sono sempre presenti nel capolino.
I fiori sono portati su fusti sottili e semplici, o scarsamente ramificati, la cui altezza può variare dai 20 cm di Doronicum cordatum (ideale per giardini rocciosi), ai 60 cm del Doronicum plantagineum (il più conosciuto), fino al metro di Doronicum pardalianches (conosciuto anche come “doronico medicinale”).
Le foglie, almeno nelle specie presenti nel nostro paese allo stato spontaneo, sono alterne, di color verde brillante, ovali o cuoriformi, dal margine ondulato, molto decorative. Nelle specie a fioritura precoce appassiscono e scompaiono all’arrivo delle alte temperature estive.
Il rizoma, cui è affidata la sopravvivenza della piante durante la fase di riposo vegetativo, è di color bruno, spesso nodoso, strisciante e poco profondo.
In giardino
Doronicum come pianta ornamentale ha una lunga storia tanto che le prime notizie sul suo impiego risalgono al ‘500. Da sempre si usa per formare grandi macchie di colore con almeno 20 esemplari. Infatti, posto in gruppo acquista forza e diventa dominante, punto focale di attenzione per il colore, la forma leggera e la lunga durata. Proprio quest’ultima lo rende adatto ad essere impiegato come fiore reciso.
Gruppi di Doronicum possono anche essere posti ai margini di una zona alberata, o come accompagnamento ad una strada, specie se costeggiata da muri che formano un terrapieno non troppo alto e ancora in vista.
La coltivazione in vaso può essere tentata con successo solo se si dispone di contenitori profondi e molto capienti.
Note colturali
Doronicum è una pianta che richiede poche cure. In terreni freschi e umidi, ma senza ristagni, fertili, soffici e ricchi di sostanza organica da il meglio, ma è molto adattabile. L’unico limite può essere il terreno se povero e/o secco.
L’umidità del terreno e un’esposizione solo parzialmente in ombra garantiscono fioriture abbondanti e prolungate. Quando l’ombra è troppo profonda non si pregiudica lo sviluppo della pianta, ma la fioritura. Per migliorare la fioritura e, magari, ottenerne una seconda in autunno, anche se di minore entità, occorre tagliare le corolle sfiorite e riprendere all’inizio di settembre le annaffiature.
Doronicum non richiede altra acqua oltre a quella piovana, ma è bene soccorrerlo in caso di prolungata siccità o temperature molto elevate.
Per concimare, interrare a fianco della pianta letame maturo o concimi organici pronti.
Come riprodurre la pianta
Riprodurre Doronicum è semplicissimo. La divisione dei cespi si effettua in primavera prima della fioritura o in autunno. I rizomi prelevati devono essere posti a dimora senza indugio in terreno mantenuto umido con annaffiature frequenti, ma moderate. Quest’operazione non deve essere effettuata in giorni secchi o ventosi.
La semina a primavera, nel mese di aprile, si effettua direttamente sul terreno dopo aver mescolato i semi con buon terriccio da semina. Si applica poi con la mano una leggera pressione per creare un “effetto rullatura” e si irrgiga a pioggia finissima, mantenendo il terreno umido fino a quando le piantine non abbiano sviluppato un buon apparato radicale. In alternativa la semina può essere fatta in vaso in autunno o in letto caldo a febbraio per far seguire a primavera il trapianto in piena terra.
I nemici
I principali nemici di questa pianta sono due: gli afidi, insetti che trovano riparo nella pagina inferiore delle foglie e lungo gli steli, e l’oidio, un fungo che ricopre di una polvere bianca le foglie, destinate ad ingiallire.