





Dafne, Daphne mezereum e Daphne laureola, fior di stecco e laurella, ricercata e discreta bellezza
Il genere Daphne comprende circa settanta specie arbustive diffuse in tutto il mondo, alcune sempreverdi altre spoglianti, a influenzare l’habitus è soprattutto la fascia altimetrica e climatica nella quale la specie si è selezionata.
Nel nostro paese incontriamo entrambe le specie: il fior di stecco, Daphne mezereum, spogliante, e dafne laurella, (Daphne laureola), sempreverde.
Tutte le specie sono tossiche.
Utilizzo in giardino
In un giardino è sempre possibile trovare spazio per una dafne. Un angolo riparato e poco luminoso è perfetto per la laurella che porterà un tocco di colore nei mesi invernali, un angolo dove le erbacee perenni sono ancora in fase di riposo invernale e poi cresceranno alte e vigorose è quello che serve al fior di stecco che attirerà l’attenzione già da febbraio nei climi meno rigidi, ad aprile o a maggio nei giardini di montagna.
Piante poco diffuse, e non sempre facili da reperire nei garden, sono indice di un’attenzione e di una ricercatezza nella composizione del giardino che solo gli appassionati possono avere. Entrambe sono di facile coltivazione, anche se possono essere colpite da virus che ne causano la morte improvvisa.
Buone norme di coltivazione
Le opinioni sul tipo di terreno richiesto in coltivazione non sono univoche. L’unico consiglio è di riproporre condizioni analoghe al luogo di prelievo, se ci si è procurati giovani soggetti in natura, (dopo aver verificato che nella regione non siano inserite nell’elenco delle specie protette come in Emilia-Romagna), o quelle di coltivazione osservando il tipo di terreno presente nei vasi al momento dell’acquisto. Sembrerebbe che una combinazione fra una componente calciofila e un substrato generatosi dalla decomposizione delle foglie, da porre in superficie, proprio come accede nei boschi di faggio, sia quello più rispondente. In ogni caso deve essere sempre ben drenato.
L’esposizione consigliata è la mezz’ombra, la potatura deve essere evitata se non per ridefinire le superfici dovuti a rotture.
Il fior di stecco
Daphne mezereum, anche se non molti hanno avuto la fortuna di incontrarla in natura, perché pianta rara che vive di preferenza nei prati-pascoli oltre il limite della vegetazione arborea, è conosciuta da tutti per il nome di “fior di stecco”. Termine che richiama la particolarità di emettere prima i fiori e poi le foglie.
I fiori sono intensamente profumati, raccolti in verticilli di tre unità in corrispondenza delle cicatrici lasciate dalle foglie cadute l’autunno precedente. Di colore rosa o porpora i fiori, molto precoci, ne fanno un’apprezzata pianta da giardino. Ai fiori seguono bacche rosso brillante. Il principio tossico è un glucoside, chiamato dafnina, contenuto nella corteccia.
Lo sviluppo in altezza è condizionato dalle condizioni dell’habitat: nei prati più in quota soggetti a movimenti del manto nevoso e a forti venti assume un andamento quasi prostrato, superando di poco i 30 cm, in condizioni favorevoli, raggiunge il metro.
I rami sono sottili ed elastici, portano foglie alterne e di forma lanceolata, simili a quelle dei salici di fiume. Di colore chiaro e brillante nella pagina superiore tendono al grigio in quella inferiore sono concentrate nella parte distale dei rami tanto da creare una sorta di ciuffo.
La laurella
Presenza discreta durante l’estate, tanto da passare spesso inosservata, Daphne laureola, in autunno, alla caduta delle foglie, spicca chiaramente sul tappeto giallo e bruno. Le foglie ellittiche di color verde deciso, sempre lucide, con la pagina inferiore chiara, invitano a essere toccate per capire se si tratti di una pianta nata adesso, contro ogni buona norma, o solo riemersa da una vegetazione prima dominante. Coriacee e piacevoli al tatto, le foglie si innestano su un fusto eretto ed elastico. I fiori di colore ceruleo, dal bianco al verde, cerosi, compaiono da marzo a maggio, raggruppati in grappoli ascellari sessili. Il loro profumo varia da caso a caso, da lievissimo a intenso. Ai frutti succedono bacche sferiche di colore dapprima rosso e poi, a maturità, nere.
La pianta di rado raggiunge il metro di altezza, la maggior parte dei soggetti si arresta intorno ai 60 cm. I rami sono legnosi e recano le cicatrici trasversali in corrispondenza delle foglie perse. La vegetazione si concentra nella parte apicale e più è ricca ed estesa migliori sono le condizioni della pianta.
Si trova soprattutto nei boschi di faggi ma anche, a quote più modeste, in quelli di querce, rara come gruppo, più diffusa come pianta isolata.
Si diffonde per seme grazie agli animali e ha una crescita piuttosto lenta impiegando anche diversi anni prima di salire a fiore.