






Cotogno (Cydonia oblonga)
Il cotogno (Cydonia oblonga), appartiene alla famiglia delle Rosaceae. E’Piccolo albero, capace di raggiungere i 7 metri d’altezza, ma ha solitamente dimensioni molto più contenute, il cotogno si distingue facilmente dai meli e dai peri selvatici anche quando è privo di frutti. A fare la differenza sono le dimensioni di foglie e fiori. Le foglie del cotogno variano fra i 10 e i 12 cm di lunghezza ed i fiori raggiungono i 5 cm di diametro. Anche per i frutti vale la stessa considerazione. Le piante selvatiche producono frutti che arrivano a pesare 400 grammi, le varietà coltivate raggiungono anche il chilogrammo.
Il portamento, quando non potato, è irregolare, i rami a volte possono presentarsi contorti.
Contrariamente a un buon numero di piante da frutto spontanee non è spinoso, nemmeno nei rami più bassi.
Le foglie sono di forma ovale, allungate, dotate di stipole, con una folta peluria nella pagina inferiore, il colore verde non è mai brillante e conserva una nota di grigio.
I fiori sono gli ultimi a comparire fra quelli delle piante da frutto cugine ed è solo alla fine di aprile che iniziano ad aprirsi. Sono di colore bianco o leggermente rosati.
Il frutto è di forma irregolare, giallo dorato a maturazione, ricoperto da una peluria che a questo punto si rimuove facilmente con le mani e lascia visibile una buccia luminosa e piacevole al tatto.
Melo cotogno o pero cotogno
Il dilemma viene spesso riproposto. Si tratta di pere o di mele cotogne? La risposta esatta è “nessuna delle due”: si tratta, infatti, soltanto di cotogne (Cydonia oblonga Mill.) che a seconda della varietà possono avere una forma più vicina alla mela o alla pera.
In giardino
Acquistando una pianta in vivaio per metterla a dimora nel giardino ricordiamo che il cotogno teme soltanto due fattori: la siccità persistente ed il calcare. La prima per ragioni di conformazione dell’apparato radicale che resta superficiale. La seconda per intolleranza e quindi se si dispone soltanto di acque molto calcaree per l’irrigazione il cotogno potrebbe nel tempo stentare, meglio raccogliere, quando possibile, l’acqua piovana.
Ama i terreni freschi ed inerbiti, fertili, profondi e permeabili per evitare ristagni.
Non teme il freddo invernale sopportando temperature quasi polari (è originario di un vasto areale che comprende anche la regione caucasica), evita le gelate tardive fiorendo in ritardo, è resistente alla maggior parte delle problematiche sanitarie che colpiscono gli altri alberi da frutto.
Raccolta e conservazione dei frutti
Una buona pianta di cotogno entra in produzione al terzo o al quarto anno di età e può arrivare a produrre anche più di 40 kg. di frutta anno, ma ad abbondanti raccolti fanno solitamente seguito anni di magra.
Raccogliamo i frutti quando cambiano colore e virano dal verde al giallo. La raccolta è scalare ed i frutti si conservano senza problemi anche per due mesi se posti in un locale asciutto e con ricambio d’aria senza toccarsi uno con l’altro.
Marmellata di cotogne
Raccogliamo le cotogne ben mature, non importa se sono cadute per un giorno ventoso, nel caso toglieremo la parte danneggiata.
Laviamo la frutta togliendo la naturale e copiosa peluria che la ricopre, detorsoliamo senza tagliare i frutti e, sempre con la buccia, mettiamola in pentola coperta d’acqua. Facciamo bollire fino a quando la resistente buccia inizia rompersi. Scoliamo, sbucciamo, eliminiamo gli eventuali semi rimasti e riduciamo la polpa a purea. Pesiamo e aggiungiamo lo stesso quantitativo di zucchero. Facciamo cuocere a fuoco lento sorvegliando con cura che non attacchi. Uniamo succo di limone prima di invasare o la parte gialla della buccia dell’agrume. Impieghiamo vasetti ermetici di piccole dimensioni perché il gusto particolare potrebbe non trovare tutti d’accordo in famiglia.
I lettori che si apprestino a raggiungere i quattro decenni di età sono gli ultimi a ricordarsi la cotognata, la mitica marmellata solida venduta in cubetti avvolti da carta trasparente nei negozi d’alimentari. Oggi introvabile, come molto più rari sono divenuti gli alberi di cotogno.