Colombina (Corydalis solida)
Le specie raccolte nel genere Corydalis, circa 320, sono piante di piccole dimensioni, di aspetto discreto, ma ricercato, per la forma dei fiori che ricorda quella di un’orchidea selvatica. Il nome deriva dal greco antico “korydalis” che correla la forma dei fiori a quella degli antichi elmi.
Originarie delle regioni temperate dell’emisfero settentrionale appartengono alla famiglia delle Papaveraceae. Sono tuberose, annuali o perenni, diffuse nel nostro Paese sia nelle Alpi, sia negli Appennini.
Corydalis solida
Abbastanza diffusa in natura, a seconda delle zone, è Corydalis solida, chiamata Colombina, Coridale, o Fumaria bulbosa. Ha un’altezza variabile fra i 12 ed i 25 cm, allargando le sue foglie su un diametro di circa 10-20 cm. Spesso cresce in fitte colonie così che è difficile valutare le dimensioni delle singole piantine.
Prospera nei luoghi freschi, con terreni umidi, fertili, ricchi di sostanza organica come il primo sottobosco, dove la luce è ancora abbondante, ma non diretta. Sono comuni nelle siepi e nei cespugli.
Le foglie sono leggere di uno splendido colore verde chiaro, ma non sbiadito, piuttosto con una tonalità azzurra, come se fossero sempre appena spuntate. Le foglie sono profondamente incise e somigliano a quelle degli anemoni. A volte è possibile che vi sia confusione fra le due piante quando sono senza fiori, perché crescono negli stessi luoghi. Le foglie persistono per tutta l’estate formando un morbido tappeto.
Il bulbo è ingrossato e compatto. Dal bulbo si origina un fusto ramificato che termina, durante la fioritura, in un racemo con fiori di colore fra il rosa, il porpora e l’azzurro. I fiori, con sperone allungato e sottile, sono tubolari e si aprono con due labbri. Corydalis solida fiorisce a partire dal mese di aprile fino a giugno, secondo l’altitudine, la temperatura e l’esposizione.
Dove in giardino
In giardino Corydalis sono piante adatte per tentare una rinaturalizzazione, per rinverdire zone ombrose dove è difficile far crescere altre piante, per accompagnare siepi spoglianti così da ravvivarle con la loro fioritura. Si utilizzano in bordure miste o nelle parti in ombra dei giardini rocciosi, purché si assicuri loro “un invaso” di terreno fresco e profondo. Si abbinano con le hosta, con i narcisi, gli anemoni, le dicentre.
Coltivazione facile
La coltivazione delle Corydalis non presenta difficoltà se si è in grado di garantire le condizioni naturali nelle quali la pianta prospera. Gli insuccessi, nella maggior parte dei casi, sono dovuti ad errata collocazione dei bulbi.
I bulbi si acquistano in autunno e prima di essere messi a dimora devono essere valutati uno ad uno per scartare quelli molli, ammuffiti, o divenuti secchi perché mal conservati. Una volta acquistati devono subito essere posti nel terreno perché a causa del loro piccolo diametro possono seccarsi con facilità se non sono conservati in un luogo fresco e non troppo secco.
Esposizione: scegliamo con cura il luogo ove porli, mai in pieno sole, sempre in ombra, almeno parziale. Il riparo della chioma di un albero o di un arbusto è sempre gradito.
Terreno: deve essere fresco, umido, ma ben drenato, profondo e molto ricco di sostanza organica. Si lavora con un piccolo erpice a tre denti inglobando torba e terricciato di letame molto maturo se si deve migliorare la fertilità ed il contenuto in sostanza organica, oppure sabbia per garantire un ottimo drenaggio.
Messa a dimora: i bulbi devono essere collocati in buche a piccoli gruppi, da tre o cinque, ad una distanza di 20 cm una dall’altra. Dopo la messa a dimora la superficie del terreno deve essere protetta con una pacciamatura vegetale proprio come in natura fa lo strato di foglie cadute.
A primavera: rimuoviamo la pacciamatura e, per evitare problemi di parassitosi, rinnoviamola. Ottimi sono gli aghi di pino che contribuiscono ad acidificare il terreno.
Irrigazioni: manteniamo il terreno umido, specie in estate, intervenendo con irrigazioni di soccorso quando mancano le precipitazioni. Per difendersi da un clima caldo e secco le Corydalis seccano le foglie e anticipano l’inizio della fase di quiescenza; ricompaiono solo la primavera successiva. La pianta sopravvive, ma il terreno rimarrà nudo.
Propagazione: in autunno, prima che le piante scompaiano, si possono dividere i cespi folti e vigorosi che abbiano prodotto nuovi tuberi, ripiantandoli subito. Diffusione che peraltro avverrà spontaneamente anche per seme.
I principali nemici
Sono i miniatori delle foglie, piccoli insetti che scavano gallerie all’interno della lamina fogliare. Per combatterli eliminare tutte le foglie attaccate e distruggerle. All’arrivo del freddo togliere la pacciamatura per esporre le forme svernanti (pupe) all’azione del gelo e dei predatori.