Carlina

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Carlina acaulis, carlina

La carlina, il cardo per eccellenza, Carlina acaulis, è detta anche Erba di Carlo Magno che lo avrebbe utilizzato come rimedio contro la peste che affliggeva i suoi eserciti. Le virtù miracolose della pianta, come riporta il celebre botanico del Cinquecento, Pietro Andrea Mattioli, sarebbero state indicate all’imperatore da un angelo.

Conosciuta anche come rapagnolo, cardo di San Pellegrino o carciofo di monte era utilizzata come pianta alimentare in epoche di carestia perché il ricettacolo carnoso del capolino si consuma sia crudo sia cotto.

Simbolo della fascia montana pascolativa, la carlina, spiccata al momento giusto, e fatta seccare a regola d’arte, in un portico ventilato, una a una per non rovinare foglie e capolino, diventa un decoro molto duraturo e apprezzato. Tanto che la raccolta indiscriminata ne ha ridotto sensibilmente il numero.

Per avere nuove piante da porre in giardino si raccolgono i semi prima che i capolini, a fine stagione sotto l’azione delle intemperie e del calpestio degli animali sui pascoli, si disperdano. I semi, da porre direttamente a dimora o in un semenzaio esterno, si seminano sia in autunno, sia in primavera. Oggi in commercio, con maggior facilità nelle regioni alpine, si possono trovare buste di semi.

Le piante accestite, invece, possono essere moltiplicate dividendo il rizoma radicale a primavera, avendo cura di porle subito a dimora. L’operazione non è semplice perché ha consistenza legnosa.

 

Il genere Carlina, famiglia Compositae, come si capisce dalla struttura del capolino, raggruppa una ventina di specie di piante erbacee, diffuse in Europa e Asia, perenni, caratterizzate dalla presenza di capolini grandi, spesso spinose. Adatte sia per il giardino roccioso, sia per il giardino di montagna. Come tutte le piante spinose, dalla struttura complessa e fortemente definita, deve avere spazio per potersi esprimere al meglio, contornata da solo prato o da piante che restino sempre al disotto della sua altezza, che è di circa 40 cm. Nei giardini delle montagne svizzere è spesso abbinata a convolvoli dal fiore azzurro ghiaccio per il piacevole contrasto di colore e forma, e posta davanti ad un gruppo di Echinops, altra pianta spinosa di grande sviluppo, fino a 150 cm di altezza. Gli Echinops richiamano nel colore i convolvoli e nella forma spinescente le carline.

Carlina acaulis, originaria del continente europeo e presente nel nostro paese allo stato spontaneo sulle Alpi e sugli Appennini fino alla Calabria, si spinge fino ai 2.500 metri di quota, preferendo i terreni freschi e profondi dei pascoli. In giardino, per ricreare condizioni quanto più possibili simili a quelle naturali, deve essere coltivata in substrati calcarei e sempre ben drenati. In natura, basta osservare come in una conca che circonda un lago, le carline restino sempre sopra quello che può essere il livello massimo dell’invaso, e così in alto da non soffrire durante la stagione vegetativa di ristagno d’acqua.

Per fiorire e crescere con forza hanno bisogno di luce e calore, tanto da consigliare sempre una piena esposizione. Solo le piante coltivate in aree calde possono essere messe in mezz’ombra.

Il terreno può essere arricchito ogni anno con un terricciato di letame maturo, già dall’autunno per dar modo al composto di integrarsi con il cotico erboso che andrebbe lasciato integro.

Un apporto di nutrienti, costante ma non eccessivo, favorisce lo sviluppo in altezza della pianta che è sempre molto variabile.

In natura si osservano carline che aprono il loro capolino a livello del terreno e le foglie formano una specie di rosetta schiacciata, mentre a poca distanza altre piante formano fusti vigorosi alti fino a 35-40 cm. Sono rigidi, semplici, biforcati o corimbosi.

Le foglie, ad eccezione di quelle basali, sono sessili. Di consistenza cartilaginea, sono di forma oblungo lanceolata, pennato partite suddivide il lobi spinosi. Raccolte in una rosetta basale nelle piante di altezza limitata oppure distribuite lungo il fusto in quelle a sviluppo verticale.

I capolini, in numero da uno a cinque per pianta, sono grandi, a forma di cuspide prima di aprirsi e divenire piatti. Hanno un ricco disco centrale formato da fiori tubulosi di colore giallo paglia. Possono avere una sfumatura porpora e a fine stagione diventano più scuri. La corolla è formata brattee lineari acuminate di colore più chiaro, grigio argenteo.

Il diametro dei cespi, che con il tempo presenteranno più fusti fiorali e diverse serie di foglie basali, raggiunge i 50 cm di diametro.

Fiorisce da luglio a settembre.

 

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