Biancospino

di

  • Condividi

Biancospino, Crataegus oxyacantha

Il biancospino è senza dubbio una pianta regale che la disattenzione moderna ha spesso relegato a presenza relitta lungo gli argini delle strade, presso le vecchie case abbandonate, nei frutteti dismessi e nelle radure incolte. Una pianta doppiamente regale perché la sua presenza per ben due volte è la protagonista assoluta della stagione: a primavera in epoca di fioritura e negli ultimi giorni d’estate quando le bacche s’accendono improvvisamente fra le foglie verdi.

Raggiunte le dimensioni di un piccolo albero, se mantenuto isolato, il biancospino allarga la sua chioma in tutte le direzioni possibili, per i molti rametti che si formano anche sulle strutture più vecchie, continuando a cercare la luce verso l’alto.

spruzzata di bianco quando ancora tutto è spoglio, un tocco vermiglio che precede l’autunno.

Come e dove

Alto anche 5 metri il biancospino deve il suo nome, Crataegus oxyacantha, ai suoi aculei che lasciano il segno agli incauti e ai distratti. L’etimologia del nome è, infatti, spine acute.

I fiori, precoci e di colore fra il bianco ed il rosato, sono riuniti in corimbi semplici o composti.

Le foglie di forma non strettamente definita, con tre o cinque lobi poco profondi e arrotondati, hanno un breve picciolo e sono portate sul ramo in modo alterno. La pagina superiore è di colore più scuro.

Il frutto è una bacca carnosa che si origina dalla concrescenza dell’ovario e del ricettacolo; prima vellutati e poi lisci contengono due noccioli. Sono ricchi di vitamine del gruppo B e di vitamina C, zuccheri semplici e complessi, acido citrico, malico e tartarico.

Bacche per l’inverno

Raccogliamo le bacche del biancospino e lasciamole seccare al sole per poi riporle in sacchetti di carta da pane in un luogo asciutto. Quando l’inverno porterà il gelo e la neve a coprire la terra rendendo problematica la sopravvivenza per gli uccelli selvatici che frequentano il nostro giardino potremo mettere loro a disposizione le bacche essiccate: nutrienti, appetite e considerate “ricostituenti”. 

Capperi che boccioli

I capperi in versione nostrana possono essere ottenuti a partire dai boccioli di biancospino raccolti quando sono già pieni, ma ancora devono iniziare a schiudersi. La raccolta deve essere effettuata spiccando i boccioli con un po’ di peduncolo e possibilmente al mattino, ma quando sono già asciutti e non bagnati dalla guazza notturna perché risulta più difficili valutarli evidenziando quelli difettati che potrebbero, poi, presentare problemi di conservazione.

La tecnica è semplicissima e consiste nel metterli in una salamoia satura che va rinnovata per terminare in una soluzione di acqua, aceto di vino e sale.

In alternativa per, ridurre i tempi di lavorazione, possiamo scottare i boccioli per un minuto in acqua e moltissimo sale, deve rimanere un residuo sul fondo. Scoliamo e lasciamo asciugare su un canovaccio per poi rinvasare in una salamoia finale, quindi non troppo forte, arricchita con aromi come foglie di alloro e aceto bianco. Sterilizzare a bagnomaria.

Salsa di biancospino

La salsa di biancospino, salata e piccante, è un sapore particolare che ben si accompagna alle carni cotte e ai pesci grigliati, anche a quelli grassi. La carne più indicata è quella di maiale ed in particolar modo agli insaccati cotti come il cotechino, la salsiccia e lo zampone.

La base della salsa si ottiene facendo sobbollire mosto di uva bianca non fermentato, quindi ancora dolce. Questa fase termina quando il volume si è ridotto fino ad un terzo di quello iniziale. Aggiungiamo le bacche scelte fra quelle ben mature e completamente sviluppate. Per quasi venti minuti rimescoliamo il tutto con un cucchiaio di legno piatto schiacciando i frutti contro le pareti del tegame. Lasciamo raffreddare e prima di servire, ancora tiepido, aggiungiamo sale e peperoncino in polvere, il sapore può essere caricato usando al posto del sale normale quello già aromatizzato per arrosti.

Vino al biancospino

Note omeopatiche di Ennio Masciello

Crataegus oxyacantha, impiegato come medicinale solo in epoca recente, ha molteplici azioni,  alcune trovano un impiego terapeutico: cardiotonica, antispastica, ipotensivante e sedativo-ipnotica.

Importante è l’azione che svolge sul cuore: rinforza e rallenta la contrazione del muscolo cardiaco ottimizzandone l’attività, inoltre lo protegge riducendone il bisogno di ossigeno e dilatando le coronarie. Sul sistema nervoso ha azione sedativa e normalizzante le turbe del sonno. Viene dunque utilizzato, come tisana, o essenza alcolica, o glico-alcolica, nei problemi di stress, ansietà, turbe del sonno e del ritmo cardiaco, spesso associato ad altre piante contenenti droghe sedative come camomilla, valeriana, passiflora.

Logos Publishing Srl - P.IVA e C.F. 02313240364 - REA Modena No. 281025 - C.S. 42.200 Euro
strada Curtatona n.5/2, 41126 Modena (MO), Italia