Arum

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Arum

Appartenenti alla famiglia delle Araceae che annovera alcune fra le più comuni piante da interno, come alocasie e caladium, Arum è pianta spontanea di grande fascino, di una bellezza che, nonostante non si accompagni ad una splendida fioritura, non ha nulla del discreto, ma colpisce per questa ricchezza di foglie, piacevoli al tocco, dalle forme quasi sontuose, che si addice più ad una specie esotica che ad una spontanea autoctona, per giunta spesso negletta.

La presenza di un Arum in giardino, moltiplicato per seme o talea radicale, è sicuro indice di un’attenzione al verde in ogni sua forma, anche quelle spontanee. La pianta, difficile da trovare in commercio, si passa di mano in mano, di giardino in giardino come le vecchie tradizioni. Prelevarla in natura, infatti, è una fatica di non poco conto, data la profondità degli organi ipogei, spesso del tutto sprecata perché si tratta di piante che mal sopportano il trasloco, non avvolgono la zolla con un capillizzio radicale sviluppato, ma sono profondamente ancorate ad esso, le radici sono fragili e si spezzano esercitando anche solo trazioni modeste.

Il termine “arum” ha origini greche, perché già Teofrasto indicava questa pianta con il termine “aron”, ma la radice ed il significato restano incerte, forse deriva dall’arabo “ar”, fuoco, per il sapore acre della pianta.

Si tratta di piante perenni con radici tuberizzate o veri e propri tuberi, rustiche, acauli, con foglie semplici, di forma riconducibile ad un triangolo isoscele, sagittate, astate o cordate.

Il fiore è uno spadice accompagnato da una spata colorata che ha l’interessante funzione di trattenere più a lungo gli insetti in prossimità del fiore per favorirne l’impollinazione. Per questa ragione si presenta eretta, avvolgente, quasi tubolare alla base. I fiori presenti nello spadice sono bisessuali. Dai fiori fecondati si formano bacche di colore rosso.

Tre sono gli Arum presenti nel nostro paese allo stato spontaneo di interesse ornamentale: Arum italicum, Arum maculatum, e Arum pictum.

 

Arum italicum 

Originario del nostro paese, chiamato volgarmente anche gighero, è diffuso a macchia di leopardo in tutto il territorio, nei luoghi ombrosi ed umidi. Le foglie astate compaiono in autunno e resistono alle intemperie invernali. La spata è eretta e di colore bianco. Ne esistono varie forme spontanee con foglie marmorizzate o chiazzate in colori e forma diversa, dal bianco al grigio. Lo spadice tende al giallo. Ha la caratteristica di formare foglie diverse in autunno ed in inverno: quelle autunnali hanno lobi acuti e venature bianche, quelle invernali lobi sovrapposti e macchie chiare. Le foglie invernali, più interne al cespo, sono più lunghe. Raggiunge un’altezza di circa 40 cm.

Arum maculatum

Produce foglie dalla primavera, lungamente picciolate, verdi, ma più spesso macchiate in colore scuro. Leggermente più piccolo, è il più resistente ed il suo vasto areale, diffuso nella maggior parte del continente europeo, ne è la riprova. La spata, portata eretta, può virare fra il verde ed il giallo tenue, talvolta con puntinature porpora. Lo spadice, lungo circa la metà della spata, è color porpora o giallastro. I frutti, bacche rosso vivo, riunite in spighe terminali cilindriche, sono velenosi.

 

Arum pictum 

Originario delle isole mediterranee, ha spata violetta e spadice nero.

In giardino

In giardino gli Arum devono essere posti in ombra o in posizione tale da ricevere il sole soltanto nelle prime ore del mattino o al tramonto.

Scegliere un angolo fresco, ombroso e tendenzialmente umido, una nicchia dove si possa creare un microclima simile a quello del bosco, come ai piedi di una grande siepe, sotto un albero dalla chioma folta e ricadente, fra felci, ed altre piante erbacee. Splendido in piccoli gruppi nei boschetti rinaturalizzati come elemento caratterizzante il sottobosco, nei prati umidi e in vicinanza di pozze e corsi d’acqua, magnifico, quando di grande taglia, capace di formare un cespo denso e alto, anche come pianta isolata. Inadatto alla coltivazione in vaso a meno di non poter disporre di contenitori molto profondi dove ambientare soggetti giovani e di piccola taglia nati da polloni.

Pochissime attenzioni

Gli arum necessitano di pochissime attenzioni, solo due sono irrinunciabili. Occorre annaffiare in abbondanza se non sono posti in un luogo ideale, cioè ombroso, fresco e con terreno profondo; e segnalarne la presenza con apposito cartello o picchetto di riconoscimento, perché durante la fase di quiescenza, quando la parte aerea dissecca completamente e sparisce, non si rischi di disturbare e rompere gli organi ipogei scavando nelle vicinanze o lavorando il terreno.

Pianta tipica dei boschi, dei coltivi freschi e dei margini stradali ai piedi delle siepi spontanee riceve soltanto quanto deriva dalla decomposizione delle foglie e dell’altra vegetazione spontanea. In giardino si potrà nutrire con un buon terricciato di foglie da utilizzare come pacciamatura quando la pianta dissecca, e da mescolare al primo strato di terreno in primavera.

Le bagnature devono essere sospese nel periodo di riposo vegetativo e solo a fronte di una perdurante siccità è consigliato inumidire il terreno.

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