Antemisia

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Antemisia, Anthemis tinctoria, camomilla dei tintori ideale per giardini poco curati

Anthemis tinctoria, nota come camomilla dei tintori, ma anche margherita dei tabaccai, non è certo fra le prime fioriture della primavera, quando è più facile essere notati al bordo di una strada o fra i prati di erba nuova. Aprendo le sue corolle da giugno, nei versanti meglio esposti, caldi e soleggiati, quando il rigoglio della vegetazione è massimo, subisce la concorrenza di molte altre fioriture di colore più sgargiante, e tende a passare inosservata. La diffusione limitata, la mancanza di proprietà medicinali, la sua taglia media, né piccola come la margheritina che deve alla sua presunta fragilità gran parte del fascino, né grande come il vigoroso Leucanthemum, la penalizzano ulteriormente, tanto che a conoscerla sono davvero in pochi. Ma tutti coloro che hanno questa fortuna l’apprezzano sia come pianta spontanea sia nella sua forma coltivata.

Pianta fiorifera e resistente la troviamo anche sulla sabbia: sulla duna e nel retro duna si mescola alle ginestre e alle altre leguminose più piccole dello stesso colore, ma in toni diversi.

Il genere Anthemis annovera circa duecento specie di piante erbacee annuali, biennali o perenni, tutte accomunate da elevata rusticità, ma soltanto alcune, scelte tra quelle perenni, sono indicate per essere introdotte in giardino, prima fra tutte la nostra camomilla dei tintori.

Anthemis tinctoria ha uno splendido capolino di colore giallo dorato. Si riconosce facilmente dalle altre margherite gialle perché il disco centrale di fiori tubulosi, chiaramente convesso, è grande rispetto ai fiori ligulati che sono corti, spatolati, non sempre sovrapposti, al massimo un centimetro, circa la metà del diametro del disco. I capolini, singoli, sono portati da lunghi peduncoli e l’altezza della pianta è compresa fra i 20 ed i 50 cm.

 

Esigenze di coltivazione

E’ pianta biennale con una forte tendenza a perennare, diffusa in particolar modo nella fascia collinare ma capace di spingersi fino a 1500 metri di quota, radicando anche in piccolissime porzioni di terreno con caratteristiche specifiche: ben drenato, anche povero, smosso ma non lavorato, come lo sono i bordi strada, i terreni di risulta, i nuovi accumuli, oppure centinaia di angoli del nostro giardino. Prospera anche in terreni caldi e asciutti, dove fiorisce e sale a seme nel periodo estivo, fra giugno e agosto. Pianta ramificata e vigorosa produce anche ottimi fiori da taglio, piuttosto durevoli se posti in acqua.

L’aspetto decorativo convince molti a lasciarla se cresce come pianta spontanea in un’aiola o sul prato, sottovalutando l’elevata capacità di diffusione.

Le foglie, profondamente incise, simili a penne, sono tomentose e di colore grigio verde. Nel primo anno formano una rosetta basale da cui si origineranno nel nuovo ciclo vegetativo gli scapi fiorali. Nel caso diventi invadente, è il momento di estirparla adesso prima che prenda forza e formi cespi larghi fino a 40 cm.

 

Impianto in giardino

Per portare in giardino le anthemis, non trattandosi di piante rare, capaci di formare dense colonie, consigliamo di prelevare in primavera inoltrata, quando sono riconoscibili, le nuove piantine nate da seme. Togliamole dal terreno aiutandoci con una paletta e un vaso dove riporre subito la zolla perché trattandosi di terreno permeabile e sciolto è facile ritrovarsi in mano, alla seconda manipolazione, piantine “a radice nuda” che avranno maggiori difficoltà ad attecchire.

A fine stagione possiamo anche raccogliere i capolini sfioriti e maturi. Li conserviamo in sacchetto di carta da pane forato e dopo averli tenuti in un posto freddo ma asciutto, così che vernalizzino, a marzo li seminiamo in un substrato formato in parti uguali da sabbia e terriccio da semina. Bagniamo quel tanto che serve a mantenere fresco il substrato ponendolo in una posizione luminosa e calda (temperatura ideale di germinazione 19°C), ma non al sole diretto. Per migliorare l’uniformità di distribuzione del seme mescoliamolo a sabbia e ricopriamolo con solo un velo di terriccio per semine. Appena le piantine possono essere maneggiate, con l’aiuto di un cucchiaio, ripicchettiamole in contenitori alveolati per porle a dimora quando le radici inizieranno a uscire dai fori di fondo, verso l’autunno.

Dell’Anthemis tinctoria si coltivano ibridi dai fiori più grandi che possono avere capolini anche di colore diverso: dal crema all’arancione. Può raggiungere i 70 cm d’altezza, resistente al freddo, rustica e poco esigente è ideale per i giardini delle seconde case richiedendo bagnature solo in caso di prolungata siccità. Si avvantaggia di terreni profondi e fertili mantenuti freschi. Il ristagno idrico, insieme alle brucature da chiocciole e limacce, è l’unico vero nemico della camomilla dei tintori.

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