










L’aglio (Allium sativus) è una pianta erbacea bulbosa appartenente alla famiglia delle liliacee, caratterizzata da un apparatoradicale fascicolato, superficiale, che esplora il terreno fino ad una profondità di circa 30 cm.
Detto anche “capo” o “testa” il bulbo è formato da tuniche che racchiudono al loro interno numerosi bulbilli (da 6 a 20), detti comunemente anche “spicchi”.
I bulbilli sono “gemme” che si sviluppano all’ascella delle foglie più interne del bulbo.
Lo stelo si trova sotto il livello del terreno, ed è fortemente appiattito a causa di internodi molto raccorciati, è largo 1-2 cm; per queste caratteristiche prende il nome comune di “disco o girello”. Nella parte centrale del disco è presente l’apice vegetativo dal quale si originano le foglie; all’ascella delle foglie più interne sono presenti altri apici vegetativi che daranno origine ai bulbilli.
Alterne e opposte, le foglie sono costituite da una guaina basale cilindrica e da una lamina lineare nastriforme, larga fino a 3 cm, di colore verde glauco, ricoperta di cera, lunga 30-60 cm.
L’aglio è una pianta a fotoperiodo lungo, cioè per fiorire necessita di periodi di luce prolungata alternati a notti brevi, ma ha perduto l’attitudine a sviluppare fiori fertili. In certe condizioni legate alla varietà e al clima, il meristema centrale del girello origina uno stelo fiorale alto 50-80 cm, pieno, portante un’infiorescenza a ombrella, inizialmente racchiusa da una brattea cartilaginosa che, successivamente, si apre su di un lato, evidenziando i numerosi fiori bianchi o rosati portati da corti peduncoli. I fiori spesso non si aprono e abortiscono precocemente per cui la pianta forma difficilmente i semi.
Il frutto è una capsula. Molto frequentemente gli abbozzi fiorali si trasformano in piccoli bulbilli che si trovano frammisti ai fiori e che sono generalmente troppo piccoli per essere impiegati per la propagazione.
Esigenze agronomiche
Resistente al freddo, in fase di riposo può sopportare temperature molto basse (fino a – 15 °C), è invece molto sensibile ai ristagni idrici; preferisce terreni di medio impasto, ben drenati, con pH intorno alla neutralità, con un buon contenuto di calcio.
Sono da evitare:
- terreni fortemente argillosi, perché ostacolano la semina autunnale, la regolare crescita del bulbo e la raccolta, e, a causa dei frequenti ristagni idrici, predispongono il bulbo a marciumi e ad altre avversità parassitarie
- terreni acidi (pH < 5.5), perché provocano carenza di calcio
- terreni con alta percentuale di scheletro, che ostacola lo sviluppo del bulbo.
Il clima ideale è quello temperato e asciutto.
Scelta varietale
L’aglio, essendo una pianta sessualmente sterile, non è in grado di produrre seme vitale, per cui si moltiplica per via vegetativa (bulbilli detti impropriamente “semi”).
La selezione sul posto del materiale di propagazione ha favorito il diffondersi di ecotipi, cioè di popolazioni locali, che hanno preso il nome delle località di provenienza (‘Bianco Piacentino’, ‘Rosso di Sulmona’, ‘Aglio di Genova’, ‘Bianco Piemontese’, ‘Veneto di Pescia’, ‘del Fucino’, ‘Napoletano’, ‘Siciliano’), chiamate comunemente “cultivar” anche se potrebbe trattarsi di cultivar-popolazione. Le cultivar-popolazione possono dividersi in due ecotipi fondamentali: aglio bianco e aglio rosa.
Aglio bianco
O comune, presenta tuniche bianche, è rustico, tardivo molto produttivo, dall’aroma accentuato e adatto alla conservazione invernale; appartengono a questo gruppo:
‘Piacentino Bianco’, ‘Bianco Grosso Piemontese’, ‘Grosso Veneziano’, ‘Bianco Napoletano’, caratterizzanti tutti da bulbi di grossa pezzatura
Aglio rosa, caratterizzato da tuniche rosate è molto precoce, ha bulbilli molto sensibili all’umidità che non si conservano a lungo, per cui va consumato fresco; vi appartengono: ‘Rosa Napoletano’ e ‘Rosa di Agrigento’.
Tecnica colturale
Avvicendamento colturale
Segue coltivazioni primaverili estive e non deve essere reimpiantato prima di 4-5 anni, per evitare l’acuirsi di attacchi di nematodi e di malattie fungine. Non deve seguire né il porro né la cipolla.
Lavorazioni del terreno e concimazione
Prima della semina è sufficiente una lavorazione superficiale con la zappa e si avvantaggia delle concimazioni organiche effettuate per la coltivazione precedente. In prossimità della coltivazione, sono da evitare concimazioni organiche fatte con sostanza organica non decompostata perfettamente e concimazioni azotate abbondanti. Se il terreno è carente di sostanza organica è possibile fornire una concimazione minerale, distribuendo, prima della lavorazione principale del terreno, 5-8 g/mq di P2O5, pari a 25-40 g di perfosfato(titolo 20-21%), e 10-15 kg/ha di K2O, pari a 20-40 g di solfato potassico; in copertura si possono poi distribuire 10 -15g/mq di N, pari a 40–80 g di nitrato ammonico.
Semina
Viene eseguita direttamente a dimora piantando i bulbilli. Allo scopo si scelgono quelli esterni ricavati da bulbi d’annata, meglio sviluppati e interamente avvolti nel loro tegumento.
Andranno interrati ad una profondità di 4-6 cm avendo cura di tenere l’apice rivolto verso l’alto. La distanza d’impianto sarà di 25-35 cm tra le file e di 12-15 cm sulla fila. Si effettua generalmente in ottobre-novembre, ma in alcune zone può spingersi fino alla fine di febbraio-inizio di marzo. Le semine primaverili danno, in genere, produzioni più limitate e bulbi più piccoli.
Irrigazione
L’aglio, in relazione al suo ciclo colturale, non necessita generalmente di irrigazione, che eventualmente può essere erogata con moderazione nell’ultimo periodo, se, durante l’ingrossamento dei bulbi, si dovesse presentare un periodo di siccità prolungata.
Sarchiature
Sono necessarie per mantenere il terreno libero dalle infestanti e per interrare i concimi di copertura.
Raccolta
Per il consumo fresco inizia ad aprile-maggio, mentre la raccolta per il prodotto da conservare, si fa da giugno (Italia meridionale) ad agosto (Italia settentrionale). L’eventuale stelo delle piante prefiorite va asportato ed è ottimo per insaporire le insalate.
L’aglio è generalmente pronto per essere raccolto quando le foglie sono gialle, o secche nel loro terzo superiore, e iniziano a piegarsi sul terreno. Se si raccoglie troppo precocemente, le tuniche si
seccano male, mentre se si ritarda i bulbi possono essere invasi da organismi saprofiti che conferiscono loro un colore nerastro.
I bulbi vanno estirpati dalla terra aiutandosi con una vanga e lasciati asciugare al sole per alcune settimane.
Se si vuole formare delle trecce sarà necessario non fare seccare completamente le foglie e completare l’essiccazione successivamente.
Per una conservazione ottimale sono necessari luoghi asciutti e ben arieggiati con una temperatura di circa 10°C e un’umidità relativa del 45°-60°.
Avversità
- Crittogamiche: ruggine, peronospora, marciume verde, marciume bianco del cuore, fusariosi
- Insetti: mosca, tignola, nottue
- Nematodi
Generalmente non sono necessari trattamenti specifici.
Consigli di prevenzione
l’importante è osservare le seguenti indicazioni: seminare bulbilli sani, integri, di varietà locali, aspettare almeno 4 anni prima di ricoltivare l’aglio nelle stesse aiuole o dopo cipolla o porro, effettuare concimazioni azotate equilibrate, irrigare solo se necessario ed evitare ristagni idrici e scarso drenaggio, asportare e distruggere eventuali residui infetti
Coltivazione dell’aglio e biodinamica
Seminare l’aglio in luna discendente (tempo di piantagione) e in giorni di terra. Anche le sarchiature e la raccolta vanno fatti in giorni di terra. Al mattino con giornate soleggiate e nitide, prima della lavorazione principale, effettuare un trattamento al terreno col preparato 500 e spruzzare il 501 quando la piantina ha emesso almeno 2 o 3 foglie, rinnovare poi il trattamento altre due volte in giorni di radice.