





Raccolta ancora giovane ha buccia liscia e lucida, polpa bianca, soda e dolce…
Le rape per l’utilizzo oramai marginale che ne è fatto nella cucina moderna possono essere considerati a tutti gli effetti ortaggi insoliti. Il loro utilizzo è strettamente legato alla preparazione di piatti tradizionali, di base molto poveri, arricchiti poi col tempo e il sopraggiunto benessere.
Le rape, Brassica rapa L. subsp. rapa Thell., appartengono alla famiglia delle Brassicacae, la stessa del cavolo, con una forte similitudine nella conformazione del fiore, semplice a quattro petali.
Le rape hanno origine incerta, con buona probabilità mediorientale, ma si sono perfettamente adattate al clima temperato umido dell’area Europea tanto da dar vita a una nutrita schiera di varietà locali.
La rapa ‘Di Milano dal Colletto Rosa’ è spesso citata come rapa ‘Di Milano dal Colletto Viola’ perché la colorazione che coinvolge il colletto delle piante, e in molti casi, anche i due terzi della radice vera e propria, varia dal rosa intenso al viola.
Si tratta di una pianta di media grandezza che sviluppa un limitato numero di foglie. Le foglie hanno un rachide centrale chiaro evidente e nervature secondarie parallele sottili simili a quelle delle foglie di tarassaco. Sono di colore verde brillante, con margine fortemente irregolare frastagliato nella parte prossimale.
La radice è piatta, cioè presenta la caratteristica forma a fuso nella parte alta ma manca dello sviluppo assottigliato che si sviluppa verso il basso, restando schiacciata. Sul lato inferiore, al centro, si sviluppa una sottile radice che raggiunge gli strati più profondi del terreno che dovrà essere sempre ben lavorato. E’ da questa, anche se al momento della raccolta non è visibile perché si perde in fase di trazione, che si sviluppa il capillizzio radicale.
Le rape a polpa bianca sono considerate le migliori perché presentano una consistenza croccante, ma non dura, una buona sugosità senza essere acquosa, e un elevato grado di dolcezza unito a una sottile nota piccante finale.
Coltivazione
Terreno. Si coltivano in un terreno fresco che possa essere irrigato con continuità perché temono la siccità e gli apporti incostanti che provocano sapore acre e fessurazione.
Semina. Si seminano ad aprile per avere un ortaggio di taglia ridotta da consumare crudo, o in estate per la raccolta autunnale per uso gastronomico. Un grammo contiene un numero di semi variabile da 500 a 700 unità. Si seminano alla profondità di circa mezzo centimetro, impiegano otto giorni di tempo per germinare, e le piantine possono essere trapiantate a file con distanze di 20 cm fra le fila e 15 cm sulla fila, oppure semplicemente diradate con un raccolto progressivo di quelle più sviluppate.
Concimazioni. Si coltivano in terreni con fertilità residuale, utilizzati nel ciclo precedente da colture molto letamate come pomodoro e zucchini. Aggiungere in copertura terricciati maturi.
Cure. Se si semina a spaglio occorre diradare le piantine ed estirpare manualmente le malerbe; se invece si trapiantano a file serve un’erpicatura nell’interfila per eliminare le infestanti e occorre combattere le perdite d’acqua per evapotraspirazione.
Raccolta. La rapa ‘Di Milano dal Colletto Rosa’ si raccoglie quando ancora giovane, di media grandezza, con buccia liscia e lucida. Quando le radici tendono a surmaturare la buccia, si spacca, diventa ruvida, e tende a macchiare.
Conservazione. Dopo cinque giorni in frigorifero iniziano a perdere le loro caratteristiche diventando gommose, poco saporite e rilasciando liquido al taglio. Il decadimento è più rapido se conservate in un sacchetto di plastica dove si accumula e condensa il vapore.