Rabarbaro

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Pianta spettacolare di grande soddisfazione in giardino

Il rabarbaro è protagonista in intriganti ricette, nella fitoterapia, nella profumeria e nella cosmesi. Grandi foglie e le infiorescenze lo rendono estremamente affascinante nel giardino. Ma che cos’è di preciso il rabarbaro? Spesso viene chiamato “rabarbaro” tutto quell’insieme di specie appartenenti al genere Rheum (fam. Poligonaceae). Sono circa 60 le specie spontanee e cultivar, appartenenti a questo genere, diffuse in Europa e Asia.

Le specie più coltivate in Europa sono Rheum palmatum, per il rizoma, e R. rhabarbarum per i piccioli fogliari, spesso chiamati “gambi”.

In questo articolo ci occuperemo principalmente del Rheum rhabarbarum, il più comune tra le specie e il più interessante nel suo utilizzo.

Una piccola curiosità sull’origine e sul significato del nome rabarbaro: deriva da Rha, antico nome del Volga, e da barbarum: cioè radice che i barbari raccolgono nelle regioni del fiume Rha. Rha, da cui è derivato Rheum (latino), nelle antiche lingue della Moscova significava radice. Perciò è la radice per antonomasia che ha dato nome al fiume Volga, sulle cui rive cresceva la pianta del rabarbaro (P.E.Cattorini).

 

Grandi foglie verdi, gambi rossi e a primavera un fiore bianco alto 2 metri!

 

Come e perché coltivare il rabarbaro

Caratteristiche del rabarbaro sono un robusto apparato rizomatoso e grandi foglie riunite in una rosetta basale, con lunghi piccioli fogliari.

La pianta è perennante e molto resistente alle basse temperature. Le condizioni di crescita migliori sono quelle tipiche delle regioni più fresche. Dalla primavera all’autunno ha un’abbondante attività vegetativa, che si arresta superati i 32°C. Quando le temperature scendono sotto i 5°C la pianta va in dormienza, favorendo la vernalizzazione necessaria alla successiva induzione a fiore e crescita. La vita di una pianta di rabarbaro varia dagli 8 ai 15 anni. Il sesto d’impianto, variabile per varietà giganti o più compatte, si può considerare di 1 mq per pianta.

Il terreno ideale è leggero e ben organicato, ma è possibile coltivare il rabarbaro anche in terreni argillosi, se non eccessivamente compatti. Necessita di un grande apporto di azoto e di potassio, ecco perché la concimazione invernale deve essere abbondante e fatta con letame ben stagionato o stallatico.

Per ottenere una resa soddisfacente la pianta va posta in pieno sole. Tale condizione, alle nostre latitudini, può provocare carenze idriche soprattutto in estate.

Bisognerà fornire abbondante acqua in questa stagione, rinfrescando le foglie di tanto in tanto.

Questa pianta offre uno spettacolo imponente all’interno di un giardino o di un orto. Le foglie grandi e verdi, i gambi rossi, l’altissimo bianco fiore primaverile (fino a 2 metri di altezza) e la sua semplicità di coltivazione, fanno del rabarbaro una pianta dalle grandi soddisfazioni.

 

Rabarbaro forzato

Esiste un antico metodo inglese per ottenere gambi ancora più succulenti e dolci: si chiama forzatura. Le piante crescono almeno tre anni in pieno campo, poi vengono sradicate e si prelevano i rizomi. Questo avviene durante l’inverno, quando le piante sono a riposo.

Questi rizomi vengono posti in capannoni in assenza di luce, a temperatura controllata per qualche settimana. La raccolta viene suggestivamente effettuata a lume di candela e lo spettacolo è fantastico. Si ottengono così dei gambi di qualità superiore. Non avendo prodotto clorofilla tutte le parti verdi sono rimaste bianche e quelle rosse hanno accentuato il colore. Inoltre il gambo perde buona parte della sua consistenza fibrosa, diventa più tenero e più zuccherino, tanto che lo si può mangiare anche crudo. Un superfood a tutti gli effetti.

Questo metodo può essere attuato da chiunque, anche a casa propria. Dall’Inghilterra arriva infatti un metodo tradizionale che consiste nell’uso di campane in terracotta, munite di coperchio, da apporre sopra alle piante all’inizio della ripresa vegetativa. Queste garantiscono un microclima che favorisce la crescita precoce della pianta al buio, e, non da ultimo, donano un tocco di eleganza ad ogni giardino.

 

Un metodo inglese per gambi succulenti e dolci

 

Proprietà

I rizomi e i piccioli di rabarbaro condividono particolari proprietà eupeptiche e benefiche sull’apparato digestivo. Stimolano infatti la secrezione degli enzimi dello stomaco e della bile, ecco perché questa pianta è considerata un rimedio aperitivo e stomachico.

In piccole quantità risulta anche astringente, mentre in maggiori quantità è usato spesso come lassativo e regolatore intestinale. Le proprietà sono arricchite dalla presenza dell’acido gallico, che agisce positivamente sulle mucose come stomaco e intentino e anche sulla pelle.

Le proprietà medicinali sono più potenti e concentrate nel rizoma della specie R. palmatum (rabarbaro cinese), mentre il rabarbaro europeo, il R. rhabarbarum, si utilizza di più in cucina. Si consumano i piccioli fogliari freschi. Il sapore è diverso da quello della radice, nota per il suo gusto amaro che caratterizza caramelle e liquori. I piccioli sono infatti gradevolmente aspri, un gusto difficile da descrivere, certamente da provare. Si sposa con lo zucchero, raffinato o di canna, sia in ricette dolci che salate. Sono famose le marmellate e le torte al rabarbaro, ottimi sono anche gli abbinamenti con carni grasse o formaggi. Il suo gusto stimola le papille gustative, la salivazione e la digestione, rendendolo un ottimo alleato per alleggerire qualsiasi ricetta.

Da segnalare è la presenza di ossalati di calcio in tutta la pianta che favoriscono la formazione di calcoli renali e altre carenze di sali. Ma fortunatamente, a differenza di altri ortaggi come lo spinacio, le concentrazioni sono molto basse, almeno nel picciolo, mentre aumentano nelle foglie. Ecco perché esse sono considerate tossiche e in generale il rabarbaro viene sconsigliato a donne in gravidanza e allattamento.

 

Maria Cazzaniga e Giovanni Mazzucotelli di Res Naturae
Res Naturae è un’azienda vivaistica di Lecco nata da due giovani col desiderio di scoprire il connubio tra il giardino e la cucina. Giovanni, alla ricerca di specie sempre nuove e sconosciute, e Maria, che indaga le proprietà di foglie, fiori e profumi.
Telefono 333 1113430, info@resn.it

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