











Una pianta dalla notevole variabilità genetica, qui segnaliamo alcune varietà d’interesse, non solo per la forma, il colore o l’origine, ma anche per le caratteristiche organolettiche
La storia del pomodoro da mensa nel nostro paese ha inizio con l’introduzione della specie a scopo prevalentemente ornamentale intorno alla metà del XVI secolo. Risalgono a quell’epoca le notizie sull’utilizzo diretto dei frutti come alimento. Il Mattioli, infatti, nel 1544 segnala la presenza in Italia di una specie che produce frutti schiacciati e segmentati (costoluti) prima verdi e poi giallo oro che potevano essere mangiati con olio, sale e pepe. Le notizie sul consumo dei frutti diventano sempre più frequenti nei secoli XVI e XVII; il Durante nelle edizioni del suo “Herbario Novo” scrive che “i frutti frigidi… mangiansi con pepe, sale e olio ma danno poco o cattivo nutrimento”. I pregiudizi rimasero radicati per quasi tutto il XVII secolo, ma la definitiva affermazione del pomodoro come pianta alimentare può farsi risalire alla fine del Settecento e agli inizi dell’ Ottocento, quando la coltivazione della specie per la produzione di bacche fu avviata su superfici significative in Italia e quasi contemporaneamente in altri parti del mondo. Clamoroso il gesto di Gibban Johnson che, all’inizio del Ottocento, per dimostrare il valore alimentare dei frutti li mangiò pubblicamente sui gradini del Palazzo di Giustizia di Salem in New York. Per l’Italia si ha notizia che fin dal 1812 il pomodoro era coltivato estensivamente in Sicilia e il prodotto era trasferito sui mercati di Napoli e di Roma. L’Italia è considerata l’antesignana nella produzione del pomodoro le cui bacche fino alla prima metà del XIX secolo furono destinate esclusivamente al consumo diretto, solo poi furono individuate forme di utilizzazione alternativa suggerite dalla facilità di lavorazione e conservazione dei frutti prima a carattere familiare, poi artigianale e infine industriale.
Già nel 1500 di gustava il pomodoro con olio, sale e pepe
Molte varietà
Il pomodoro da mensa, riguardo alla lunga storia colturale che lo contraddistingue presenta una profonda articolazione varietale. Le cultivar utilizzate hanno frutti più o meno tondi e di elevate dimensioni, la maggiore o minore regolarità della forma è funzione del numero dei carpelli, minimo due nelle varietà a frutto piccolo, fino a 7-9 anche 14 in cultivar dette costolute. I fiori in questi casi hanno un numero di sepali, petali e stami superiori a 5 e si presentano più grandi del solito. Le bacche hanno una forma tanto più irregolare quanto è più elevato il numero delle logge, la costolatura, dovuta a un accrescimento irregolare dei carpelli attigui che diventa più o meno evidente a causa delle condizioni ambientali successive alla fecondazione. Questo è un fattore importantissimo, infatti, non sempre tutti gli anni varietà e cultivar locali hanno lo stesso comportamento fenologico rispetto agli ibridi, sempre uguali a se stessi, perché cultivar non ibride dimostrano la loro grande capacità di adattamento ambientale dovuta alla maggiore variabilità genetica.
Parliamo ora di coltivazione vera e propria
Nell’orto familiare il pomodoro è considerato una coltura da rinnovo e può precedere cipolla, spinaci e lattuga.
Preparazione del terreno. La prima cosa è scelta e preparazione del terreno, per chi ha orto, serve una buona esposizione al sole (orientamento est-ovest) e una lavorazione profonda del terreno, almeno quaranta centimetri, con aggiunta di sostanza organica, stallatico o letame maturo, in quantità di 3-4 chilogrammi per metro quadrato da fare nel periodo invernale. La concimazione organica migliora le condizioni nutritive del substrato, ma senza escludere la necessità di concimi minerali soprattutto per arricchire il terreno in fosforo e potassio quando le piante sono nella fase iniziale di crescita.
In primavera prepariamo l’aiuola con:
– lavorazione sottile del terreno e formazione di un piano di campagna rilevato se siamo in zone soggette al ristagno idrico
– piantagione dei pali tutori in legno, di bambù o di plastica resistente ad almeno 80-100 centimetri uno dall’altro, questa scelta permette di non rompere le radici del pomodoro nel momento in cui la pianta dovrà essere sostenuta nella crescita da tutore e poi ci aiuta a razionalizzare lo spazio e a progettare per tempo il nostro orto.
– predisporre un impianto d’irrigazione con ala gocciolante o micro irrigatore per ogni pianta
– prevedere un’eventuale pacciamatura quale paglia o altro materiale naturale (foglie) da aggiungere alla fine della piantagione per ridurre la presenza d’infestanti e la traspirazione del terreno
Un terreno ben concimato e una buona esposizione al sole sono fattori indispensabili per la riuscita della coltivazione
Sul terrazzo. Per chi non possiede un orto, ma un balcone o un terrazzo è possibile coltivare il pomodoro in vaso o vasca purché le dimensioni siano adeguate a ospitare la pianta di pomodoro. Il vaso deve avere almeno la dimensione di 35-40 centimetri per ospitare anche due piante di pomodoro. La vasca deve essere di almeno 60-70 centimetri e profonda 30 – 35 centimetri per accogliere anche tre piante.
Semina. Il pomodoro da mensa richiede la semina in semenzaio protetto dalla metà di febbraio alla fine di marzo, la temperatura ideale di germinazione è 22°-25° C; le plantule si vedono emergere dopo 5-6 giorni, tenere sempre umido il terreno, dopo la germinazione spostare le piante in luogo a 15°C e alla luce per evitare l’eziolamento. Quando le radici hanno occupato il cubetto di terreno, è possibile fare un trapianto in vasetti diametro dieci centimetri per portare il pomodoro alla dimensione di trapianto definitiva, 5-6 foglie vere senza considerare i cotiledoni.
Irrigazione. Fondamentale per la buona riuscita della nostra coltivazione è dosare correttamente l’acqua, le quantità devono essere regolari, non fornire volumi troppo grandi se ci siamo dimenticati per alcuni giorni di bagnare per evitare il fenomeno della spaccatura dei frutti. Se utilizziamo la pacciamatura l’irrigazione potrà essere ridotta ancora grazie ad una minore traspirazione del terreno. Per le quantità ci si dovrà regolare in base al tipo di terreno.
Concimazione. Se abbiamo fatto una buona preparazione del terreno, dobbiamo preoccuparci di fornire concimi a base di fosforo e potassio con un basso contenuto in azoto ogni 15-20 giorni, non si dovrà eccedere troppo con i concimi perché le piante si avvantaggiano di quanto trovano nel terreno non appena hanno sviluppato un buon apparato radicale. Per chi coltiva in vaso invece, la concimazione regolare è importante perché i terricci per il vaso o la vasca hanno un’autonomia di concime in genere, pari massimo al primo mese poi è necessario intervenire per favorire una buona produzione.
In mancanza di giardino, si può coltivare il pomodoro anche sul terrazzo in contenitori adeguati
Trapianto. Se non si vuole partire dalla semina, ci si può rivolgere a vivai specializzati in piante di pomodori non ibridi e partire direttamente dal trapianto. Per il trapianto abbiamo già accennato a un sesto d’impianto standard per una coltivazione tradizionale, se si ha un orto organizzato in aiuole, consiglio di fare un’unica fila centrale con distanza tra le piante di 80-100 centimetri. Si può usare anche altri sesti d’impianto, quello che importa è attuare tutte le strategie possibili per ridurre l’umidità atmosferica, in altre parole tra le piante deve circolare l’aria per evitare accumuli di umidità che portano alle malattie fungine. Il periodo di trapianto è differente secondo la zona in cui si risiede, per certo di notte devono esserci almeno 10°C prima di mettere le piante all’esterno
Le cure colturali
Legatura. Man mano la pianta cresce è necessario legarla al tutore, usare materiale non rigido quale raffia o corde elastiche che permettono la crescita del fusto senza schiacciamenti. I tutori devono avere un’altezza di 160-180 cm fuori terra per permettere alla pianta di crescere al massimo aumentando così la produzione, infatti, la maggior parte dei pomodori da mensa sono a crescita indeterminata e a ogni palco di foglie emettono un gruppo di fiori che faranno la produzione.
Potatura verde. Mentre la giovane pianta cresce, produce all’ascella delle foglie dei nuovi germogli, chiamati comunemente femminelle, queste vanno spezzate, quando sono piccole, e tagliate se diventano troppo pronunciate, in questo modo eseguiamo la scacchiatura. Questa tecnica ci permette di rinforzare il fusto centrale che ci darà la produzione. Alla fine di luglio possiamo preferire due possibilità o continuare a togliere le femminelle e portare la pianta alla fine della produzione con gli ultimi palchi fiorali nella parte più alta della pianta o tenerne due, le più vigorose vicino alla base del fusto principale, che legheremo al tutore ricreando una nuova pianta che ci darà la produzione della tarda estate e di settembre. Un’altra pratica di potatura è la cimatura della pianta una volta raggiunta l’estremità del tutore, con la corrispondente produzione di femminelle che potremo trattare come scritto sopra. Ricordiamo che le foglie nella parte bassa se rovinate e troppo ombreggiate possono essere tirate via per favorire la circolazione dell’aria e la riduzione dell’umidità.
Con la tecnica della scacchiatura si rafforza il fusto che darà una produzione
Irrigazione. Fondamentale per la buona riuscita della nostra coltivazione è dosare correttamente l’acqua, le quantità devono essere regolari, non fornire volumi troppo grandi se ci siamo dimenticati per alcuni giorni di bagnare per evitare il fenomeno della spaccatura dei frutti. Se utilizziamo la pacciamatura l’irrigazione potrà essere ridotta ancora grazie ad una minore traspirazione del terreno. Per le quantità ci si dovrà regolare in base al tipo di terreno.
Concimazione. Se abbiamo fatto una buona preparazione del terreno, dobbiamo preoccuparci di fornire concimi a base di fosforo e potassio con un basso contenuto in azoto ogni 15-20 giorni, non si dovrà eccedere troppo con i concimi perché le piante si avvantaggiano di quanto trovano nel terreno non appena hanno sviluppato un buon apparato radicale. Per chi coltiva in vaso invece, la concimazione regolare è importante perché i terricci per il vaso o la vasca hanno un’autonomia di concime in genere, pari massimo al primo mese poi è necessario intervenire per favorire una buona produzione.
Avversità. Le principali che possiamo incontrare sono marciume apicale dovuto a squilibri idrici, ristagni d’acqua e concimazioni squilibrate o troppo ricche di azoto; malattie fungine (peronospora, ticchiolatura, ecc.) dovute all’eccessiva umidità atmosferica, al maltempo, piogge frequenti e sbalzi di temperatura. In questi casi ottimi sono i prodotti a base di rame; insetti quali la cimice asiatica e larve di lepidotteri che attaccano foglie e frutti, la difesa migliore è l’utilizzo di reti anti insetto e il controllo accurato delle piante per eliminare a mano insetti e uova degli stessi (di facile identificazione nella lamina inferiore delle foglie sembrano tante palline una vicina all’altra). Di grande utilità sono anche i macerati a base di ortica, aglio ed equiseto, di recente introduzione anche i macerati di tabacco da provare.
Servono concimazioni periodiche a base di fosforo e potassio a basso contenuto in azoto
Le varietà più interessanti: ‘Angiolo Pescini’, ‘Angora Super Sweet’,‘Brandywine Black’, ‘Buffalo Heart Giant’, ‘Corno delle Ande’, ‘Furioso Ramella’, ‘Giant Belgium’, ‘Rosa di Sorrento’, ‘Striped Stuffer’, ‘Yellow Stuffer’,‘White Wonder’
Siamo alla fine del nostro viaggio nel mondo dei pomodori da mensa, un’ultima raccomandazione divertiamoci a coltivare diversi tipi di pomodoro, ma impegnamoci anche nella protezione del seme per mantenere la biodiversità. Il seme del pomodoro si mantiene in purezza isolando un palco di fiori con del tessuto TNT fino all’allegagione, poi si può liberarlo segnando i frutti con un nastrino in modo da ricordarci che quelle bacche non andranno consumate, ma utilizzate per estrarre i semi.
Buona coltivazione a tutti.
Roberta Zaltieri
Azienda Agricola La MargheRita
Via Bassanella, 1, 46040 Gazoldo degli Ippoliti MN
Telefono 0376 657209
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