





Da coltivare per la sua pannocchia dall’alto valore proteico ed energetico
Il granoturco ha rivestito in passato per il nostro paese una fonte alimentare di prim’ordine in grado di eliminare lo spettro della penuria di cibo in terre tradizionalmente sull’orlo della povertà.
Con il miglioramento delle condizioni di vita generali ha lasciato il posto ad altri alimenti e oggi è utilizzato solo pin preparazioni particolari o nella gastronomia locale: polenta in primis.
I mais tradizionali sono molto diversi da quelli oggi utilizzati per la produzione di granella a uso zootecnico. I mais moderni sono piante ottenute da sementi ibride che sfruttano a pieno il fenomeno dell’eterosi e una volta riseminate danno luogo, per la legge della disgiunzione dei caratteri, a una popolazione molto variabile.
I mais tradizionali, invece, sono il frutto di una lunga selezione avvenuta in loco che ha portato a fissare caratteristiche specifiche, espressione della richiesta del momento storico e della realtà geografica specifica. In altre parole se abbiamo una pannocchia di una varietà di mais tradizionale e la utilizziamo come semente otterremo una nuova generazione d’individui sovrapponibili alla pianta madre.
Il mais ‘Marano’, ritornato in auge anche grazie all’attività di un consorzio specifico, è una delle varietà tradizionali più conosciute e apprezzate.
Ottenuto per incrocio e successiva selezione da un agricoltore vicentino, Antonio Fioretti, alla fine del diciannovesimo secolo, mostrò di possedere caratteristiche qualitative e produttive tali da farne adottare la coltivazione anche fuori dalla zona di origine.
Caratteristiche
Le piante, alte meno degli ibridi moderni, in coltivazione orticola su terreno non preparato con una buona letamazione, non raggiungono i 150 cm, portano due pannocchie, talvolta qualcuna in più. Le pannocchie sono di forma cilindrica, poco rastremate dalla base all’apice, con un numero di file da dodici a quattordici che in alcuni casi perdono l’andamento rettilineo per avvitarsi a spirale. I chicchi sono piccoli e di colore molto intenso, indice di un elevato contenuto in carotenoidi, lucidi, lisci, a frattura vitrea. L’asse centrale della pannocchia, il tutolo, è bianco. Le foglie presentano spesso una marcata linea rossa lungo la venatura centrale.
Dal punto di vista nutrizionale si tratta di un prodotto di pregio perché svetta sugli altri per valore proteico, energetico (ha più grassi, insaturi però), e vitaminica. Se utilizzato nell’alimentazione delle galline ovaiole, è in grado di colorare in modo naturale i tuorli.
Coltivazione nell’orto
Varietà precoce (tecnicamente paragonabile a un ibrido di classe 300) impiega circa quattro mesi per essere pronto. Il mais si semina a file, in questo caso distanti circa 80 cm, un seme ogni 30 cm. I semi devono essere posti nel terreno a una profondità di circa 2 cm, in un terreno ben lavorato, letamato, e con un buon drenaggio perché teme suoli pesanti, fradici e freddi.
Si semina quando le temperature notturne hanno superato i 10°C, e per l’uso familiare si può attendere fino alla fina di aprile. Il mais, infatti, è una pianta “a somma termica” e anticipare la semina e la prima parte del ciclo con temperature basse non serve a ottenere un anticipo di raccolto o maggiori produzioni.
Bagnare per scorrimento dentro i solchi tracciati fra le fila, senza infradiciare il terreno ma senza lasciarlo mai seccare.
Si raccoglie quando la maturazione è completa e l’unghia non riesce più a incidere sulla superficie del chicco.
Il materiale da riproduzione deve essere conservato da un anno all’altro in pannocchia scartocciata.