Finocchio

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Il finocchio (Foeniculum vulgare) è una pianta della famiglia delle Ombrellifere, come la carota, il prezzemolo ed il sedano. Viene utilizzato per il grumolo, che è costituito da un insieme di guaine fogliari, bianche, spesse, serrate, che sovrapponendosi le une alle altre alla base del fusto, assumono una forma globosa. E’ ricco di anetolo, un’essenza ad azione antibatterica, presente soprattutto nei semi e alla base del suo tipico aroma, simile all’anice.

Come in molte piante erbacee è possibile distinguere una fase vegetativa, caratterizzata dello sviluppo dell’apparato fogliare, da una fase riproduttiva, nella quale si ha l’allungamento degli internodi che culmina con la fioritura e la fruttificazione. Queste fasi sono regolate dal fotoperiodo (rapporto tra lunghezza del giorno e quella della notte) e dalla temperatura: il fotoperiodo lungo e le alte temperature stimolano e favoriscono la fioritura, mentre il fotoperiodo breve e temperature più miti favoriscono la fase vegetativa e garantiscono la produzione di grumoli migliori.

Generalmente il finocchio si semina all’inizio dell’estate (al nord non oltre il mese di luglio), in quanto una semina antecedente stimola la fioritura anticipata. Ultimamente sono state selezionate alcune varietà adatte alla semina primaverile, che però hanno delle caratteristiche qualitative inferiori. Nell’avvicendamento colturale il finocchio segue coltivazioni precoci come il pisello o gli spinaci o piante a ciclo autunno primaverile come aglio e cipolla. Assolutamente da evitare il ristoppio e la semina dopo un’altra ombrellifera. In relazione all’epoca d’impianto il finocchio viene raccolto dopo circa 80 giorni per le cultivar a ciclo precoce seminate in estate, dopo 100-130 giorni per quelle a ciclo medio e 160 per quelle tardive.

Scelta varietale

Sarebbe opportuno coltivare quelle varietà che si adattano meglio alle caratteristiche pedoclimatiche della zona dove si abita. Per questo molte delle varietà tradizionali sono selezioni locali e portano il nome del luogo dove hanno avuto origine.

‘Di Parma’: varietà invernale, medio tardiva, si semina da giugno a fine agosto e si raccoglie da settembre fino a novembre-dicembre, il grumolo è grande e croccante.

‘Dolce di Firenze’: medio tardivo, semina da metà giugno, raccolta nel tardo autunno, grumolo medio-grosso di colore verdastro che sbianca solo con rincalzature.

‘Mantovano’: medio precoce a grumo piccolo e leggermente schiacciato, bianco candido, raccolta a fine estate.

‘Romanesco’: a grumo grosso, rotondo, bianco candido, semina a luglio, raccolta autunnale.

‘Trevi’ : cultivar molto tardiva (160 gg).

E poi ancora ‘Grossissimo di Napoli’, ‘Tondo di Sarno’, Romagnolo’, ecc.

Esigenze agronomiche

Nei nostri climi è una pianta annuale, poiché è particolarmente sensibile alle basse temperature, già a 4°C arresta il suo sviluppo e un’esposizione prolungata a temperature intorno allo zero può comprometterne i tessuti.

Riguardo al terreno è molto esigente, deve essere fertile, ricco di sostanza organica, ben drenato, sciolto o di medio impasto. Sono da evitare i terreni molto sciolti, in quanto favoriscono lo sviluppo della parte superiore della pianta a scapito dei grumoli e i terreni che tendono a compattarsi o che sgrondano male, nei quali il grumolo e l’apparato radicale fittonante trovano difficoltà a svilupparsi adeguatamente.

Tecniche colturali

Preparazione del terreno

Il terreno deve essere ben lavorato e concimato. Nelle coltivazioni estive risultano fondamentali e indispensabili le lavorazioni e le concimazioni effettuate per la coltivazione precedente; prima della semina o del trapianto è sufficiente pertanto una lavorazione superficiale e la somministrazione di compost ben maturo o di concimi minerali a base di azoto (10–15g /mq di N pari a 40-60 g di Nitrato Ammonico).

Semina

Può essere eseguita sia in pieno campo che in semenzaio. La semina in pieno campo, se ben condotta, consente una crescita più regolare e veloce e uno sviluppo migliore del grumolo e del fittone. D’altra parte il periodo di semina e la germinabilità scarsa (spesso non supera il 30%) rendono la semina in semenzaio più sicura. In pieno campo si utilizzano circa 0,5 g/mq di seme (1 g contiene circa 200-300 semi).

Tracciare dei solchi profondi 1 o 2 cm

Si semina alla distanza di 2-5 cm in solchi distanti 40-60 cm. Il solco va ricoperto con circa 1-2 cm di ottimo terriccio e mantenuto costantemente umido con annaffiature leggere e frequenti. Per facilitare le operazioni di annaffiatura senza spostare i semi e mantenere l’umidità costante si può coprire le parti seminate con un telo di iuta o canapa fino alla germinazione: questi, oltre a proteggere i semi dall’azione meccanica dell’acqua, ne limita l’evaporazione che, in estate, date le alte temperature, è molto elevata.

Dopo circa una ventina di giorni dalla nascita si può procedere al diradamento, mantenendo una distanza sulla fila di 25 cm. Le piante estirpate possono essere eventualmente utilizzate per coprire eventuali fallanze.

In semenzaio

Volendo optare per la semina in semenzaio si possono utilizzare cassette, contenitori ad alveoli o singoli vasetti. In cassetta la semina si può fare a spaglio utilizzando 1g/mq di seme. Nei vasetti o nei contenitori ad alveoli si consiglia di inserire almeno tre semi ogni unità. Dopo la semina è bene conservare in luogo ombreggiato i contenitori, utilizzando gli stessi accorgimenti previsti nella semina in pieno campo. Quando le piantine hanno 30-40 giorni sono pronte per il trapianto.

Irrigazioni

Devono essere abbondanti e regolari, per far sì che i grumoli siano croccanti e teneri e che la pianta non fiorisca, cercando di evitare i ristagni. Ottima anche in questo caso l’irrigazione a goccia.

Sarchiature e rincalzature

Sono utili per mantenere il terreno sgombro dalle infestanti e indispensabili per favorire l’imbiancamento del grumolo.

Rincalzare le piante in modo da ricoprire il grumolo con la terra

Raccolta

In genere è scalare, a partire dal mese di ottobre.

In inverno

Specialmente nelle regioni settentrionali, a partire dalla fine di ottobre, è indispensabile coprire le colture con del tessutonontessuto, della paglia, delle foglie secche o delle strutture di protezione quali tunnel o piccole serre fredde.

Avversità  

Le più temibili sono i marciumi sia di origine fungina (Sclerotinia libertiana), che batterica (Erwinia carotovora e Pseudomonas sp.), che possono interessare il grumolo e le radici.

Altri ospiti indesiderati possono essere le limacce, i topi, gli afidi e alcuni insetti terricoli che possono provocare seri danni ai seminati.

Consigli di prevenzione

Impiegare esclusivamente materiale di propagazione sano e certificato

Aspettare almeno due anni prima di ricoltivare il finocchio nelle stesse aiuole

Effettuare concimazioni azotate equilibrate

Evitare ristagni idrici e scarso drenaggio

Adottare l’irrigazione localizzata

Asportare e distruggere i residui infetti

Trattamenti

Eventuali trattamenti possono essere effettuati all’occorrenza con prodotti rameici per il controllo dei marciumi. Macerati di aglio e cipolla, macerato di ortica, sapone liquido di Marsiglia diluito in acqua (5-10 %) o piretro possono essere utilizzati contro gli insetti.

Coltivazione del finocchio e biodinamica

Effettuare le semine in luna calante (luna nuova), i trapianti, le sarchiature e le rincalzature in luna discendente (tempo di piantagione o trapianto), scegliendo comunque sempre i giorni di terra o acqua. Un trattamento al terreno con il preparato 500 prima della lavorazione principale e delle rincalzature ne migliora profondamente gli effetti. Attenzione all’uso del 501 che potrebbe stimolare la fioritura anticipata.

(Disegni di Claudio Cristiani)

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