Fava

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La fava, Vicia faba, è una pianta appartenente alla famiglia delle leguminose, come pisello e fagiolo, conosciuta e coltivata fin dall’antichità nel bacino mediterraneo e nell’area mediorientale come alimento per l’uomo e per gli animali.

Nell’ambito della specie sono distinguibili tre varietà botaniche in base alla dimensione dei semi:

  • Vicia faba var. maior – fava grossa, che produce semi appiattiti e grossi, impiegati per l’alimentazione umana
  • Vicia faba var. minor – favino o fava piccola, i cui semi sono rotondeggianti e relativamente piccoli e s’impiegano per seminare erbai e sovesci e anche come concentrati nell’alimentazione del bestiame
  • Vicia faba var. equina – favetta o fava cavallina, provvista di semi appiattiti di media grandezza che s’impiegano per l’alimentazione del bestiame e, oggi, anche dell’uomo come granella fresca inscatolata o surgelata

La fava è una pianta annuale, a rapido sviluppo, a portamento eretto, glabra, di colore grigio-verde.

La sua radice è fittonante, ricca di tubercoli voluminosi, dove si insediamo i batteri simbionti che fissano l’azoto atmosferico.  

Gli steli sono fistolosi e quadrangolari, alti in media 80-100 cm.

Le foglie, alterne e paripennate, sono composte da due o tre paia di foglioline sessili, ellittiche, con la fogliolina terminale trasformata in un appendice poco appariscente, ma riconducibile al cirro che caratterizza le foglie delle Vicieae.

I fiori si formano in numero da 1 a 6 su un breve racemo che nasce all’ascella delle foglie mediane e superiori dello stelo. Hanno petali bianchi, talora violacei e presentano quasi sempre una caratteristica macchia scura sulle ali.

Il frutto è un legume allungato, cilindrico o appiattito, terminante a punta, che contiene da 2 a 10 semi. La forma e le dimensioni dei semi sono, come s’è visto, diversissime nelle diverse varietà.

Le principali varietà

Tra le varietà coltivate negli orti, appartenenti alla Vicia faba var. maior, ricordiamo:

  • ‘Aguadulce’ – pianta rustica, dal ciclo medio precoce, con baccello lungo 25-30 cm, con 5-6 grani. Sapore dolce e molto delicato.
  • ‘Supersimonia’ – pianta di taglia alta, vigorosa, con baccello lunghissimo con 6-7grani. Di eccellente qualità e molto produttiva.
  • ‘Reina Mora’ – pianta rustica, molto resistente al gelo con baccelli che, a piena maturazione, diventano di color viola brillante. Molto precoce e produttiva.
  • ‘Histal’ – pianta uniforme, di taglia alta, vigorosa, con baccelli lunghi 34-37 cm, con 8-9 grani, bianchi, dolci, di grande calibro. Molto produttiva.

Esigenze

La fava germina con accettabile prontezza già con temperature del terreno intorno a 5°C; in queste condizioni l’emergenza si ha in 15-20 giorni. La massima resistenza al freddo si ha allo stadio di 4-5 foglie e difficilmente riesce a resistere a temperature inferiori a – 6°C.

Dal punto di vista idrico, la fava è una forte consumatrice d’acqua e trova proprio nella deficienza idrica durante la fase di granigione il più importante fattore limitante delle rese, particolarmente nel caso di semine primaverili.

Si adatta bene a terreni pesanti, argillosi, argillo-calcarei; rifugge da quelli sciolti e poveri di humus e dai ristagni idrici.

Tecniche colturali

E’ una pianta che si avvantaggia delle lavorazioni e delle concimazioni effettuate per le altre colture. In caso di terreno costipato, per ricreare una buona struttura, si consiglia di eseguire una vangatura. Ottimo il compost ben maturo, da distribuire prima della semina, se la sostanza organica è scarsa.

Come tutte le leguminose, è in grado di assimilare l’azoto atmosferico, grazie all’azione dei batteri azotofissatori che vivono in simbiosi nelle radici. In assenza di concimazioni organiche è necessario intervenire col fosforo prima delle lavorazioni del terreno (15-20 g di P2O5). Il potassio, nei terreni vocati alla sua coltivazione, generalmente è sufficiente; in caso di carenza si può intervenire con 20-25 g  di K2O per m2. Una piccola quantità di azoto può aiutare in primavera lo sviluppo della pianta, prima che si instauri la simbiosi con i batteri azotofissatori. Quantitativi di azoto elevati sono, invece, dannosi e inutili, poiché rallentano lo sviluppo dei batteri azotofissatori e predispongono la pianta all’attacco di funghi ed afidi.

Rotazioni colturali e consociazioni

La fava segue preferibilmente colture da radice, come la carota e la patata; nel frutteto famigliare si presta molto bene alla consociazione per arricchire di azoto il terreno ed aumentarne il suo contenuto in humus.

Semina – Si effettua a file, a spaglio o a postarelle, in pieno campo, in diversi momenti, a seconda del clima. Nei climi più temperati si semina di norma in autunno, mentre in quelli più rigidi a febbraio-marzo.  

Nella semina a file si adotta una distanza tra le fila di 40-80 cm e sulla fila di 15-20 cm, in modo da avere una densità di 7-14 piante a mq.

La profondità di semina può variare tra 3 e 10 cm, a seconda della stagione e delle disponibilità idriche; le semine più profonde sono da preferire in caso di possibilità di gelo o di scarsità di piogge.

Irrigazioni – Di norma, dato il periodo in cui viene coltivata, la fava non richiede irrigazione, ma, in caso di siccità, diventa indispensabile, specie durante la formazione del seme.

Sarchiature e rincalzature – Sono utili per mantenere il terreno sgombro dalle infestanti e garantire una radicazione ben sviluppata. 

Raccolta

Consumo fresco: in genere è scalare, a partire da aprile-maggio, quando i semi non sono completamente maturi, risultando così teneri e dolci.

Consumo secco: si effettua quando i baccelli non sono ancora del tutto secchi, per evitare che, aprendosi, lascino cadere i semi a terra, estirpando le piante e riponendole in ambiente aerato, rimandando la sgranatura a essiccazione avvenuta. 

Conservazione – I baccelli freschi si conservano 1 o 2 settimane a 4-6°C e ad umidità elevata, mentre i grani secchi vanno riposti in ambiente fresco e asciutto e si conservano fino ad 1 anno. 

Le avversità

Tra i parassiti vegetali, ricordiamo:

  • l’antracnosi, che colpisce i baccelli sui quali forma tacche necrotiche e depresse, nerastre, che si estendono ai semi in formazione
  • la ruggine, che si manifesta sulle foglie e sugli steli con la comparsa di pustole rugginose
  • l’orobanche, che è una fanerogama parassita che penetra nelle radici delle piante attraverso degli austori che succhiano direttamente la linfa.

Tra i parassiti animali:

  • il più frequente è l’afide nero, che si manifesta nelle stagioni più calde attaccando le parti apicali. Per contenere il problema si consiglia di spuntare le piante quando la fioritura è avanzata ed iniziano a vedersi le prime piccole fave.
  • I grani conservati allo stato secco sono soggetti agli attacchi del tonchio, che può colpire le piante anche in coltivazione, deponendo le uova sui giovani baccelli e scavando gallerie allo stato larvale all’interno dei semi. La lotta si attua in via preventiva con prodotti a base di rame e zolfo o con trattamenti regolari a base di propoli ed oli essenziali e con olio di neem.

La coltivazione della fava ed il calendario biodinamico

Effettuare le semine in luna crescente (luna nuova), le sarchiature e le rincalzature in luna discendente (tempo di piantagione), scegliendo comunque sempre i giorni di calore. Un trattamento al terreno col preparato 500 prima della lavorazione principale e delle rincalzature ne migliora profondamente gli effetti. Il preparato 501 si può spruzzare dopo la fioritura, effettuando due o tre trattamenti al mattino presto, con giornate soleggiate, in giorni di aria o calore.

(Disegni di Claudio Cristiani)

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