Fagiolo stringa

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Lunghi baccelli dal sapore delicato

Sono diversi i nomi popolari con cui è conosciuta la pianta orticola classificata come Vigna unguiculata var. sesquipedalis: fagiolo stringa, fagiolo lungo un metro, fagiolo asparago, e talvolta gli stessi nomi declinati con fagiolino, perché della pianta interessano più i baccelli dei semi.

In ogni modo si voglia chiamare, è pianta antica già coltivata nel nostro Paese, portata dall’India, prima dell’arrivo dei fagioli veri e propri, originari delle Americhe.

È poco coltivato, solo localmente è diffuso in meridione e in Veneto, è adatto agli orti familiari per la capacità di diversificare la produzione, per il buon raccolto fornito, e perché, come le altre leguminose migliora la fertilità del terreno.

 

Descrizione

E’ pianta rampicante con fusti che arrivano a misurare fino a tre metri e necessitano di una spalliera, ottimi per ricoprire nell’orto un muro poco bello a vedere.

I fusti di colore rosso sono saldamente ancorati al terreno da una robusta radice fittonante, lunga in media 30 cm, dotata di tubercoli contenenti i batteri azoto fissatori.

Le foglie sono composte e trifogliate, formate da elementi di colore vivo e lucido, non tomentose.

I fiori sono di colore viola chiaro, grandi, più di quelli dei fagioli classici, dotati di una grande capacità di attirare gli insetti. Hanno breve durata e quando il sole è a picco si chiudono.

 

Il frutto

La parte edule della pianta è data dai lunghi baccelli che possono raggiungere dimensioni davvero notevoli, anche vicino al metro. Di sezione abbastanza uniforme, con i rigonfiamenti delle logge contenenti semi, sono di sezione quasi circolare, di colore variabile secondo la selezione, carnosi, con un parenchima gelatinoso. La raccomandazione è quella di raccoglierli alla lunghezza di circa 40 cm, ma anche se lasciati crescere ancora difficilmente diventano duri, fibrosi o sgradevoli. Il sapore delicato è molto gradevole, vicino, ma non omologabile a quello dei fagiolini.

I semi che contengono all’interno, anche se molte logge pur formate risultano vuote al momento del raccolto, sono piccoli, allungati, di colore rosa, pernice o nero, a seconda della selezione.

Si raccoglie in modo scalare per oltre un mese, produce poco più di mezzo kg per metro quadrato, ma lo scarto è ridotto ed il calo in fase di cottura molto contenuto.

Si consuma lessato e condito con olio e sale.

I baccelli, portati spesso a coppie, possono terminare arricciandosi.

 

Come coltivarlo

Piuttosto adattabile in fatto di terreno, amante del caldo, e capace di resistere meglio degli altri fagioli alla siccità, il fagiolo lungo un metro non richiede una concimazione diretta, ma si giova della fertilità residua del terreno se posto dopo una coltura ben letamata, come pomodoro o zucchino.

Si semina solo dopo che il pericolo di ritorni di freddo è cessato, aspettando per precauzione, almeno in pianura Padana ed in collina, fino all’inizio di maggio.

La semina classica è a postarelle, distanti fra loro 30 cm, ognuna contenente un numero di otto semi, ricoperti da un centimetro di terriccio fermato con la pressione dei palmi delle mani aperti.

I sostegni si pongono nel terreno al momento della semina. I pali dovrebbero raggiungere un’altezza fuori terra di circa due metri, ma un metodo molto valido è la rete elettrosaldata piegata “V” rovesciata dove i fagioli possono salire su un lato e ricadere dall’altro.

Si bagnano al piede mantenendo il terreno fresco, senza inzupparlo. Gli apporti idrici sono importanti soprattutto in fase di fioritura. Una carenza idrica blocca la produzione di nuovi fiori e, in prospettiva, di nuovi fagioli.

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