










La popolarità dell’Agapanthus e il favore che incontra tra piccoli e grandi coltivatori vanno aumentando sempre di più, sia per le belle tonalità dei blu e la bella forma campanulata dei fiori, che per le altezze che raggiungono gli steli, offrendo così preziosi elementi verticali nella pianificazione delle fioriture estive del giardino.
Proprio a causa di questo interesse la quantità di cultivar introdotte negli ultimi anni è impressionante! Di contro però è scarso il materiale che viene fornito al pubblico amante del giardinaggio, strano fatto se si pensa che di solito le preferenze dei consumatori, in questo caso il successo di un genere o di una pianta, vanno sempre di pari passo con l’offerta commerciale, gli articoli e le pubblicazioni disponibili. Ho iniziato ad interessarmi agli agapanti verso la fine degli anni ’90 e le mie domande rimasero senza risposta nonostante fossi diventata membro della Royal Horticultural Society, accedendo così a pubblicazioni e banche dati, così come rimase delusa la ricerca di rivenditori da cui acquistare le varietà inglesi che vedevo nelle fotografie dei mixed borders d’oltremanica.
In Italia, in realtà, è stato piuttosto comune negli ultimi cinquant’anni scorgere agapanti nei giardini della riviera ligure o più a sud dove la temperatura si fa più mite, quasi sempre frutto di vecchi impianti, risalenti a quando i giardini erano seguiti dai giardinieri che mettevano a dimora le specie disponibili seguendo spesso il gusto estetico dei padroni di casa e senza chiedersi troppi perché. Nonostante ciò la sua presenza è stata un po’ quella di un gigante silenzioso, quasi che la sua bellezza non bastasse a giustificare l’interesse scientifico o commerciale. Gli esemplari che si vedevano normalmente erano infatti sempre gli stessi, quasi ne fosse esistita una sola varietà.
625 Specie
Recentemente invece la richiesta di nuove varietà di agapanti è diventata sempre più massiccia, sia da parte di privati che di curatori di grandi parchi e giardini storici, dando così il via anche pubblicazioni scientifiche monografiche e alla creazione di nuove interessanti varietà. Oggi se ne contano 625, ottenute dalle specie che secondo la vecchia tassonomia (Leighton) sono dieci, mentre secondo una più moderna revisione approvata dalla Royal Horticultural Society sono sei: A. campanulatus, A. caulescens, A. coddii, A. praecox, A. inapertus e A. africanus.
I colori comprendono tonalità di blu-viola, azzurro e bianco. C’è chi mormora di Agapanthus rosa o addirittura di una specie rossa, forse della Nuova Zelanda, ma sta di fatto che fino ad oggi non ne è stato catalogato nessuno rosa né tanto meno rosso, ma la caccia continua!
Genere, specie, cultivar
Il nome di questo genere della famiglia delle Agapanthaceae di origine sudafricana, deriva dal greco agapé, amore e anthos, fiore. Questo “fiore dell’amore” ha avuto molti nomi indigeni, ma quello di African lily, Giglio africano, è stato di certo il più comune. Agapanthus, che si è conservato come nome del genere, è quello attribuitogli nel 1905 dal Congresso Botanico della Nomenclatura di Vienna.
Le piante sono erbacee perenni, glabre e ricche di saponina. Normalmente si trovano singole in natura, raramente formano colonie. L’apparato radicale è formato da rizomi simili a bulbi con radici carnose. Le foglie crescono direttamente dal rizoma, caduche o sempreverdi, lineari, non frastagliate, arcuate nella parte superiore o anche stese, di colore dal verde al verde scuro, opache o lucide, sottili o carnose, a seconda della specie o della varietà.
Il peduncolo è vigoroso, nasce sempre tra le foglie e può essere tondo come piatto. L’infiorescenza è sempre racchiusa da una singola, larga brattea che si apre su un lato per far schiudere il fiore. In certe specie e cultivar la brattea si spacca dando la sensazione che l’infiorescenza si apra su sue lati. In seguito può cadere o rimanere legata al fiore.
Fiore
L’infiorescenza è formata un racema semisferico composto in media da 7-10 fiori campanulati che si aprono uno dopo l’altro, dando così l’impressione di una lunga fioritura.
La particolarità forse più interessante dell’agapanto è che il bocciolo che fiorirà nella stagione successiva inizia a formarsi poco dopo il periodo di fioritura. Questo spiega quanto sia importante quindi non sottoporre le piante a stress climatici troppo forti che ne potrebbero compromettere la sopravvivenza. La fioritura va da giugno al primo autunno, a seconda del clima.
Tutte le specie di Agapanthus sono originarie del Sud Africa, dalla Provincia del Capo al fiume Limpopo a nord, dal livello del mare fino a 2100 metri di altitudine. Le specie a foglia caduca crescono in aree asciutte durante l’inverno, con piogge solo estive, quelle sempreverdi invece in zone con inverni piovosi o con precipitazioni in ogni periodo dell’anno.
Agapanthus, le cultivar a fogliame deciduo
Per riuscire a coltivare gli Agapanti in vasi o in piena terra anche in zone la cui temperatura notturna d’inverno scende sotto i -5°C, sono state migliorate geneticamente alcune specie a foglia caduca, creando così delle nuove cultivar.
Nonostante queste siano più rustiche, hanno comunque bisogno di un’opportuna protezione che eviti che il gelo possa penetrare nei vasi, danneggiando così l’intero apparato radicale. Naturalmente il rischio è maggiore se i vasi sono tenuti all’aperto durante il periodo di dormienza. E’ quindi consigliabile ritirarli in una rimessa, o in garage o almeno isolarli dal freddo con abbondante pacciamatura o materiali isolanti. La coltivazione in terra è sconsigliata se il gelo è persistente.
Le varietà più adatte alla coltivazione in vaso sono in maggior parte provenienti da vivai britannici e dei Paesi Bassi e sono generalmente piante a sviluppo limitato. Fa eccezione la famosa selezione dell’ A. inapertus subsp. hollandii, conosciuta come “A. Lindemberg”, che raggiunge un’altezza tra i 90 e i 180 cm, con fiori blu viola di straordinaria bellezza.
Comunemente accessibili in Italia sono soprattutto le selezioni inglesi note come ibridi di Headbourne, nonché le cultivar ‘Black in Black’, ‘Blue Globe’, ‘White Superior’ ed altre con varie sfumature del colore dei fiori blu o bianchi.
Agapanthus a foglie sempreverdi
Sono gli agapanti più noti e diffusi in Italia. Hanno foglie più larghe di quelli a foglia caduca, infiorescenze copiose, globose e portate su scapi alti ben al di sopra del fogliame. Generalmente le specie e le selezioni commercializzate sono in grado di resistere a brevi eventi di deboli gelate, che possono danneggiare il fogliame senza causare danni ai rizomi, ma si raccomanda di riparare i contenitori con questi agapanti ovunque le gelate siano frequenti. Solo in zone costiere o nell’estremo sud della penisola italiana, dove le temperature notturne non scendono mai sotto -2°C, è possibile tenere le fioriere all’aperto anche d’inverno. Le foglie danneggiate dal freddo ingialliscono e devono essere asportate per evitare la diffusione di marciumi, così come quelle andate in senescenza naturale.
Gli agapanti a foglia sempreverde esigono una posizione soleggiata, ma può essere vantaggioso assicurare un ombreggiamento parziale nelle ore più calde della giornata. Le cultivar a grande sviluppo tendono a formare cespi di notevoli dimensioni e sono particolarmente apprezzati per questa loro capacità che esige però di spazi sufficienti. Le piante sono attraenti non solo per le infiorescenze spettacolari, ma anche per il fogliame estremamente decorativo.
Praticamente tutti gli agapanti sempreverdi sono varietà derivate dall’ Agapanthus praecox, molto variabili e suscettibili ad incroci spontanei. Da qui derivano le varie forme degli agapanti venduti comunemente come “Agapanto africano” o “Agapanto africano a fiore bianco”. Rare sono le cultivar con foglie variegate; una delle migliori è ‘Tinkerbell’.
Coltivazione di agapanti a foglia decidua:
- poco rustici, non amano frequenti trapianti
- in vasi o in piena terra dove non si verificano che brevi e occasionali gelate, altrimenti vanno coltivati in vasi i quali andranno ritirati in ambienti in cui non ci sia rischio di gelo
- annaffiature frequenti e regolari durante l’intero ciclo vegetativo, praticamente nulle durante l’inverno
- substrato di terriccio universale ben drenato, non eccessivamente pesante o sabbioso
- i rizomi a radice nuda vanno messi sotto 5-8 cm di terra, mentre piante acquistate in vaso andranno ripiantate con tutto il pane di terra in cui si sviluppano le radici
- calcolare 30-40 cm tra una pianta e l’altra
- fertilizzare con concimi liquidi equilibrati tre o quattro volte a distanza di circa tre settimane durante la primavera
- la propagazione avviene per divisione del rizoma a inizio primavera. Applicare un fungicida in polvere dove si è effettuato il taglio
Coltivazione di agapanti sempreverdi:
- poco rustici, non amano frequenti trapianti
- all’esterno solo in zone in cui non si verificano gelate
- si acquistano esclusivamente in vaso, trapiantare a primavera inoltrata
- substrato ricco ma molto permeabile
- la distanza da calcolare tra le piante è di circa 60cm, anche perché è consigliato non spostarle per i 4 anni successivi all’impianto
- abbondanti annaffiature dalla primavera all’autunno, lasciando asciugare quasi completamente la terra tra una e l’altra. Durante l’inverno, anche se posti al riparo, innaffiare regolarmente
- fertilizzare regolarmente con un concime complesso diluito
- propagazione per divisione del rizoma a inizio primavera. Applicare un fungicida in polvere dove si è effettuato il taglio
La propagazione per seme è possibile sia per gli agapanti decidui che per quelli sempreverdi, la prima fioritura delle giovani piante avviene solo dopo numerosi anni.
Nemici
I nemici più temibili sono le chiocciole e le limacce. E’ necessario prevenire i loro attacchi per salvaguardare la bellezza del fogliame.
In caso di eccessiva densità delle piante possono verificarsi marciumi. Conviene asportare subito eventuali foglie ingiallite ed annaffiare con moderazione.
Le foglie sono raramente attaccate dal fungo Macrophoma agapanthii, il quale, nel caso di problemi seri, può essere combattuto con fungicidi sistemici.
Non sono infrequenti irritazioni della cute e delle mucose durante la manipolazione degli agapanti. Sono dovute a saponine tossiche, ben conosciute ed anche sfruttate dalle popolazioni indigene del Sudafrica. Si raccomanda di usare i guanti.
Valeria Viotti e Christian Shejbal
Vivaio Floriana Bulbose
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