





Guanti delle streghe
Pianta velenosa e bellissima, ispiratrice di cruente fantasie poetiche, Digitalis purpurea esibisce una delle fioriture più vistose e bizzarre del mese di maggio. Di facile coltivazione, si presta ad essere naturalizzata nei giardini spontanei o coltivata sullo sfondo delle bordure di erbacee perenni.
Il genere Digitalis appartiene alla grande famiglia botanica delle Scrophulariaceae e comprende una ventina di specie di erbacee biennali o perenni di breve vita, tra le quali Digitalis purpurea è senz’altro la più nota e popolare. E’ una pianta erbacea particolarmente spettacolare, spontanea in tutta l’Europa centrale e meridionale e presente anche in Italia. In natura il suo ciclo di vita è per lo più biennale, ma in coltivazione può essere persuasa a comportarsi da perenne, sebbene per non più di due-tre stagioni. Forma una rosetta basale di foglie ovate a margine dentato, spesso ricoperte di una lanugine biancastra, che persistono durante l’inverno anche in climi molto rigidi. In maggio e giugno, su steli eretti alti fino a 100-120 cm, produce lunghe spighe unilaterali di fiori tubulari-campanulati, rigonfi, con vistose maculature interne. Nella specie spontanea, i fiori sono di colore rosa-porpora più o meno intenso oppure bianchi, in entrambi i casi maculati di porpora-rossiccio all’interno. Le varietà e gli ibridi presentano una più vasta gamma di sfumature di colore e includono anche forme con fiori privi di macchie interne. Tutte le parti della pianta sono tossiche e, se ingerite, possono provocare avvelenamenti anche molto gravi.
In giardino
Se il terreno circostante è sufficientemente libero da piante infestanti e mantenuto un po’ umido durante l’estate, Digitalis purpurea si dissemina spontaneamente con facilità e si presta pertanto ad essere naturalizzata in giardino, dove tenderà a stabilire il suo ciclo biennale (le piante muoiono dopo aver fiorito ed essersi disseminate, i nuovi esemplari nati da seme in estate passano l’inverno e fioriscono durante la primavera successiva). Per indurla a comportarsi da perenne bisognerà al contrario impedirle di riprodursi, recidendo alla base gli steli fiorali precocemente, cioè in anticipo sulla produzione del seme. Questa operazione, seguita da un po’ di costanza nelle irrigazioni, permette quasi sempre alla pianta di rivegetare vigorosamente dalla rosetta basale. Se effettuata al termine della prima fioritura dopo la messa a dimora, consente di ottenere nella primavera successiva una fioritura particolarmente abbondante e spettacolare (purtroppo non dà gli stessi risultati se ulteriormente ripetuta).
Nelle bordure miste, le Digitalis si accompagnano magnificamente a una moltitudine di perenni che fioriscono nello stesso scorcio stagionale e che ne condividono la predilezione per i siti esposti a mezza giornata di sole diretto. La specie botanica e la varietà ‘Snow Thimble’, per esempio, potrebbero essere coltivate insieme sullo sfondo di un grande gruppo in rosa e bianco, nel quale potrebbero trovare posto Lupinus ‘The Chatelaine’, Delphinium ‘Casablanca’ e una scelta di Aquilegia tardive a fiore semplice e doppio (per esempio A. vulgaris ‘Alba’, vulgaris ‘Altrosa’, ‘Rose Barlow’, ‘White Barlow’, ‘Nora Barlow’): nella seconda metà di maggio, un colpo d’occhio davvero irresistibile!
Le varietà
- Digitalis purpurea ‘Snow Thimble’: fiori bianco puro, privi di maculature interne.
- Digitalis purpurea ‘Sutton’s Apricot’: fiori rosa-arancio albicocca.
- Digitalis x purpurea serie “Camelot”: ibridi vigorosi con fiori più grandi rispetto a quelli della specie, disponibili in differenti varietà di colore.
- Digitalis x mertonensis (D. purpurea x D. ambigua): ibrido interspecifico, tendenzialmente più longevo rispetto alle varietà di D. purpurea. Portamento compatto, fiori grandi, pelosi, di colore rosa intensamente sfumato di porpora.
Valentina Povero e Tullio Destefano
L’ERBAIO DELLA GORRA
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