







Salvia patens ‘Guanajuato’
Il genere Salvia comprende interessanti specie annuali ma, nella maggior parte dei casi, meravigliose e vigorose perenni; possono essere suffrutici o erbacee perenni con portamento cespuglioso, ed erbacee a rosetta basale.
Le salvie erbacee hanno fioriture interessanti e prolungate nel tempo tali da coprire tutta la stagione estiva per arrivare in molti casi alle porte dell’inverno. Hanno corolle bianche, azzurre, rosa, rosse, viola; colori uniformi o con sfumature diverse o con macchie bianche alla gola ma quelle blu sono le più spettacolari. Il blu delle fioriture delle salvie è difficilmente trovabile in altri generi.
Salvia patens: si tratta di una salvia con radice tuberosa da coltivare anche all’aperto dove si può scendere anche a -10°C, dopo aver curato con particolare attenzione il drenaggio che deve essere qui ancora più spinto. Vive spontanea in alcune regioni del centro del Messico: Hidalgo e San Louis Potosi. Ha foglie triangolari, profumate e pelosette, a volte arrossate ai bordi; gli steli fiorali sono in genere eretti poco ramificati. Altezza con la fioritura intorno al metro. Le corolle, presenti da giugno a ottobre, sono grandi con tubo rigonfio, il labbro superiore falcato e il labbro inferiore allargato e diviso in due lobi, di un blu genziana che non ha rivali. La descrizione della struttura del fiore è valida per le corolle di tutte le specie di salvia ma in questa specie le labbra sono veramente grandi e spettacolari. Spettacolari ancora di più nella varietà ‘Guanajuato’, rinvenuta da James Compton (un appassionato ricercatore di specie del genere Salvia) nella regione di Guanajuato sempre in Messico. In questa varietà la corolla è molto più grande, tutta la pianta è più grande; in più, altra caratteristica che la distingue dalla specie, presenta una macula color bronzo lungo la nervatura centrale della foglia. Salvia patens, in tutte le sue forme (esistono varietà a fiore bianco, rosa, azzurro e color lavanda), a marzo riprende a vegetare con forza; è bellissima quando emette i nuovi germogli testimoniando la sua forza.
Salvia guaranitica (proviene dal Brasile, Argentina, Uruguay) ha corolle blu, ma ha tutt’altro portamento e comportamento rispetto la precedente. Salvia guaranitica raggiunge in una stagione oltre 2 metri di altezza, senza ramificare alla base; ha foglie grandi cuoriformi profumate di anice. La fioritura inizia a settembre per terminare (là dove il clima invernale è mite. Beati loro!) a maggio. Corolle grandi fino a 7 cm con calici scuri, in spighe lunghe anche 25/30cm. Decisamente bella! Nelle zone più fredde le spighe resistono fino a -3/-4°C; se si scende oltre (anche -9/-10°C), la parte aerea viene bruciata… ma a primavera si presenteranno di nuovo possenti germogli per un nuovo ciclo stagionale. Non bisogna però lamentarsi; ci si può accontentare della fioritura fino al gelo oppure scegliere la varietà ‘Blue Enigma’, più piccola e più cespugliosa che fiorisce ancora di blu, con calici verdi ma a partire dal mese di giugno fino al gelo. Contenti?
Salvia cacaliifolia spontanea in Chiapas (Messico), in Honduras e in Guatemala. Salvia stupenda ma non proprio rustica; resiste fino a -4°/-5°C rigettando dal piede in primavera. Ha foglie triangolari lievemente profumate, spesse e un po’ ricurve ai margini. Forma lunghi steli che giunti a un certo peso ricadono formando una cupola densa di foglie (altezza intorno ai 60/70 cm – larghezza oltre il metro). Fiori da giugno al freddo: tanti, grandi oltre 2 cm, raccolti in spighe erette, blu, ancora un blu genziana a volte un po’… trasparente; ricoprono letteralmente la vegetazione. Da coltivare a mezza ombra, sempre però con tanta luce. Adattissima alla coltivazione in grandi conche per la capacità di decombere e di ripiegarsi andando così a rivestire i bordi.
Impianto
Per tutte le specie, il terreno deve essere ben drenato, sciolto, ricco di humus e tendenzialmente calcareo perché nei paesi di origine, in tutti i continenti, dalle fasce tropicali alle zone temperate, vivono spontanee là dove si sono verificati corrugamenti calcarei e dove quindi non esiste circolazione né accumulo d’acqua superficiale. Soffrono dunque tutte l’eccessiva umidità al piede, che può verificarsi non solo in inverno, nei nostri climi in genere piovigginosi, ma anche in estate se vengono irrigate, magari troppo e soprattutto a pioggia. L’acqua, che sia piovana o dell’irrigazione, deve scolare via velocemente. Per questo è necessario al momento dell’impianto preparare una buca un po’ più grande e più profonda del solito e porre sul fondo sassi, argilla espansa o addirittura calcinacci (che potrebbero andare anche ad aumentare il pH del terreno rendendolo basico). Anche il terriccio di riempimento della buca deve contenere materiale grossolano per favorire il drenaggio.
Cure colturali
Durante il periodo caldo è comunque importante, almeno nei primi anni di impianto, un apporto idrico, magari con impianto a goccia, ben regolato, se non si vuole che a sera le foglie abbiano aspetto cadente e cencioso. Per il periodo invernale usare una buona pacciamatura al piede, costituita dall’alternanza di strati di foglie e rametti per garantire circolazione d’aria, e una copertura di tessuto non tessuto è buona norma per la sopravvivenza delle piante. Per quanto riguarda la resistenza al freddo le salvie non hanno tutte la stessa rusticità per cui è necessario farsi consigliare nella scelta della diverse varietà in relazione al clima della zona dove si vogliono coltivare.
Tra la fine dell’inverno e/o l’inizio della primavera, dipende in quale parte d’Italia ci troviamo e dall’andamento della stagione, sono i momenti in cui le salvie erbacee perenni si risvegliano dal torpore invernale. E’ il momento in cui è necessario togliere tutto il secco e il vecchio, di ripulire bene la base, sarchiando un po’ la superficie e di concimare aggiungendo al terreno cornunghia e concime organico. Attenzione alle lumache e alle limacce: in questo momento vanno ghiotte dei nuovi germogli e le salvie potrebbero risentirne.
Le Essenze di Lea
di Elisa Benvenuti e Marco Licheri
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