Potentilla erbacee

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Solo a sentire il loro nome verrebbe voglia di coltivarne a centinaia, se si vuol credere alle testimonianze più antiche che le celebrano come erbe di grande fama officinale e, di conseguenza, “piccole ma potenti”. Potentilla, appunto, ma anche “cinquefoglio” o “fragolaccia”. Il medico-botanico senese Pietro Andrea Mattioli, a metà Cinquecento, ne conosceva solamente quattro specie italiane, ma non esitava a confermarne le virtù già descritte dal celebre botanico greco Dioscoride: “ [il cinquefoglio] ferma l’ulcere serpiginose, risolve le scrofole, i tumori e le durezze, sana il fuoco sacro, vale ai difetti del fegato e del polmone e contra i mortiferi veleni, ecc. ecc.”. Chi di noi si affida alla medicina “naturale” non potrebbe trovare una panacea migliore, mentre chi preferisce i farmaci di sintesi si può sempre consolare con il loro “potere” decorativo, utilizzandole in gran copia senza dover lavorare granché per coltivarle e governarle. Il grande Linneo nel Settecento ne scoprì e denominò alcune decine, ma in seguito furono numerosi i botanici e i cacciatori di piante che ebbero la fortuna di rinvenirne molte altre, spesso per puro caso o come effetto collaterale del proprio lavoro. Per esempio, la specie forse più appariscente, su cui oggi si lavora con ottimi risultati per ottenerne varietà e ibridi di successo, è P. nepalensis, che nel 1822 il botanico Joseph Hooker ebbe modo di studiare comodamente, standosene seduto nel suo studio londinese, dopo che da un collega gliene era stato inviato un esemplare rinvenuto sulle montagne himalayane.

In breve

Tipo di pianta: Erbacea perenne (talvolta annuale)

Famiglia: Rosaceae

Parenti stretti: Agrimonia, Alchemilla, Fragaria, Geum.

Dimensioni massime: altezza: 10-90 cm; ampiezza: 20-60 cm

Portamento: Da tappezzante ad eretto

Foglie: Alterne, palmate o pennate, con margine dentato, sericee

Colore foglie: verde brillante o scuro

Fiori: a coppa, solitari o a gruppi, multicolori (bianco, giallo, rosso, rosa)

Profumo: no

Fioritura: molte sono primaverili, altre estive

Rusticità in Italia: ottima ovunque

Un genere immenso

Fra le circa 500 specie rinvenute (e studiate) in tutto l’emisfero settentrionale, perlopiù perenni, ma anche annuali e biennali, emerge una delle pochissime arbustive, P. fruticosa, che ancora oggi domina il genere, per la sua versatilità (ha dato origine a più di 130 varietà) e per la sua rusticità. Con una “signora” tanto sovrastante, le specie erbacee sono state spesso sottovalutate, se non ignorate, ma assolutamente a torto, se non altro perché il loro impiego è del tutto diverso da P. fruticosa. Anch’esse, però, in questi ultimi anni hanno potuto dimostrare la loro poliedricità e soprattutto la disponibilità a farsi coltivare senza creare problemi di sorta al giardiniere. Tutte sono dotate di foglie o palmate o pennate, con un margine più o meno fortemente dentellato, in molti casi ricoperte di delicati peli sericei. I fiori si presentano con una caratteristica forma a coppa e sono solitari, ma anche raggruppati in numero variabile, sulla cima dei rametti o alle loro ascelle. Dai colori naturali – bianco, giallo, rosso – l’intervento umano ha saputo ottenere variazioni piacevolissime, anche con striature e pennellate bicolori.

 

Le specie alpine

In natura, un buon gruppo di Potentilla vive e prospera in ambienti tipicamente alpini, specialmente nelle fessure delle rocce sulle pareti di montagna, ma anche nei prati sassosi. In giardino, queste piante sono ideali per il rock garden, dove vanno inserite seguendo le usuali norme che regolano questo tipo di coltivazione. Fra le più interessanti:

  • P. alba (↑10 ↔30 cm). E’ una pianta molto vigorosa, con un portamento decisamente prostrato e strisciante. Foglie basali palmate, foglie superiori con peli sericei; fiori bianchi di 2.5 cm.
  • P. alchemilloides (↑20-30 ↔30cm). ha fusti basali un po’ legnosi, foglie basali lungamente picciolate e palmate; i fiori di colore bianco sono numerosi e grandi fino a 4 cm, in corimbi compatti
  • P. aurea (↑10 ↔20 cm). Quasi appiattita al suolo, forma piccoli tappeti che in primavera sono fitti di fiori di 2 cm, con petali gialli a base dorata. Le foglie sono digitate con 5 segmenti dentati.
  • P. crantzii (↑20 ↔20 cm). Con apparato radicale legnoso, non forma tappeti, ma densi ciuffi. Foglie digitate con segmenti piccoli; fiori grandi di colore giallo, talvolta un po’ aranciato.
  • P. megalantha (↑15-30 ↔15 cm). Deliziosa specie giapponese, forma ciuffi o anche piccoli cespi, con foglie composte di 3 segmenti obovati e magnifici fiori larghi fino a 4 cm di un giallo intenso.
  • P. nitida. (↑10 ↔15 cm). Specie italiana di grande effetto. Foglie a tre segmenti di 1 solo cm, fiori grandi, 2.5 cm o più, di un bel rosa a volte carico, con apice smarginato. Vive su calcare.

Le specie da bordura primaverile

Non poche sono le specie che, pur vivendo anche in ambienti di montagna, non presentano le medesime caratteristiche formali e dimensionali delle specie alpine vere e proprie. Molte di loro fioriscono tra aprile e maggio, così che è possibile impiegarle nelle bordure erbacee o miste di primavera. Fra le più interessanti:

  • P. argentea (↑50 ↔40 cm). Ha un fusto legnoso alla base ed è molto ramificata. Le foglie sono palmate con 5-7 segmenti, mentre i fiori, raccolti in cime terminali, sono piccoli (1.2 cm) e di colore giallo-zolfo.
  • P. grandiflora (↑40-50 ↔50 cm). Stelo ben eretto e molto ramificato; foglie a 3 segmenti obovati dentati all’apice; fiori giallo oro non abbondanti di 2.5 cm, raccolti in cime erette.
  • P. nevadensis (↑30-40 ↔30 cm). Forma ciuffi compatti, con steli fioriferi ricoperti di peli; foglie basali digitate, fiori gialli in numero fino a 4, di 2.5 cm di diametro.
  • P. pensylvanica (↑80 ↔50 cm). Interamente ricoperta di sottili peli grigi, ha un portamento ben eretto, con foglie pennate e segmenti lanceolati; fiori gialli piccoli (1.2 cm) ma abbondanti.
  • P. pyrenaica (↑30-40 ↔30 cm). Forma ciuffi compatti ed ha foglie digitate con 5 segmenti oblunghi e dentati; i fiori gialli toccano anche i 3 cm di diametro e sono raggruppati in mazzi di 5 o più.
  • P. rupestris (↑50 ↔ 40 cm). Interamente pubescente, ha foglie pennate con 5-7 segmenti ovati o quasi rotondi; i fiori bianchi sono larghi 2.5 cm e anche numerosi, portati da steli di 60 cm.

 

 Le specie da bordura estiva

Un piccolo ma battagliero gruppo di specie, provenienti soprattutto dalle montagne himalayane, si è specializzato nella fioritura estiva, in ogni caso successiva a quella di numerose specie europee o americane. Il giardiniere sa che su queste Potentilla è possibile contare per vivacizzare le bordure estive con colori decisi e brillanti: rosso, mogano, terracotta, cremisi. La capofila della compagine è P. nepalensis, madre di alcune cultivar, ma anche di diversi ibridi di ultima generazione.

  • P. atrosanguinea (↑90 ↔60 cm). Ha pochi rami e forma facilmente cespi compatti. Le foglie palmate a 3 segmenti sono lungamente picciolate. I fiori, in cime a pannocchia, sono grandi 3 cm e di un intenso rosso violaceo.
  • P. nepalensis (↑70-90 ↔60 cm). Dal portamento un po’ lasso, con parecchie ramificazioni rossastre, forma cespi molto consistenti. Le foglie basali, lungamente picciolate, hanno 3 segmenti obovati. I fiori, di 2.5 cm, sono riuniti in pannocchie e variano nel colore dal cremisi al rosso ed al viola. Due cultivar di grande successo sono ‘Roxana’ e ‘Miss Willmott’, ma lo zampino di P. nepalensis o P. atropurpurea è presente anche in ibridi d’effetto, come ‘Arc-en-ciel’, ‘Blazeaway’, ‘Etna’, ‘Flamenco’, ‘Helen Jane’, ‘Monarch’s Velvet’, ‘Twinkling Star’ e ‘William Rollison’.
  • P. recta (↑50 ↔40 cm). Fittamente e lungamente setolosa, ha foglie digitate con 5-7 segmenti, e grandi corimbi di fiori gialli di 2.5 cm, molto abbondanti. Forma ciuffi o anche cespi compatti.

Coltivazione

Terreno. Spesso le P. vivono su suolo calcareo, ma molte di loro si adattano anche ai terreni acidi. Solo P. recta vuole un pH acido, mentre viceversa P. nitida lo esige calcareo e sassoso. In ogni caso, tutte amano un suolo perfettamente drenato.

Esposizione. Il sito ideale è a mezz’ombra, specialmente nelle regioni più calde, ma anche il pieno sole è indicato. P. nitida vuole molto sole per una buona fioritura. Va considerato che il troppo sole può “scottare” i fiori, ma l’ombra eccessiva riduce la produzione di fiori.

Temperatura invernale. Pressoché tutte le specie sono assolutamente rustiche e tollerano temperature invernali ben sotto i – 20° C.

Coltivazione. Il terreno non dovrebbe mai essere troppo ricco di sostanza organica, perché in questo caso le P. tendono a sviluppare steli lunghi e flosci, oltre che una massa fogliare esagerata, a discapito della produzione di fiori. Le specie alpine emettono stoloni radicati che vanno eliminati. Le cultivar di P. nepalensis non sono molto longeve, quindi vanno rinnovate (anche da seme) ogni 3-4 anni. Quando le si divide per moltiplicarle, si possono togliere alcune foglie, ma è meglio usare le mani. Il coltello va usato con cautela e solo se necessario, per non danneggiare i nuovi getti..

Annaffiature. Una buona annaffiatura va assicurata soprattutto durante la fase della fioritura, ma in generale le P. tollerano bene la siccità. 

Moltiplicazione. Le specie più grandi e robuste vanno divise in primavera, quando le piante si sono sufficientemente ingrossate. La semina delle specie perenni va effettuata in autunno o in marzo-aprile, usando un recipiente, con composta da seme ricoperta con sassolini, che va bagnato da sotto.

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