



L’issopo (Hyssopus officinalis) cresce spontaneo in luoghi pietrosi ed assolati nelle zone calcaree submontane e montane della regione mediterranea occidentale e fin dall’antichità è stato venerato nella doppia connotazione di erba sacra e di erba medicinale tante e tali sono le proprietà benefiche di questa generosa pianta, sia come tonico che stomachico, ma soprattutto come potente bechico. Da tempi immemori foglie ed infiorescenze vengono utilizzate in rimedi sia per uso interno che esterno, rendendo l’issopo uno dei semplici più usati, in buona compagnia con salvia, timo e rosmarino.
Osservando questa lamiacea nel pieno della sua fioritura, la caratteristica immediatamente visibile è che i piccoli, profumatissimi fiori, si dispongono in spighe allungate e compatte, sempre girate da un solo lato del fusto. Fiorisce allegramente a lungo in estate, con corolle solitamente di un bel blu-violetto oppure rosa, più raramente la fioritura assume un’elegante veste bianca. L’aspetto di questa pianta, che raggiunge un’altezza media di circa 60 centimetri, è molto gradevole, con i fusti legnosi alla base che formano piccoli e fitti cespugli con foglie strette appuntite, lievemente pelose, di un bel verde intenso.
Uso
L’issopo è anche potentemente aromatico, ed è un buon condimento soprattutto delle carni, ma si può anche aggiungere nelle insalate e minestre con un tocco nuovo e creativo in cucina. Le sommità fiorite si usano in alcune salse e zuppe, e sono inoltre un ingrediente dei liquori d’erbe.
Per la sua intensità, che subito si offre in tutta la sua forza anche solo all’odorato, va usato comunque sempre con moderazione sulle pietanze, mentre un suo infuso leggero, dopo i pasti, è un eccellente digestivo.
La sua coltivazione nel giardino per uso medico e aromatico rallegra quindi tanto l’occhio quanto l’odorato e la rustica bellezza della pianta si presta ad interessanti effetti decorativi, offrendosi come scelta ideale per una bassa bordura o per un gruppo da coltivare tra le rocce in pieno sole se non ci si dimentica che l’issopo richiede un drenaggio perfetto e non tollera il minimo ristagno di acqua. Un altro interessantissimo regalo dell’issopo, è quello che ci fa se lo piantiamo nell’orto insieme con i cavoli, da cui allontana la micidiale farfalla cavolaia.
Coltivazione
Piantiamolo quindi con sicurezza di buona riuscita solo in terreni calcarei, pietrosi , aggiungendo abbondante sabbia di fiume se il nostro terreno è tendenzialmente argilloso e sfruttiamo la sua bellezza e le sue profumate virtù negli angoli più assolati e poveri del nostro terreno. Analogamente, se volessimo coltivare l’issopo con successo in contenitori, dovremmo assicuragli anche qui un buon drenaggio, mischiando sabbia di fiume o pomice fine al terriccio e badando che non rimanga mai acqua nei sottovasi che, se non possiamo proprio eliminare, riempiremo di sassi oppure terremo separati dal fondo dei vasi per mezzo di legnetti disposti a croce.
La riproduzione dell’Issopo non presenta grandi difficoltà, sia operando per semina, talea o divisione di cespo.
Moltiplicazione
Semina. Il momento ideale per la semina è nelle ultime settimane d’inverno o primo inizio di primavera, da attuare in luogo protetto, cassone o serra, in contenitori riempiti con un terriccio molto leggero, costituito da torba fine e sabbia in parti uguali. Le giovani piantine verranno trapiantate a dimora quando avranno raggiunto una grandezza di almeno 5 o meglio 10 centimetri, badando di operare nelle ore fresche o in giornate nuvolose e dando una distanza di 40 centimetri tra ogni individuo. Il terreno di destinazione sarà calcareo e ben drenato.
Talea. Prelevare prima della fioritura parti di rami leggermente significati di 10/15 centimetri e procedere come per tutte le talee, interrando in un misto di sabbia e torba fine; la radicazione è facile, basta mantenere umido ma senza eccedere con l’acqua per non incorrere in marcescenze.
Divisione di cespo. La divisione di piante mature si può realizzare in primavera, ovvero prima della fioritura, oppure in autunno, da fine ottobre per tutto novembre, estraendo da terra le piante ben accestite e dividendo a metà il cespo, raccorciando poi sia le radici che la parte aerea e rimettendo subito a dimora, badando sempre che il terreno sia quello idoneo, e operando comunque, in ore fresche.
BIOVIVAIO GRA BURRONE
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