Hyacinthus

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Secondo l’antico mito greco, il giovane Giacinto (Hyakinthos), per la sua bellezza, fu amato in pari tempo da Apollo e da Zefiro, il quale per gelosia fece in modo che un disco lanciato dal rivale in amore colpisse alla testa proprio Giacinto, uccidendolo. Apollo, disperato, volle rendere immortale l’amico scomparso convertendolo nel fiore che ne porta il nome.

Forse uno dei compiti della stampa specializzata è anche quello di risvegliare l’interesse verso quelle piante che, per i motivi più vari, hanno perso mordente nel mercato o addirittura sono state relegate nel dimenticatoio. Con la mente impegnata sempre più spesso nella ricerca delle “novità” e delle “curiosità”, rischiamo di ignorare che anche i “classici” possono svolgere egregiamente una funzione decorativa di tutto rispetto. Uno di questi classici è il giacinto, di cui ci sovente ricordiamo in prossimità del Natale, allorché tentiamo di farne fiorire qualche bulbo in casa, forzandolo in una caraffa di vetro. In tal modo, ci si è scordati che il genere Hyacinthus comprende bulbose da giardino a tutto tondo, come per esempio ben sapeva una che se ne intendeva: Elisabetta, la Regina Madre d’Inghilterra. Innamorata di giacinti, l’anziana sovrana – che frequentava assiduamente il celebre Chelsea Flower Show e che controllava di persona l’organizzazione dei suoi spazi verdi – dispose che nel giardino di Clarence House a Londra (sua dimora dal 1953) fosse realizzato un ampio rettangolo di prato verde, fronteggiante il portico principale dell’edificio, in cui troneggiavano ben 800 giacinti, bulbo contro bulbo, sapientemente scelti e accostati sui toni del rosa tenue e dell’azzurro. Naturalmente, esistono altri impieghi e altre modalità d’uso, ma rimane il fatto che il giacinto possiede qualità che non tutte le bulbose sono in grado di vantare.

Tipo di pianta: Bulbosa erbacea perenne

Famiglia: Asparagaceae (Hyacintaceae – Liliaceae)

Parenti stretti: Hyacinthoides, Scilla, Eucomis

Dimensioni massime: cm 30 ↑ x 10 ↔

Portamento: Scapi eretti

Foglie: Da 4 a 6 basali, lunghe, glabre

Colore foglie: Verde medio

Infiorescenza: Racemo cilindrico con più fiori

Fiori: A stella con 6 lobi, 4-5 cm

Profumo: Intenso e delizioso

Fioritura: Inizio primavera

Rusticità in Italia: Ottima

 

Dall’Oriente con colore

Delle tre sole specie che compongono il genere, Hyacinthus orientalis è indubbiamente la regina. Proveniente dall’Asia Minore (Turchia, Siria e Libano) – dove nasce fra le rocce, fino a 2000 m. d’altitudine – fu apprezzata soprattutto in Turchia fin dalla metà del Quattrocento e ancor più nel XVI secolo, se è vero che Solimano il Magnifico la faceva coltivare insieme con altre bulbose. Fu appunto verso il 1553 che l’ambasciatore del Sacro Romano Impero presso la corte Ottomana, Ghiselin de Busbecq, introdusse i primi giacinti a Vienna, forse via Praga, insieme con i celebri tulipani. Nel 1562 il botanico fiammingo L’Obel annotò di aver visto alcuni giacinti nell’Orto botanico di Padova, mentre l’arrivo in Inghilterra dovette avvenire una trentina d’anni dopo.

Hyacinthus orientalis

Anche se meno spettacolare rispetto alle numerose e sgargianti cultivar, la specie botanica H. orientalis mantiene il fascino di pianta di montagna, soprattutto nel portamento eretto e nel dolce profumo delle rade infiorescenze. Dotata di un grosso bulbo ovoidale, avvolto da una tunica biancastra o violacea, ha 4-6 foglie carnose e piuttosto larghe, con un caratteristico “uncino” in punta. La pianta si fa notare per la spiga fiorale, alta circa 25 cm e formata da una quindicina di fiori fortemente odorosi, distribuiti in ordine sparso lungo lo scapo. La corolla, larga circa 2.5 cm, ha la forma di una stella ed è costituita da 6 sepali dalla superficie un po’ cerosa che spesso sono incurvati.

Un saliscendi d’interesse

Agli inizi del XVII secolo, i giacinti compaiono sempre più frequentemente nell’iconografia di alcuni libri di botanica orticola, così che è possibile seguire passo passo la storia della loro ibridazione. La prima forma a fiore doppio fu ottenuta nel 1613, dando così il via ad un’ininterrotta sequenza di varietà coltivate, orientata al raggiungimento di due obiettivi: colori smaglianti e numero di fiori sempre maggiore. Un contributo enorme a questo lavoro fu impresso dai coltivatori olandesi di metà Seicento, quando cioè, terminata la folle corsa della “tulipomania”, ci si dovette rivolgere verso altre piante meno costose e altrettanto affascinanti. La città di Haarlem diventò il baricentro di quegli sforzi, anche perché il suo suolo sabbioso, già naturalmente impregnato d’umidità, fu arricchito da montagne di letame: un letto ideale per questi bulbi. L’Ottocento fu poi il periodo d’oro dei giacinti, tanto che verso il 1860 si contavano circa 2000 varietà, con un parallelo incremento del numero di fiori per pianta: dagli iniziali 15 si arrivò ai 60 di fine secolo. In seguito l’interesse prese a scemare, toccando il suo punto più basso dopo la prima Guerra mondiale, quando l’offerta di varietà era scesa a circa 50 unità. Il colpo d’ala arrivò negli anni Novanta per merito di un appassionato collezionista-coltivatore, l’inglese Alan Shipp, che pazientemente raccolse varietà antiche e ritenute scomparse, fra cui un nutrito gruppo di giacinti ottocenteschi miracolosamente sopravvissuti in una serra di Vilnius (Lituania). Grazie a Shipp ed al mai cessato impegno degli Olandesi, i numeri si stanno gradualmente moltiplicando e il giacinto riprende quota anche presso gli amanti di bulbose primaverili.

In giardino

L’impiego più tradizionale, in giardino, corrisponde sostanzialmente al disegno di stampo vittoriano, che fu impresso a suo tempo dalla Regina Madre a Clarence House. In pratica si tratta di interrare i bulbi, mantenendo una distanza fra pianta e pianta di circa 20 cm, sulla base di figure geometriche (rettangoli, cerchi, quadrati) e monocromatiche, ma facendo in modo che, replicando il modello in successione, le piante dello stesso colore non siano mai in contatto fra loro. Questo uso è forse piuttosto rigido e meno accettato nei nostri giardini, mentre assai più brioso è il metodo di piantare i giacinti in gruppi (7-9-11), contornandoli con altre bulbose primaverili (Crocus, Muscari, Tulipa nani, Scilla e Hyacinthoides), così da ottenere veri e propri “mazzi di fiori” all’aperto, di grande vivacità e impatto cromatico. Attenzione solo all’accostamento delle tonalità.

Forzatura in vaso con acqua

E’ una vecchia tecnica ottocentesca, che dà un successo sicuro, pur stressando irreversibilmente il bulbo. Quest’ultimo va sistemato in un apposito vaso con collo stretto e con acqua cui sia stato aggiunto un po’ di carbone vegetale, curando che il livello del liquido sia poco sotto il bulbo senza mai toccarlo. Il vaso va tenuto in luogo fresco e buio (7° C), per circa due mesi, fino a quando non si siano sviluppate le radici e la spiga fiorale. A questo punto si aumentano la luce e la temperatura, possibilmente in una veranda, fino a raggiungere la fioritura completa, ottenuta la quale il vaso può essere portato in casa. Il bulbo, però, diventa successivamente inutilizzabile.

Coltivazione in giardino

Terreno. Normale terreno da giardino, possibilmente un po’ sassoso e sciolto, che non presenti problemi di ristagno d’acqua. Tollerano sia il suolo acido sia quello calcareo.

Temperatura invernale. Fino a -15°C non sorgono problemi, ma sotto questa soglia è opportuno coprire i bulbi con un buono strato di pacciamatura.

Esposizione. La mezz’ombra è la più indicata. Tuttavia, è accettabile anche il soleggiamento diretto della mattina, seguito da una protezione pomeridiana.

Messa a dimora. Come per le altre bulbose primaverili, i bulbi vanno posti sotto pochi centimetri di terra fra ottobre e novembre.

Cure. Durante il periodo di fioritura il suolo deve essere sempre un po’ umido, concimando con fertilizzanti a lenta cessione. Continuare ad annaffiare anche in estate, avendo eliminato dapprima i fiori secchi e, più tardi, le foglie avvizzite. Dopo due anni la fioritura s’impoverisce e occorre togliere i cespi dal terreno, dividere i bulbi e ripiantarli immediatamente insieme con i giovani bulbilli.

Nemici. Le piante sono spesso attaccate dalla Botrite del giacinto, contro la quale occorre usare un adeguato fungicida.

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