































Con una miriade di colori caldi e forti, le dalie non tradiscono mai le loro origini tropicali in nessun ambiente, anche il più distaccato, trasmettendo al giardino un forte tocco di sensualità rinascimentale. La loro bellezza esotica richiama gli infuocati territori messicani, dove gli antichi Aztechi ne coltivavano almeno due specie spontanee che essi chiamavano cocoxochitl. Il loro scopo era essenzialmente di produrre piante medicinali e tuberi di cui cibarsi, mentre delle potenzialità decorative delle dalie si resero conto solo i primi occidentali giunti da quelle parti. Introdotte in Europa alla fine del Settecento, esse conobbero una larga diffusione dopo che gli ibridatori ebbero iniziato a creare decine di nuove forme, tanto che verso il 1830 il mercato già metteva a disposizione almeno 100 varietà. Il genere, infatti, è generoso per natura, così che oggi esistono dalie d’ogni forma, dimensione e colore (tranne il blu e il nero assoluto), prestandosi così a diversi usi, sia in giardino sia all’interno con sontuose e durevoli composizioni floreali fresche. E nemmeno può essere sottovalutato il fogliame, il cui colore è compreso fra diversi tipi di verde, da quello tenue simile all’erba allo scurissimo d’una foresta sotto un acquazzone, talvolta virando al violetto-purpureo.
Gli appassionati di dalie possono oggi scegliere fra almeno 20.000 varietà, tutte accuratamente distinte in dieci classi in base alla forma e alle dimensioni dei capolini. Esse comprendono fiori “semplici” ( I ), a “forma di anemone” ( II ), “collaretto” ( III ), “ninfea” ( IV ), “decorativi” ( V ), “palla” ( VI ), “pompon” ( VII ), “cactus” ( VIII ), “semi-cactus” ( IX ) e “misti”, cioè di forme diverse (X ). Ciascun gruppo è stato definito in termini precisi, così da ridurre al minimo gli equivoci. Anzi, per una maggior esattezza, è stato fissato il colore d’ogni cultivar, introducendo poi un’ulteriore suddivisione sulla scorta delle dimensioni dei fiori: “giganti”, “grandi”, “medi”, “piccoli”, “miniatura”, con tanto di misure in millimetri. Quest’ultima differenziazione si applica alle classi V, VIII, IX, che insieme alla VI e alla VII costituiscono i gruppi numericamente più importanti e forse anche i più appariscenti.
Classe I – “A fiore semplice” Hanno il capolino formato da un disco centrale (in realtà sono fiorellini tubulosi, come in tutte le Compositae) circondato da una o due file di “petali” (fiori del raggio). Alcuni autori ne distinguono tre sottoclassi: “Show”, “Single” e “Mignon”, secondo la forma delle ligule, più o meno arrotondate, e dell’altezza delle piante. Il diametro è di circa 10 cm, l’altezza non più di 30. (Dahlia ‘Roxy’, Dahlia ‘Pacro’)
Classe II – “A fiore d’anemone” Più o meno rassomiglia alla precedente, ma i fiori tubulosi centrali sono sollevati a mo’ di cuscinetto. Si tratta di un gruppo assai poco numeroso, con fiori di 7.5 cm e altezza di 60-90 cm. (Dahlia ‘Brio’)
Classe III – “A collaretto” Anche queste dalie hanno una o due file di “petali” esterni, mentre il centro è caratterizzato da una specie di collare interno formato da fiorellini, spesso di colore diverso. Anche in questo caso, si può distinguere fra “collaretto singolo”, “a fiore di peonia” e “collaretto decorativo”, secondo le file di “petali” esterni. Il diametro è di 10-15 cm, mentre l’altezza tocca i 110 cm. (Dahlia ‘La Cierva’)
Classe IV – “A ninfea” E’ una classe di recente istituzione, avendo preso il posto della precedente “peonia”, ora inclusa nella classe X. I fiori sono completamente doppi, con ‘petali’ ampi e sparsi, dai margini lievemente incurvati. Diametro: 10-12 cm; altezza: 90-120cm. (Dahlia ‘Kaiserwaltzer’)
Classe V – “Decorative” Fiore completamente doppio, in cui non si distingue il disco centrale, con “petali” ampi, piani o lievemente involuti, talvolta un po’ spiralati. Negli U.S.A. si hanno “Decorative formali”, con raggi disposti regolarmente e “Decorative informali”, con raggi irregolari. Altezza : 90-150 cm. (Dahlia ‘David Howard’, Dahlia ‘Bruderschaft’, Dahlia ‘Queen of the Pinks’, Dahlia ‘Alva Regalis’, Dahlia ‘Evelyne’, Dahlia ‘Louis Walcher’, Dahlia ‘Apache’, Dahlia ‘Black Beauty’, Dahlia ‘Commentator’, Dahlia ‘Evelyn Rumbolt’, Dahlia ‘Autumn Blaze’, Dahlia ‘Lessing’, Dahlia ‘Requiem’, Dahlia ‘Hamary Girl’, Dahlia ‘Procyon’)
Classe VI – “A palla” Hanno capolini globosi, talvolta lievemente appiattiti in alto, con “petali” ottusi o arrotondati all’apice, a forma di coppa fino ad oltre la metà del singolo fiore. Si suddividono in: “Piccola palla” (diametro: 10-15 cm) e “Palla miniatura” (diametro: fino a 10 cm). Altezza: 90-120 cm. (Dahlia ‘Hindu Star’)
Classe VII – “Pompon” Simili ai fiori “palla”, ma ancor più globosi, con “petali” arrotolati per tutta la loro lunghezza. Il diametro non eccede i 6 cm, l’altezza arriva a 90 cm. (Dahlia ‘Peter’)
Classe VIII – “A cactus” Sono le dalie che discendono dalla spontanea D. juarezii, sia pure incrociata con altre specie. Anche qui non si vede il disco centrale, poiché i fiori sono completamente doppi, con “petali” lungamente appuntiti e revoluti per più di metà della loro lunghezza. Altezza: un metro o più. (Dahlia ‘Pride of Holland’, Dahlia ‘Hamary Sunset’, Dahlia ‘Gruppen Blau’, Dahlia ‘Radiance’, Dahlia ‘Drankenburg’)
Classe IX – “A semi-cactus” Fiori completamente doppi, con “petali” leggermente appuntiti e ampi alla base, nonché revoluti per meno di metà della loro lunghezza, diritti o un po’ ricurvi. Altezza: 120 cm. (Dahlia ‘Blaulight’, Dahlia ‘Saint-Saëns’, Dahlia ‘Mallorca’, Dahlia ‘Alfred Grille’, Dahlia ‘Olympic Torch’)
Classe X – “Misti” Questa classe comprende forme disparate, come ad esempio: “Dahlia a orchidea”, simili a quelle semplici; “A peonia”, “A camelia”, “A crisantemo” e anche le piccolissime “Lilliput”, con fiori di 2.5 cm. (Dahlia ‘Jamaica’)
In giardino: sole o in compagnia
Per un corretto uso delle dalie in giardino, va subito sfatato un mito, talvolta ribadito anche da persone competenti, e cioè che le dalie sono tanto superbe da non desiderare la compagnia di altre piante. E’ vero che la loro appariscente bellezza ha spesso indotto i giardinieri a considerarle come un regno a sé, confinandole così in aiuole destinate solo a loro o usandole come fiori recisi, ma se si dà ascolto a consigli più moderni si ricaveranno maggiori soddisfazioni. Le dalie “nane”, oggi fra le più richieste, hanno più o meno gli stessi impieghi di altre “margherite” da aiuola, mentre quelle di taglia più alta possono trovare spazio nelle bordure miste. Le loro compagne ideali sono le specie annuali, perché ricchissime di colori e con fioritura prolungata, ma pure le perenni vanno bene, anche se in tal caso la scelta delle dalie va operata con oculatezza, dando la preferenza alle classi a fiore semplice o ad anemone, ed escludendo le “cactus”, “semi-cactus” e “pompon”. Certe decorative si prestano a diversi abbinamenti: ad esempio “David Howard”, con fiore miniatura di uno splendido bronzo-arancio, raggiungendo un’altezza di 70-80 cm, può essere accostata con successo ad Argyranthemum ‘Vancouver’ o ad esemplari rossi di Crocosmia e gialli di Coreopsis.
Coltivazione mese per mese
Marzo – I tuberi conservati in cantina vanno ripuliti dai vecchi fusti e dalle radici fibrose, poi si mettono in vassoi e si coprono leggermente di torba, lasciando libero il colletto; si pongono i vassoi in ambiente riscaldato e illuminato (a sud), tenendo il tutto moderatamente umido.
Aprile – L’operazione di interrare i tuberi dovrebbe precedere di pochissimo l’ultima gelata prevedibile nella vostra regione: solitamente, ciò avviene per le aree centro-settentrionali italiane intorno a metà aprile. Le radici tuberizzate, prive di germogli, vanno piantate per prime ad una profondità di 10 cm, mentre quelle con germogli e le talee radicate si mettono a dimora un po’ più avanti, a fine mese. Non vi sono esigenze di terreno, ma il drenaggio deve essere ottimo e l’aggiunta di prodotti organici è indispensabile: senza esagerare, però, se non si vogliono più foglie che fiori. La posizione deve essere ben esposta al sole e alla luce: va quindi evitata l’ombra di alberi o arbusti alti, così come di siepi e muri. Particolare attenzione va posta alla distanza da rispettare fra le piante: non meno di 40-50 cm per quelle a fiore semplice, sino ad arrivare a 150 cm per le “decorative” giganti. Le dalie da bordura di una certa altezza hanno bisogno di un tutore (un bastone robusto) che va piantato insieme con le radici: si legano le piante senza stringere troppo.
Maggio – Una volta che le piante sono ben attecchite, per irrobustirle vanno cimate. Se si vogliono ottenere esemplari da esposizione o da taglio con fiori grandi, vanno gradualmente eliminati i boccioli laterali più piccoli, lasciando solo quelli terminali. I fiori appassiti vanno subito tolti.
Estate – E’ il loro momento di gloria, ma vanno regolarmente annaffiate, facilitando l’assorbimento d’acqua con un piccolo scavo alla base della pianta; anche l’aggiunta di fertilizzanti va continuata fino a metà estate. Quando sbocciano i primi fiori, vanno diminuiti i prodotti azotati e aumentati il potassio e i fosfati.
Tardo autunno – La fioritura delle dalie, in numerose varietà, continua fino ai primi geli In seguito, volendo, si possono lasciare i tuberi sotto terra senza estrarli prima dell’inverno, per avere fiori per qualche anno di seguito, a condizione ovviamente di abitare in località non gelide.
Fine novembre – dicembre – Alcuni giorni dopo che le foglie si sono annerite con i primi geli, si tagliano i fusti a 15 cm dal terreno; quindi si fa un solco piuttosto profondo a 30 cm dalla pianta e si tolgono con delicatezza le radici tuberizzate, senza danneggiarle. Quelle sane, vanno capovolte (allo scopo di eliminare l’acqua dal fusto cavo) per una settimana; poi le si mette in cassette e le si conserva a 5°C con una modesta copertura di torba, lasciando libera la zona del colletto. Per moltiplicare le dalie, è consigliabile la divisione delle radici tuberizzate, mediante un taglio netto, curando che ogni porzione abbia una gemma ben sana. Esse vanno conservate durante l’inverno in contenitori, sotto composta da vaso, fino alla primavera.
Inverno – Le radici tuberizzate vanno di quando in quando controllate, al fine di rilevarne eventuali malattie; quelle avvizzite si possono far rinvenire mettendole per una notte nell’acqua, riasciugandole poi completamente. Per avere nuove piante con molti fiori si ricorre alle talee radicate, che si ricavano dalle radici conservate durante l’inverno al coperto e fatte germogliare in terriccio leggero in serra; i germogli di 5 cm sono tagliati e messi in substrato di sabbia e torba. Quindi si conservano in ambiente fresco e ombreggiato, dove radicheranno e poi saranno piantati in vasetto con terriccio più fertile, per attendere il momento definitivo della sistemazione in piena terra.