

























Chi pensa che i tanto celebrati “cacciatori di piante” siano una razza da tempo morta e sepolta si sbaglia di grosso, perché invece è tuttora viva e vegeta. Noi, per esempio, ne abbiamo incontrati due ancora in piena attività: Peter e Kenneth Cox, padre e figlio, di purissima stirpe scozzese, instancabili esploratori ed abili coltivatori di rododendri. I risultati delle loro peregrinazioni sulle pendici delle montagne himalayane hanno contribuito in misura notevole all’arricchimento di questo amato genere di arbusti, tanto che vanno ascritte a loro merito la scoperta e l’introduzione in Europa di una ventina di specie, senza contare la massa di varietà coltivate che ne è seguita. In considerazione della vastità dell’argomento, ci occupiamo qui di una categoria ben delimitata di rododendri, se non altro perché costituiscono una novità rilevante per i nostri giardini e mercati: le specie e gli ibridi di taglia bassa o nana, in alcuni casi con portamento prostrato o strisciante. In virtù di questa caratteristica, ma anche delle loro fioriture compatte, vivacemente colorate, spesso precoci o precocissime (marzo-aprile), essi meritano davvero di essere conosciuti e soprattutto impiegati in una varietà di situazioni per le quali i loro confratelli di taglia medio-alta sono assai meno indicati o addirittura inidonei.
La saga dei Cox
I Cox sono originari di Dundee, dove fin dalla metà dell’Ottocento possedevano un’impresa per l’importazione di fibre di juta. Fu Euan Cox ad interrompere la tradizione di famiglia nel 1919, quando accettò con entusiasmo la proposta fattagli da un celebre “cacciatore di piante”, Reginald Farrer, che gli chiese di accompagnarlo in un viaggio in Birmania. I due ritornarono in patria carichi di piante – fra cui un nuovo rododendro, R. mallotum – tanto che Euan decise di coltivarle in una valletta vicina al piccolo villaggio di Glendoick. Fu così che egli, abbandonando la juta ormai non più redditizia, prese a scrivere di viaggi e di piante, ma in pari tempo iniziò a coltivare e vendere alberi da frutto e i primi rododendri. Fu poi suo figlio Peter ad espandere i confini dell’azienda, ma soprattutto a proseguire quei viaggi tanto fruttuosi, che avevano cambiato la vita ad un’intera progenie. Infatti, anche l’ultimo membro, Kenneth (figlio di Peter), è oggi l’anima della Glendoick Nursery, ma in pari tempo è esploratore e “cacciatore”, esattamente come il padre e il nonno. Oggi, la famosa “valletta” scozzese di Glendoick è diventata un’autentica enclave himalayana, dove si passeggia fra centinaia di specie rare o rarissime. In più, tutti e tre i Cox hanno scritto decine di libri, con dettagliati resoconti relativi alle loro esperienze.
Origini dei rododendri nani
Si può quasi affermare che le montagne asiatiche non abbiano più misteri da svelare ai Cox, che conoscono come le proprie tasche diverse regioni e paesi: Yunnan, Guizhou e Sichuan (Cina), Tibet, Nepal, Arunachal Pradesh (India) e molto altro ancora. Da queste esplorazioni, essi sono tornati in Scozia con decine di piante nuove o già scoperte, ma mai introdotte in Europa. Fra loro, ovviamente, i rododendri (come R. dendrocharis, R. ochraceum, R. coxianum), ma anche altre piante, come Gentiana ternifolia, Primula moupinensis e Ilex nothofagifolia.
La specie più importante è stata forse Rhododendron ludlowii, già rinvenuta in Tibet nel 1936, ma diventata poi essenziale nei lavori orticoli. Alto pochissimi centimetri e con portamento strisciante in natura, questo cespuglietto raggiunge i 30 cm in coltivazione e mostra una magnifica fioritura gialla con macchie rossastre. Inoltre, fiorisce fin dai suoi primi anni e produce una gran quantità di semi fertili: una vera manna per il programma d’ibridazione dei Cox, che si sono molto concentrati sulla costituzione di varietà nane anche con l’aiuto di altre specie. In queste pagine ne presentiamo alcune, cui abbiamo aggiunto anche ibridi di coltivatori diversi.
Principali specie e ibridi nani
Denominazione |
Altezza in cm |
Periodo fioritura* |
Colore dei fiori |
Note |
* Riferito ad un clima insubrico lombardo
R. ‘Euan Cox’ |
15 |
Aprile |
Giallo |
Facile coltivazione. Fiorisce su tutti i rami |
R. keiskei ‘Yaku Fairy’ |
15 |
Aprile |
Giallo chiaro |
Fra i più nani. Crescita molto lenta |
R. ‘Wren’ |
20 |
Aprile-Maggio |
Giallo chiaro |
Tappezzante per rock garden |
R. ‘Chikor’ |
30 |
Aprile-Maggio |
Giallo uovo |
Esige ottimo drenaggio. Molto compatto |
R. ‘Ptarmigan’ |
30 |
Marzo-Aprile |
Bianco puro |
Fioritura compatta e prolungata. Portamento strisciante |
R. ‘Quail’ |
30 |
Aprile |
Rosso |
Portamento compatto |
R. ‘Tree Creeper’ |
30 |
Aprile-Maggio |
Fuori rosa intenso, dentro crema |
Fioritura continua |
R. dendrocharis |
30 |
Aprile |
Rosa |
Molto elegante. Esige ottimo drenaggio |
R. ‘Curlew’ |
40 |
Aprile |
Giallo |
Bel fogliame. Va protetto dal gelo |
R. ‘Patty Bee’ |
45 |
Aprile |
Giallo chiaro |
Grande fioritura |
R. ‘Merganser’ |
45 |
Aprile |
Giallo |
Fiori campanulati. Foglie molto scure |
R. ‘Princess Anne’ |
45 |
Aprile |
Giallo |
Fiori duraturi. Nuovi getti bronzei |
R. ‘Ginny Gee’ |
50 |
Aprile |
Rosa-bianco |
Fioritura eccezionale |
R. ‘Wee Bee’ |
50 |
Aprile |
Rosa carminio |
Portamento compatto |
R. campylogynum ‘Sbec’ |
50 |
Aprile |
Giallo chiaro |
Foglie scure. Ottimo drenaggio |
R. ‘Glendoick Ruby’ |
50 |
Aprile |
Rosso vivo |
Crescita lenta. Vuole più luce |
R. edgeworthii x dendrocharis |
60 |
Aprile |
Rosso e rosa |
Profumato. Ottimo drenaggio |
R. ‘Eider’ |
60 |
Marzo-Aprile |
Bianco puro |
Fiori resistenti al freddo |
R. ‘Golden Bee’ |
60 |
Aprile |
Giallo brillante |
Crescita lenta. Portamento compatto-globoso |
R. ‘June Bee’ |
60 |
Aprile |
Bianco con sfumature crema |
Portamento molto compatto |
R. leucaspis |
60 |
Marzo-Aprile |
Bianco con antere nere |
Ottimo drenaggio |
R. ‘Pintail’ |
60 |
Aprile |
Rosa confetto |
Fioritura spettacolare |
R. ‘Swift’ |
60 |
Aprile-Maggio |
Giallo con puntini rossi |
Fioritura eccezionale. Teme il gelo |
R. ‘Wigeon’ |
60 |
Aprile |
Rosa carminio |
Portamento compatto. Fogliame glauco |
R. ‘Crane’ |
70 |
Marzo-Aprile |
Bianco-crema |
Versione più chiara di ‘Ginny Gee’ |
R. ‘Goosander’ |
70 |
Marzo-Aprile |
Giallo con punti rossi |
Semi-sempreverde dopo inverni freddi |
R. ‘Tinkerbird’ |
70 |
Aprile |
Bianco-rosa |
Masse di fiori profumati. Anche da vaso |
R. ‘Turaçao’ |
70 |
Aprile |
Rosa |
Fioritura eccezionale |
R. ‘Loch Earn’ |
70 |
Aprile-Maggio |
Giallo |
Crescita lenta. Ottimo drenaggio |
R. williamsianum |
70 |
Aprile-Maggio |
Rosa carico |
Fiori campanulati. Foglie orbicolari |
Consigli di Kenneth Cox e Vitaliana Del Sole
Acidità del terreno. L’acidità del suolo dovrebbe variare fra i 4.5 e i 6 di pH. Se si opera in un’area dove il terreno è neutro od alcalino, occorre aggiungere della torba acida, ma questo lavoro va completato alcuni mesi prima di mettere a dimora le piante, altrimenti si rischia di “bruciare” le radici. In caso di eccessiva alcalinità, è meglio realizzare aiuole rialzate con terriccio apposito, annaffiandole poi con acqua piovana.
Ombra. Nel nostro Paese, un luogo in mezz’ombra è il sito ideale per i rododendri nani, ma occorre evitare il sottochioma di alberi dal fogliame denso e compatto (faggi, aceri di monte, ecc.). Meglio scegliere aceri giapponesi, ciliegi, sorbi, biancospini, larici, abeti. Si eviti l’associazione con eriche e graminacee, che sottraggono troppa umidità dal suolo. Ottimi compagni sono invece i generi: Kalmia, Enkianthus, Pieris, Gaultheria, Berberis, Clematis, Hydrangea, Lilium, Primula, Aquilegia.
Preparazione del terreno. I rododendri amano un suolo mediamente sciolto, non troppo compatto né troppo fine. Nel primo caso bisogna mescolarvi sabbia, perlite oppure materiale organico, come terriccio di foglie, composta da giardino, aghi di conifere o corteccia. La preparazione deve riguardare una buca assai più ampia della zolla, in modo da consentire un agevole sviluppo dell’apparato radicale.
Messa a dimora. Le piante devono essere bagnate prima e non vanno piantate troppo profondamente, ma al colletto, appena sotto la superficie del suolo. Gli esemplari allevati in vaso si mettono a dimora tutto l’anno, ma se si sceglie l’estate occorre poi annaffiare in modo costante. Il terreno va un po’ pressato attorno al colletto, ma non compattato pesantemente.
Acqua. Sono piante che amano l’umidità, ma non vogliono essere inondate. Quando sono ben consolidate, tollerano anche un po’ di siccità, ma nella prima stagione dopo il trapianto necessitano di annaffiature regolari.
Cure e moltiplicazione. Una potatura vera e propria non è necessaria; bastano modeste spuntature, per stimolare l’accestimento. I fiori avvizziti vanno man mano eliminati. Anche con i fertilizzanti non si deve esagerare: se si hanno piante sane e ben formate, non s’interviene, altrimenti bastano due manciate di concime granulare sotto la chioma, una in ottobre e una in aprile. Le varietà nane si propagano, con qualche difficoltà, da talea: in serra fredda ci vogliono sei mesi per una buona radicazione; in serra calda, assai meno.