


















Diciamolo subito, per non ingenerare illusioni: i nostri lettori che vivono in situazioni climatiche difficili (montagna, Pianura padana, ecc.) possono sì coltivare gli Abutilon, ma non all’aperto, perché il pericolo di morte precoce è assai elevato. In altre aree “a rischio” del centro-nord, le cautele non saranno mai troppe, come vedremo più avanti, ma la cosa è possibile se si scelgono accuratamente le specie o le varietà più idonee. Detto questo, i buoni motivi per avere arbusti di Abutilon in giardino oppure in serra fredda (così come in veranda o in appartamento) sono infiniti, ma per brevità vogliamo insistere su tre soli aspetti. In primo luogo, la curiosa bellezza dei fiori, la cui forma sembra essere stata ideata da un lontano designer orientale di chissà quanti secoli fa. In genere, ricordano le lanterne che i cinesi appendono all’esterno dei loro ristoranti o in occasione di feste speciali, oltretutto con gli stessi colori vivacissimi: rosso, cremisi, giallo, arancione… In altri casi, invece, le corolle si aprono di più a coppa, lasciando distintamente intravedere un apparato sessuale ben marcato nei suoi tratti e nelle sue sfumature, così che appare chiara la parentela del genere Abutilon con Hibiscus e Malva. Poi va sottolineata la notevole eleganza delle foglie – molto simili a quelle di certi aceri – le quali in non pochi casi sono ancor più attraenti dei fiori stessi, soprattutto per le insolite variegature, chiazze, screziature, che le rendono preziose anche nell’associazione con altre piante. Infine, non va sottovalutata un’altra dote di non poco conto: gli Abutilon, se sono fatti oggetto di un’attenta manutenzione, fioriscono molto a lungo, anche per diversi mesi. Il che non è poco.
In giardino
Gli A. vengono coltivati per la bellezza dei fiori – che in diversi ibridi presentano marcate venature sui petali – e del fogliame, ma occorre innanzi tutto ricordare che non sono di statura bassa, tutt’altro, se si pensa che A. theophrasti, una specie erbacea annuale (da noi inselvatichita in diverse località) tocca il metro d’altezza. La più piccola fra le specie arbustive è A. insigne (120 cm), seguita da A. ochsenii (150 cm) e A. megapotamicum (2.5 m), poi si passa alle grandi taglie: A. x suntense (4 m) ed A. vitifolium (fino a 8 m). Ovviamente, i lavori orticoli hanno ridotto di molto la taglia degli ibridi, che vanno dai 75 cm di ‘Cannington Peter’ ai 2 m di ‘Souvenir de Bonn’. Per le varietà più delicate (come A. pictum ed alcuni ibridi) l’impiego indicato riguarda la decorazione di aiuole, insieme con altre piante, anche annuali, come Salvia splendens o i Coleus. Molte combinazioni di colore, anche sorprendenti, si possono realizzare con gli A. a foglia variegata, come A. pictum ‘Thompsonii’, A. pictum ‘Gold Dust’ e A. megapotamicum ‘Variegatum’. Alcuni di loro si prestano molto bene all’allevamento sotto forma di alberelli in vaso (per es. A. ‘Nabob’), mentre quelli dal portamento compatto e pendulo sono consigliati per i cesti da appendere (per es. A.. ‘Cannington Carol’ o A. pictum ‘Variegatum’). Infine, alcune specie o varietà – come A. megapotamicum, ‘Patrick Synge’, ‘Cynthia Pike’ e A. x milleri (alto fino a 2.5 m) – avendo rami molto flessibili possono essere allevati “a ventaglio” contro un muro. Come piante da appartamento, di norma, si consigliano A. pictum ed A. megapotamicum, oltre a tutti gli ibridi di taglia bassa.
Coltivazione all’aperto
Terreno. Gli A. richiedono un suolo sciolto e fertile, ricco di sostanze organiche ben decomposte, un po’ umido, ma soprattutto perfettamente drenato, perché temono molto i ristagni d’acqua. Sono indifferenti al pH, purché in condizioni non estreme.
Irrigazione. Se durante l’estate vi sono prolungati periodi di siccità, occorre annaffiare con generosità.
Esposizione. In natura, gli A. sono originari delle zone tropicali e subtropicali dell’America meridionale, dell’Africa e dell’Asia, dove vivono ai margini di corsi d’acqua e con la protezione delle chiome degli alberi. Di conseguenza, nei nostri climi, molti di loro da un lato rifuggono dall’esposizione diretta al sole e dall’altro temono i rigori invernali. Un’esposizione a mezz’ombra è quindi molto consigliata, specialmente nelle aree più calde e soleggiate. Tuttavia, ogni specie o varietà ha dimostrato di avere un grado di rusticità ed esigenze particolari.
Protezione. Nelle aree meno calde, bisogna ricorrere ad un’opportuna protezione invernale, sia mettendoli a dimora al riparo di un muro, sia ricoprendo il suolo con pacciamatura asciutta.
Potatura. Quando gli esemplari sono giovani, occorre solo cimarli, riducendone l’altezza, allo scopo di stimolare l’accestimento e lo sviluppo della ramificazione basale. Le piante adulte, invece, in primavera andrebbero potate drasticamente per due terzi; inoltre, occorre eliminare i fiori appassiti per prolungare la speranza di vita, poiché non sono molto longeve.
Moltiplicazione. Si effettua d’estate con talee di legno tenero o semi-maturo, poste in un cassone, con temperatura basale di 18°C.; quando sono radicate si trapiantano in vasetti di 10-12 cm. Si propagano anche da seme in primavera, ma solo le specie manterranno i caratteri originali.
Rusticità ed esigenze climatiche
Specie o ibrido |
Esigenze |
A. megapotamicum |
Fino a – 5°C (la var. ‘Variegatum’) o – 13° C, con ottimo drenaggio, riparata da un muro rivolto a sud o sud-ovest |
A. ‘Cerise Queen’, ‘Cynthia Pike’, ‘Louise Marignac’, ‘Nabob’, ‘Silver Belle’ |
Fino a – 7°C, con condizioni simili ad A. megapotamicum |
A. ‘Kentish Belle’, ‘Ashford Red’, ‘Golden Fleece’, ‘Canary Bird’ |
Fino a – 5°C, con condizioni simili ad A.. megapotamicum |
A. vitifolium e A. x suntense |
Teoricamente sono resistenti fino a – 13°C, ma spesso nell’Italia del nord manifestano gravi problemi radicali, perché temono: troppo secco, troppo sole e soprattutto ristagni d’acqua. Sono consigliati da noi solo in località con estati fresche e suolo molto drenato e sciolto, ma umido |
A. pictum |
Fino a 0°C. Nelle aree più fredde viene coltivata come pianta da aiuola estiva, ma d’inverno va ricoverata in serra |
Coltivazione al coperto
Contenitori e terriccio. Di norma sono usati inizialmente vasi di 20-24 cm di diametro, che vanno man mano sostituiti da altri più grandi. Le piante in contenitore rimangono assai più basse che all’esterno. Il normale terriccio da vaso, mediamente fertile, va mescolato con torba e sabbia per farlo diventare poroso. In primavera occorre rinvasare.
Esposizione e temperatura. I vasi vanno posti in posizione ben illuminata, anche al sole diretto, ma nei mesi più caldi occorre un riparo dal sole. La temperatura ideale sta fra un minimo di 5-7° C ed i 13°C d’inverno, dopo di che si possono spostare all’aperto. In casa, occorre una buona ventilazione.
Concimazione e annaffiature. Durante la fase dello sviluppo, insieme con le irrigazioni regolari (ma più abbondanti d’estate) si provveda a fornire un fertilizzante liquido una volta ogni due settimane. L’acqua va gradualmente diminuita in autunno per ridurla al minimo d’inverno
Malattie. Il principale nemico degli A. è la cocciniglia farinosa (Planococcus citri), che si combatte con i piretroidi ed il principio attivo Fenitrotion.