Il pado (Prunus padus L. subsp. padus) detto anche “ciliegio a grappolo” è un alberello autoctono che in Italia è presente solo a nord del Po.
I fiori sono ermafroditi, tipici delle Rosaceae Prunoideae, a cinque petali, bianchi, di 1-2 cm di diametro e raccolti in lunghi grappoli che possono misurare anche 20 cm e che si presentano penduli nella sottospecie padus, o più corti ed eretti nella sottospecie petraea. Gli stami ed i pistilli sono gialli. Sono profumati delicatamente, simili al ciliegio dolce, attraggono molto le api mellifere.
Il portamento in natura, varia molto a seconda del substrato, dell’esposizione e dell’acqua a disposizione, si possono così incontrare esemplari alti anche 10 metri, come piccoli cespugli di poco più di un metro. In giardino saranno le potature e la distanza di impianto a deciderne la forma, che resterà a nostra discrezione. Se coltivato, si accresce regolarmente mantenendo un portamento tendenzialmente a fiamma.
Ha fogliame caduco, con foglie ellittiche a margine finemente dentato. Le nervature sono molto evidenti e in complesso la foglia ha una consistenza ed un aspetto forte. Sono alterne. La lamina fogliare è coriacea, glabra, con nervatura a reticolo in rilievo su entrambe le facce, quella superiore molto brillante e di un verde scuro, l’inferiore più opaca e più chiara. Ad un occhio inesperto le foglie potranno sembrare simili a quelle della Phyllirea latifolia, che però sono opposte e molto più coriacee.
I frutti sono drupe (bacche) di 4-6 mm, succose e contenenti un seme rugoso. Sono amari ma eduli per l’uomo. Compaiono fin dall’inizio primavera quando sono di colore verdastro, diventano poi rossicci per passare infine al nero a piena maturazione, che avviene da luglio a settembre a seconda della latitudine, dell’esposizione e dell’andamento stagionale.
E’ una specie solo localmente comune, più normalmente rara e localizzata. Diffusa in tutta l’Europa centro settentrionale ed in parte dell’Asia.
Nella tradizione montanara di alcune valli si utilizzano i frutti per aromatizzare grappe artigianali e tipiche.
Coltivazione
In giardino da grande soddisfazione, perché è pianta frugale, e allieta la vista sia in primavera con le sue fenomenali fioriture, che in autunno, quando la livrea assume toni dal giallo all’arancione e persino all’amaranto. E’ rusticissima, ama suoli sub acidi ma si adatta bene anche al calcareo. Resiste bene alla siccità ed all’umidità. Nei parchi e giardini può essere facilmente coltivata, per la realizzazione di siepi o di esemplari singoli.
Per favorire un migliore accestimento dei cespugli si possono effettuare delle cimature durante la fase di riposo o anche vegetativa, favorendo così l’emissione di getti laterali avventizi. Se annaffiata e concimata cresce molto velocemente.
E’ molto più resistente del ciliegio dolce, normalmente non ha parassiti specifici, sopporta bene tutte le più comuni malattie fungine e di conseguenza non necessita di trattamenti anticrittogamici.
Per chi ama moltiplicare le proprie piante consigliamo la riproduzione da seme o da talea.
Valerio Gallerati
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