Sequoia sempervirens

di

  • Condividi

 

Sequoia sempervirens: una coltivazine che rappresenta un grande successo della arboricoltura forestale poiché questa pianta può facilmente svilupparsi anche in zone assai diverse dal suo habitat naturale mantenendo gran parte del vigore e della magnificenza che naturalmente la caratterizzano.

 

La coltivazine della Sequoia sempervirens rappresenta un grande successo della arboricoltura forestale poiché può facilmente svilupparsi anche in zone assai diverse dal suo habitat naturale mantenendo gran parte del vigore e della magnificenza che naturalmente la caratterizzano.

 

Nei nuovi habitat l’adattamento della pianta conduce ad una altezza massima intorno ai  35-50 metri, che pur rimane assai considerevole ma certo lontana dai 100/120 metri delle piante autoctone. Introdotte in Europa verso la metà del secolo XIX, furono da subito utilizzate per ornare grandi giardini privati ed anche cittadini, dove ancora oggi vegetano in buone condizioni.

 

Coltivazione

Terreno e umidità. La sempervirens esige terreni profondi, non calcarei e frequenti annaffiature: nello stato adulto dipende dalla piovosità, infatti estati che si susseguono con scarse precipitazioni precedono spesso la morte della pianta. Zone già alberate che circondano una radura mantenendola umida rappresentano condizioni di impianto ottimali.

Esposizione. Crescono bene anche in poco spazio e meglio se poco esposte alla luce diretta del sole.

 

Riproduzione. Nel suo habitat naturale, questa pianta si riproduce più di frequente  per mezzo di un gran numero di polloni che si formano annualmente alla base del fusto principale. Di questi solo alcuni prevalgono e crescendo rapidamente aggiungono sempre nuova alberatura intorno al fusto principale, così da formare nel tempo un folto gruppo di alberi, tutti di un unico clone e destinati a formare una fitto intreccio con le ramificazioni apicali, anzi una spessa superficie vegetale aerea, senza soluzione di continuità, dove nel tempo si accumulano detriti fogliari e legnosi con caratteristiche eccezionali. Infatti, qui si genera un nuovo ecosistema aereo, dove vivono autonomamente specie vegetali ed animali supportati anche dalle abbondanti riserve idriche che si formano in loco.

Nelle coltivazioni invece, questi polloni vengono tagliati alla base, generalmente nel mese di novembre, per farne talee e riprodurre facilmente gran numero di piante. Con questa costante opera di pulizia, la pianta originaria può crescere isolata sfruttando tutte le risorse a favore del fusto originario, che aumenta di altezza fino ad oltre un metro all’anno.

 

Gli esemplari isolati mantengono negli anni fitte ramificazioni orizzontali che non si estendono lateralmente più di 1-2 metri lungo tutto il tronco, con foglie lineari di colore verde scuro, lunghe 1-1,5cm., dando alla pianta un caratteristico aspetto colonnare. Il tronco nei secoli diventa possente, regolarmente cilindrico, rivestito da una spessa corteccia bruno rossastra, fibrosa, spessa diverse decine di centimetri e di importanza cruciale come difesa dal fuoco. Pianta originaria degli stati nord occidentali degli Stati Uniti, vegeta a non più di 60-100 chilometri dalla costa. Deve essere riparata da freddi intensi sotto -5°C e dalla neve nei primi 2-4 anni.

 

VIVAIO CONIFERE ESOTICHE
Pierlorenzo Marchiafava

c/o Fattoria di Bibbiani
50050 Capraia e Limite (FI)
cell 339 7157005
www.pinirari.it

p.marchiafava@gmail.com

Logos Publishing Srl - P.IVA e C.F. 02313240364 - REA Modena No. 281025 - C.S. 42.200 Euro
strada Curtatona n.5/2, 41126 Modena (MO), Italia