




L’epopea dei ‘Cacciatori di piante’ è stata molto lunga, per quasi tre secoli dal ‘600 al ‘900 uomini con la passione dell’avventura e della botanica organizzarono viaggi per cercare piante sconosciute, attraversarono oceani, paludi, foreste, deserti, si arrampicarono su montagne, risalirono fiumi. Alcuni persero la salute, altri addirittura la vita ma i loro nomi, latinizzati nella nomenclatura delle piante che hanno scoperto e riportato in Europa rimarranno per sempre nella storia.
Oggi i viaggi in ogni parte della terra sono quasi una routine e le piante importanti come alberi, arbusti e fruttiferi si presume siano state tutte scoperte. L’ultimo vero ‘Cacciatore di Piante’ è stato Sir Harold Hillier, titolare dell’omonimo prestigioso vivaio inglese. Hillier organizzò negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso alcune spedizioni sulle montagne del Messico, ultima zona della terra rimasta da esplorare per la ricerca di piante. La Sierra Madre messicana si trova in una zona vicino ai tropici ma si eleva per 5000 metri, i suoi altopiani si trovano oltre i 2000 metri e sono caratterizzati da estati calde, secche, ventose e luminosissime, seguite da inverni rigidi e nevosi.
E’ una zona assolutamente impervia, per di più alcune zone sono controllate da ribelli, difficilissimo inoltrarvisi, ancora più difficile tornare indietro, ma Sir Harold Hillier ci riuscì e riportò nella madrepatria piantine e semi di diverse specie nuove fra cui alcune querce.
Quercus rysophylla è un grande albero dall’aspetto aperto che cresce presumibilmente 15/20 metri di altezza. Ha belle foglie grandi, lanceolate somiglianti in modo impressionante a quelle del nespolo del Giappone. Queste foglie lunghe una quindicina di cm sono sempreverdi, dure e coriacee color verde scuro con il reticolo delle venature ben marcato, sono assolutamente esenti da malattie soprattutto dal mal bianco. Rimangono tutto l’inverno sulla pianta sino a che in primavera le gemme iniziano a gonfiarsi, allora cadono e pochi giorni dopo nascono nuove foglie color rosa, tomentose e molto ornamentali.
Coltivazione
E’ estremamente resistente alle più disparate condizioni di clima come tutte le piante provenienti da situazioni estreme. Da noi la pianta vive quindi in tutti i climi e in tutti i terreni anche i più poveri e siccitosi purché non eccessivamente calcarei. Sopporta bene le potature anche drastiche e il trapianto va fatto in primavera, se ovviamente, non si utilizzano piante coltivate in vaso o contenitori che permettono la collocazione a dimora in qualunque momento dell’anno.
Una delle più belle querce trovate in quei viaggi e portata in Inghilterra nel 1979 è sicuramente Quercus rysophylla. Hillier ne riportò i semi dai quali nacquero alcune piantine. Per uno di quei casi curiosi della storia botanica, una di queste fu donata pochi anni dopo all’ing.Fieni, un appassionato di giardinaggio, che la piantò con tutte le cure del caso in un angolo del suo giardino sulle colline emiliane.
La giovane quercia attecchì e crebbe sana e forte senza mai manifestare nessun problema di adattamento o di malattie. Questa pianta risulta adesso una delle più grandi in Europa per la sua specie e, si presume, sia stata la madre di tutte quelle che si possono reperire nei vivai italiani.
I semi della Quercus rysophylla che riportò Sir Harold Hillier hanno dato origine a delle piantine leggermente differenti le une dalle altre come quasi sempre succede nelle piante legnose. Una di queste piantine, sorella di quella data all’ing. Fieni fu data all’Arboreto di Kamthout che si trova nei pressi di Anversa. Questa pianta è abbastanza diversa dalla pianta arrivata in Italia. Le sue foglie sono più lanceolate, più pelose, il suo fogliame è forse meno bello della sorella italiana ma in primavera, le giovani foglie sono di un rosa acceso, quasi porpora molto spettacolari. Per questa caratteristica è stata nominata come varietà a se stante e presentata nel Ottobre 2006 come novità all’esposizione Groot Groen di Zundert (Olanda) col nome di Quercus rysophylla ‘Maya’.