Ginkgo biloba ‘Tit’

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Fra le tante specie di piante per i nostri giardini, nessuna ha una storia cosi interessante come il Ginkgo biloba. Il Ginkgo è infatti un fossile vivente, forse la pianta più antica oggi esistente al mondo, viveva al tempo dei dinosauri e si pensava che fosse scomparsa, poi fu riscoperta in una vallata della Cina dove era sopravvissuta a tutte le ere geologiche.

Dal momento della sua scoperta nel 1754 ha suscitato sempre grande interesse e ora vive una seconda stagione, sia come pianta ornamentale che come pianta da frutto.

I frutti assomigliano a piccole prugne e sono commestibili (in Cina ci sono già frutteti di Ginkgo di migliaia di ettari di), ma hanno un inconveniente: il gheriglio dopo la caduta dei frutti marcendo emette un odore molto sgradevole. Questo compromette l’uso ornamentale di questa pianta riprodotta per seme. Infatti, essendo il Ginkgo è una pianta dioica (esistono cioè piante maschili e piante femminili), nei giardini si utilizzano ovviamente solo piante maschili (che non fanno semi), ma con la riproduzione per seme si scopre il sesso della pianta solo quando essa raggiunge i 20 o 30 anni. Così, per essere certi di avere solo piante maschili, occorre rigorosamente inserire nei giardini solo cloni maschili di Ginkgo ottenuti d’innesto. Per fortuna in questa nuova seconda vita del Ginkgo si sono differenziate già tante varietà di cloni maschili dalla forma molto bella.

Il clone più bello

Domandare a uno come me che i Ginkgo li coltiva e seleziona da tempo è come domandare ad una madre qual è il figlio più bello. Sicuramente una varietà stupenda e reperibile nei vivai più aggiornati è il Ginkgo biloba ‘Tit’, che ha una forma colonnare molto mossa, cresce bene e in autunno prima di cadere le foglie acquista una tonalità giallo oro cosi intenso da lasciare stupefatti.

Ginkgo biloba ‘Tit’ è una varietà di origine americana, da usare quando lo spazio è poco, piantato isolato, a gruppi o in alberature di vialetti. Cresce presumibilmente 10/12 metri in altezza, per 2 di larghezza. Come tutti i Ginkgo non ha nessuna malattia importante, non ha problemi di clima o di terreno, anche se stenta in quelli umidi. Lo smog cittadino, invece di danneggiarlo sembra che lo concimi. Le cure culturali sono praticamente inesistenti, necessita solo di una buona concimazione soprattutto i primi anni. Dopo il trapianto ha una difficoltosa ripresa vegetativa.

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