Querce sempreverdi

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La quercia è una pianta importante. Il suo nome viene sempre associato a qualcosa di forte, di centenario, di grande. Questo accostamento è nella nostra memoria, suffragato dall’impressione di maestosità e di grandezza suscitata da certi esemplari che abbiamo potuto ammirare.

Se vogliamo piantarla in giardino, sono proprio le sue dimensioni che col tempo diventano straordinariamente grandi il primo problema che dobbiamo valutare e inoltre, quando piantiamo una quercia, teniamo presente che se gli diamo uno spazio sufficiente è probabile che ci sopravviva di alcuni secoli. Tuttavia non tutte le varietà di querce sono degli alberi giganteschi anzi qualcuna è addirittura un arbusto e se il nostro spazio è limitato possiamo scegliere varietà che crescono meno o che hanno un portamento  piramidale. La loro coltivazione è facile perché non abbisognano di potature regolari e rare sono le malattie gravi che possono condurle a morte.

Varietà mediterranee, asiatiche e americane

Questo gruppo si potrebbe suddividere in due sottogruppi, uno che comprende le varietà mediterranee, limitate di numero ma importantissime nel giardino e un altro che comprende varietà sempreverdi di origine asiatica e americana. Appartengono a questo secondo gruppo una cinquantina fra specie e varietà piuttosto rare in coltivazione e reperibili per lo più solo nei circuiti dei collezionisti e degli amatori.

Varietà mediterranea: il leccio

Il leccio (Quercus ilex), usatissimo sia in passato che al presente nei climi dove è possibile coltivarlo, climi che corrispondono pressappoco a quelli dell’olivo o anche un po’ più freddi. In giardino se si vuol piantarlo vicino alla casa occorre valutare la sua ombra fitta e il suo colore cupo che in inverno può essere negativo. Lasciato allo stato naturale forma una chioma rotonda alta  15/20 metri. Sopporta benissimo le potature e anche drastiche capitozzature tanto che viene usato per siepi alte da 1 metro a 10 metri. Si adatta a tutti i terreni e sopporta ottimamente il salmastro.

Sensibile all’oidio ma soprattutto è attaccato dalla fillossera del leccio che in primavera punge le foglie e queste per reazione formano prima un puntolino giallo dove avviene la puntura e dopo si seccano. In certe annate gli attacchi sono violenti e allora occorre trattare con aficidi aggiungendo un antioidico  perché quasi sempre queste due malattie sono presenti contemporaneamente e producono in sinergia una grave deturpazione del fogliame (vedi articolo seguente).

L’offerta vivaistica  del leccio è grande e diversificata  e comprende piante a cespuglio, piramidi e alberi in tutte le misure possibili sia in zolla che coltivate in mastello.

Varietà mediterranea: la sughera

La sughera (Quercus suber) è la quercia coltivata in Sardegna per la produzione del sughero, il suo vecchio tronco contorto e ricoperto di sughero le conferisce un aspetto ornamentale e le piccole foglie regalano un’ombra tenue. Da giovane non sopporta i freddi ma la pianta adulta è più resistente al pari o forse di più del leccio. E’  più resistente del leccio sia all’oidio che alla fillossera. Nei vivai si trovano anche vecchi esemplari centenari.

Quercus  x turneri ‘Pseudoturneri’

E’ un ibrido fra il leccio e la farnia. E’ un albero di medie dimensioni compatto, semisempreverde nei climi freddi, molto somigliante al leccio ma un po’ meno attaccato sia dall’oidio che dalla fillossera.  E’ discretamente resistente al freddo, certamente molto più del leccio. Le piante reperibili nei vivai sono innestate su Quercus robur.

Quercus x hispanica

E’ un ibrido naturale fra il leccio e il cerro.  Albero di medie dimensioni dal portamento più aperto, fogliame leggermente glauco. Resistente più del leccio sia al freddo che all’oido e alla fillossera. Ha dato origine anche a diverse varietà. Le piante reperibili nei vivai sono innestate su Quercus cerris..

I tempi del trapianto

Il trapianto delle querce mediterranee di zolla si fa nella tarda primavera subito prima o durante l’inizio della vegetazione. Al trapianto  deve seguire una drastica potatura soprattutto negli esemplari di grossa taglia cosi forte che talvolta lascia perplessi gli acquirenti ma non facendola si rischia di perdere le piante. Nei vivai si trovano tuttavia piante coltivate in mastello per le quali questa operazione non è necessaria ma naturalmente il prezzo è più alto.

L’impianto e le prime cure

L’impianto delle querce comporta spesso l’uso di mezzi meccanici, data la loro dimensione, in ogni caso è bene provvedere al tutoraggio che deve rimanere almeno due anni, per le piante formate ad alberello questo è indispensabile. Le annaffiature devono essere regolari almeno i primi due anni. Le concimazioni  sono necessarie anch’esse i primi anni e dato che per le querce europee e americane non ci sono problemi di gelo si può abbondare anche con l’azoto. Un po’ più di prudenza   invece con le querce mediterranee soprattutto se le piante sono giovani e il giardino non si trova  in Sicilia.

In vivaio

Per prassi vivaistica, le piante educate a piramide o a forma libera si misurano in altezza dal colletto alla punta, in quelle formate ad alberello si misura invece la circonferenza del tronco misurata a 1 metro da terra. Ovviamente anche per gli alberelli si può  indicare l’altezza, ma è un’informazione meno importante.

Supponendo quindi di aver comprato un leccio di zolla formato ad alberello con un tronco della circonferenza di 19 cm e alta 5 metri la denominazione in fattura sarà: Leccio cm 18/20   ht 5 m   Zolla. (Euroxx)

La ricerca del collezionista cacciatore

Tre anni fa un amico dirigente di un grosso vivaio nel Pistoiese mi disse che voleva realizzare un parco con una collezione di querce che fosse la più completa possibile e mi domandò se volessi assumermi l’incarico  di  cercarle. – Tutte quelle che riesci a trovare – furono le sue parole.

Figurarsi se non accettavo con entusiasmo un impegno del genere! A chi come me è vivaista per mestiere ma è anche amatore, collezionista e ‘cacciatore’ di piante questa richiesta era come un invito a nozze. Cosi cominciai la ‘caccia’ alle querce.

Non pensate che i moderni cacciatori di piante vadano in giro per le foreste vestiti come Indiana Johns. Oggi tutti o quasi  tutti gli alberi esistenti al mondo sono stati trovati e classificati ma questo non significa che siano tutti disponibili se uno se li vuole portare a casa.  Nei vivai non vengono coltivate che un’infinitesima parte delle piante esistenti e il moderno cacciatore cerca dagli amatori, dai vivaisti specializzati, negli orti botanici, nelle fiere o nelle mostre di piante rare.

Trovare il primo centinaio di varietà è stato facile ma, come sempre, è completare via via le collezioni man mano che queste diventano importanti che è più difficile, un po’ come quando da ragazzi si faceva la collezione delle figurine. E’ capitato anche che delle volte ho trovato finalmente una varietà che cercavo ma il suo proprietario non me la voleva dare neanche a peso d’oro e allora era una sofferenza.  Una caratteristica che accomuna gli amatori e i collezionisti di tutto il mondo è che gli importa poco del denaro. Se hanno una pianta rara, puoi offrirgli quello che vuoi ma non te la vendono, salvo poi a  regalartela se gli entri in simpatia oppure la scambiano con un’altra pianta che non hanno. Lo scambio con altre piante rare è una cosa normale fra veri amatori, forse un decimo della collezione delle querce è stata acquisita così.

A volte nella ricerca non sono riuscito a trovare una pianta della tal varietà  ma mi è stato dato solo un rametto che ho portato a casa e tentato di riprodurlo innestandolo.

Comunque, poco a poco la collezione delle querce si è formata. Adesso è arrivata a oltre 250 tra specie e varietà e sta lentamente crescendo di numero, il lavoro sarà ancora lungo perché sembra che nel mondo le querce siano circa 500.

La raccolta è costituita da piante ancora giovani, e vederle tutte insieme suscita interesse e voglia di fare  vari confronti. Un cosa che incuriosisce molto e che salta agli occhi durante l’inverno è che alcune sono sempreverdi. In questo articolo abbiamo elencato le varietà che hanno questa caratteristica descrivendo sommariamente il portamento della pianta e indicando dove e quando sono state scoperte. Queste brevi note fanno andare con la mente ai cacciatori di piante, quelli veri, che nei secoli scorsi hanno attraversato deserti e scalato montagne per cercare nuove piante, classificarle e portarle in coltivazione.  A loro dobbiamo una perpetua riconoscenza noi che oggi a ‘caccia’ di piante andiamo molto più comodamente con internet.

Note sulla semina delle querce di Marina Bardi:

( In un kg. ci sono 400-500 semi), Germinazione media  75%

Raccogliere le ghiande da piante robuste e ben formate, scartare quelle bucate e annerite e seminare subito le altre prima che perdano umidità. L’ ideale è procedere alla pregerminazione dei semi, preparare delle seminiere o cassettine con torba, adagiarvi sopra i semi orizzontalmente e coprirli per 2-3 cm. Mantenere umido e dopo 15-20 giorni cominciare a controllare la germinazione. La prima a spuntare è la radichettta, quando sarà lunga 1-2 cm è il momento di procedere alla semina. Tagliare con le unghie o le forbici il germoglio ( radichetta)  per favorire lo sviluppo di un apparato radicale più ramificato. Seminare sempre tenendo la ghianda orizzontale in vasi quadrati alti e stretti  (es. 9x9x20) con terriccio misto di terra di campo sabbia e torba . Dopo due anni le piantine saranno alte 40-50 cm e  pronte per la messa a dimora.

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