



La betulla bianca (Betula pendula Roth) è una pianta che viene dal freddo, è infatti la regina delle foreste della Russia, della Finlandia e della Lapponia ma vive in tutti i paesi dell’Europa ad esclusione della Spagna e della Grecia. In Italia si trova più o meno spontanea su tutta la fascia delle Alpi e degli Appennini, giù sino alla Campania dove è presente anche sul complesso del Somma-Vesuvio.
Una forma elegante
E’ un albero che può crescere sino a 30 metri, con una chioma non eccessivamente larga, tendente al piramidale; le foglie sono lunghe 4-6 cm e larghe 3-4, triangolari-acuminate, doppiamente seghettate, inizialmente glutinose poi glabre superiormente e ghiandolose inferiormente con ciuffetti di peli all’angolo delle nervature; il picciolo è flessuoso, lungo 1-2 cm. Ha infiorescenze staminifere pendule, lunghe 3-6 cm, le pistillifere lunghe 1-3 cm. I frutti sono acheni glabri, con due ali. La pianta tende sempre a spogliarsi in basso lasciando scoperto il tronco con corteccia bianca che si sfoglia in strisce orizzontali sottili e traslucide e che nelle piante adulte si fessura profondamente a partire dal piede e le fessurazioni hanno un colore bruno, quasi nero. I giovani rami sono penduli e glabri, rugosi.
Una betulla dall’Etna
Come spesso accade in botanica, questa pianta ha più volte cambiato il nome, B. pendula è quello attualmente valido, mentre nel passato si è chiamata anche B. alba e B. verrucosa. I nomi hanno dunque sempre descritto le sue peculiarità morfologiche.
In Italia è presente, ma è abbastanza rara, anche un’altra betulla, chiamata B. pubescens, il cui areale è limitato alla fascia alpina ed all’Appennino parmigiano. In Sicilia, sulle lave dell’Etna cresce la B. aetnensis, secondo alcuni botanici questa entità è però di dubbio valore tassonomico ed andrebbe compresa nella B. pendula.
L’acquisto in vivaio
La Betula pendula è coltivata in grandi quantità nei vivai, è riprodotta da seme e viene allevata ad albero, a piramide o a ceppaia cioè a forma di grossi arbusti con tre o più branche principali che si dipartono da terra. E’ normalmente offerta in zolla, più raramente a radice nuda o in mastello, praticamente in tutte le misure possibili ed è una pianta dal prezzo ragionevole. Nei giardini si può usare come pianta isolata ma è meglio piantarla a gruppi con sesti di impianto abbastanza fitti.
Le sue cultivar
La B. pendula ha dato origine ad alcune cultivar interessati che vengono generalmente innestate su piante della specie, le principali sono le seguenti:
‘Dalecarlica’ ( sin. ‘Laciniata’)
Ha un portamento più elegante della specie tipica, una vegetazione più folta con rami penduli e le foglie profondamente lobate . E’ molto adatta per essere usata come pianta isolata.
‘Fastigiata’
Albero di medie dimensioni dalla forma colonnare molto compatta e rami eretti e rigidi. Si può usare come pianta isolata, a gruppi o per vialetti.
‘Purpurea’
Albero di crescita più lenta con rami eretti e radi e foglie color porpora. Il colore del fogliame viene esaltato dal tronco bianco. Serve per fare una macchia di colore e data la sua costituzione ‘magrolina’ conviene sempre piantarla a gruppi.
‘Tristis’
Albero molto elegante con rami sottili, pendenti e la punta slanciata. Piuttosto rara a trovarsi nei vivai perché da giovane non è molto caratterizzata ma da adulta è forse la più bella varietà fra le betulle. Da piantarsi come pianta isolata o a gruppi con sesti di impianto larghi almeno 5/6 metri.
‘Youngii’
E’ fortemente caratterizzata per i rami piangenti, non fa assolutamente la punta e questa, rispetto alla ‘Tristis’, è la differenza più evidente. Nei vivai sono reperibili piante innestate in basso con la punta guidata sino ad una certa altezza con un tutore, i rami ricadenti in questo caso formano una piramide larga e irregolare e talvolta strisciano per terra; oppure è reperibile nella forma ad albero innestata a 2 metri su astoni di B. pendula. Negli ultimi anni sono offerti sul mercato anche alberelli più bassi innestati a 110 cm. che sono usati nelle fioriere e nei giardini pensili. In queste sistemazioni infatti, si possono verificare delle estreme condizioni di freddo e di vento che limitano fortemente il numero di essenze da poter impiegare, la betulla invece si adatta perfettamente a quelle condizioni.
Betulle dall’America del nord
Le betulle non vivono solo nelle foreste dell’Europa. Dall’America del nord ci sono arrivate due specie interessanti per i nostri giardini. Una si chiama B. nigra, ha le foglie lunghe 11 cm e larghe 7, lucenti di sopra e glaucescenti inferiormente, villose sulle nervature della pagina inferiore; la corteccia è rosata sulle piante giovani e tende a divenire scura sugli esemplari più maturi e si squama abbondantemente lasciando in vista il tronco marrone chiaro, la B. nigra si trova sia ad albero che ad arbusto e viene utilizzata isolata o in gruppi. L’altra betulla americana è la B. papyrifera che è un albero alto fino a 25 m con tronco dritto e bianco; la corteccia delle piante adulte si squama in sfoglie che si accavallano in modo da far sembrare il tronco avvolto dalla carta.
Betulle dal Giappone
Dal Giappone è arrivata invece B. maximowicziana con corteccia rosata, rami giovani rigidi, getti tomentosi, foglie lunghe circa 16 cm e larghe 13, ovate, profondamente cordate e setolose soprattutto da giovani.
Betulle dall’Himalaia
Dalle montagne dell’Himalaia è arrivata invece quella che al momento sta raccogliendo più interesse ed è più estesamente coltivata nei vivai cioè la B. utilis. Questa specie non cresce molto, ha le foglie grandi verde chiaro, rami eretti, fa pochi frutti, il tronco ha corteccia ramata e si squama sin da giovane con grandi sfoglie e sotto è bianchissimo. La pianta ha un portamento generale molto elegante. Nei vivai viene offerta soprattutto ad arbusto o più raramente ad albero, è riprodotta per innesto. B. utilis var. jacquemontii (= B. jacquemontii) è simile alla precedente ma con corteccia bianca.
Betulle dall’Asia
Dall’Asia viene B. ermanii con corteccia squamante, bruno-aranciata o bianco-rossastra, la sua cultivar ‘Graywood’ ha corteccia grigio-biancastra e spesso viene confusa con B. costata abbastanza rara in coltivazione da noi.
Nel giardino
La betulla è molto resistente al freddo, può arrivare a -30 senza problemi, questa è una temperatura che difficilmente si raggiunge nelle zone abitate italiane sia pure in paesi di alta quota. Non tollera invece il caldo e le estati afose delle pianure, in queste zone può vivere e svilupparsi, ma invecchia più rapidamente. Vive bene nei giardini di montagna, dove oltretutto si inserisce bene nel paesaggio, nel sud Italia e nelle pianure.
Terreno. Predilige quelli freschi, anche umidi ma senza ristagni d’acqua e non calcarei, se il calcare è elevato può vivere ugualmente ma la sua crescita è più lenta, le foglie rimangono più piccole e, in autunno, cadono più precocemente, facendo mancare quei caldi, bellissimi, colori gialli che si hanno prima della caduta delle foglie. E’ una pianta che ama molto il sole, fattore da tenere presente quando si decide la sua ubicazione in giardino.
Nella piantagione è importante tutorare bene le piante perché la ripresa è piuttosto lenta anche se normalmente non si hanno problemi di attecchimento.
Concimazioni. È sufficiente concimare una volta l’anno, ma volendo stimolare la vegetazione basta spingere con l’azoto poiché non c’è pericolo di danni da gelo.
Potature. Le betulle non si potano, dovendo però fare tagli di ritorno, occorre fare attenzione perché vegetano solo le gemme già formate, non ci sono infatti gemme latenti.
Note sulla propagazione delle betulle di Marina Bardi
Tutte le specie di betulle si propagano facilmente da seme. La semina si fa a spaglio su terreno ben lavorato e livellato. Si può eseguire sia in autunno che in primavera (marzo-aprile) dopo aver conservato il seme in luogo fresco ed asciutto. Il seme è molto piccolo (in un kg. di Betula alba ci sono 5.000.000 di semi) e va coperto leggermente e tenuto umido fino alla nascita delle piantine.
Dopo un anno le piantine raggiungono un’altezza di 30-50 cm. e sono pronte per la messa
a dimora in campo. Queste piantine possono anche essere utilizzate come portinnesto per le specie più rare e le varietà orticole che si ottengono solo tramite innesto. Quest’ultimo si esegue a spacco
ad inizio primavera o anche in estate.
Note omeopatiche di Francesco Masciello
Le Betulle hanno un enorme impiego in Fitoterapia. Le varietà sono accumunate come da una serie di caratteristiche e quindi di azioni farmacologiche.
La Betulla pendula, chiamata in passato anche Betulla alba, Betulla verrucosa,
utilizzata per la sua azione diuretica e depurativa nelle calcolosi renali e nei reumatismi infiammatori e metabolici (gotta).
Di questa pianta sono note le virtù della linfa (sulla ritenzione idrica, la cellulite, sovrappeso), dei semi (specialmente sul sistema nervoso dove agisce combattendo l’affaticamento), delle gemme (che attivano il sistema immunitario con conseguente aumento della resistenza alle infezioni).
In passato la corteccia si applicava sotto i bendaggi delle ferite, per le sue proprietà cicatrizzanti ed antisettiche.
In cosmesi prevale l’utilizzo degli estratti come lenitivo dopo eccessive esposizioni al sole o su pelli grasse.
In veterinaria si adopera un distillato “catrame di legno” contro infiammazioni e parassitosi.
Per uso interno avendo un trofismo renale è utilizzabile come depurativo e diuretico (edemi, uretriti, cistiti, nefriti e iperazotemie).
Interessante è anche la sua azione coleretica (aumento della produzione di bile) alla quale segue una maggiore eliminazione di colesterolo (azione ipocolesterolemizzante).
I principi attivi contenuti nella corteccia, nelle foglie e nelle gemme si possono estrarre tramite infusi decotti, tinture.
Della Betulla pubescens si utilizzano gli amenti per stimolare il sistema endocrino, le gemme per il metabolismo generale, e le giovani radici per le vie urinarie.