Acacia dealbata (mimosa)

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I mazzetti di mimosa o Acacia dealbata che acquistiamo a marzo per le strade provengono da coltivazioni fatte in serra  dove le mimose sono allevate appositamente per la produzione del fiore reciso, ma la mimosa è soprattutto una bella pianta da giardino che non ha controindicazioni se non quella del clima. Può vivere infatti all’aperto nell’areale dell’ulivo o per alcune varietà anche in zone  leggermente più fredde; si trovano infatti in Liguria, in Toscana, nelle Marche, in tutte le regioni a sud e nei microclimi dei grandi laghi del nord. Eccezionalmente può sopportare temperature di -10/-12 gradi purché di breve periodo.

Un albero dalla chioma rotonda

L’Acacia dealbata è un albero sempreverde, originario dell’Australia da dove fu portato in Europa nel 1824. Se lasciato al naturale forma una chioma rotonda alta 10/15 metri, nelle zone di origine sono segnalati alberi alti anche a 25/30 metri. Le foglie bipennate sono composte da piccolissime foglioline morbide al tatto e di colore che va dal verde chiaro al glauco a seconda delle varietà. Hanno la caratteristica insolita di richiudersi durante la notte, in giornate fredde o durante dei forti temporali.  I fiori fatti a capolino sono piccoli, raccolti in glomeruli, di colore giallo più o meno accentuato e profumatissimi. Sono talmente numerosi che quando la pianta è in pieno fiore da l’impressione che sia un grande pallone giallo.

Piante da innesto per il giardino

La specie comune si riproduce facilmente da seme e in alcune zone come in Costa Azzurra, nella Riviera Ligure o nell’isola d’Elba  si  è naturalizzata  occupando prevalentemente il fondo di gole o canaloni dove il terreno è più fresco formando macchie di piccoli boschetti. La diffusione è dovuta non solo al seme ma soprattutto ai  polloni che si formano dalle radici affioranti anche alla distanza di diverse decine di metri  dalla pianta madre, ha infatti un apparato radicale robusto e molto esteso.

L’Acacia dealbata non vive in terreni calcarei.

In giardino però è consigliabile piantare varietà d’innesto. Queste sono di taglia più piccola rispetto alla mimosa di seme, hanno fiori selezionati più grandi, una fioritura più abbondante che va da gennaio ad aprile a seconda delle varietà e presentano un fogliame dai colori più brillanti che vanno dal verde intenso al glauco. Il colore del fogliame è importante perché essendo un sempreverde si caratterizza diversamente in giardino vicino alle altre piante e durante la fioritura crea un diverso contrasto con il giallo dei fiori.

Ma il motivo principale che ci deve far  preferire piante d’innesto è soprattutto perché queste sono innestate sull’Acacia retinoides che permette alla mimosa di vivere anche in terreni leggermente calcarei.

E’ in Francia, sulla Costa Azzurra che la mimosa ha trovato il suo maggior successo e impiego. Là è usata abbondantemente nei giardini,  nei parchi e nei viali cittadini. In quella regione  sono numerosi i vivaisti che si sono specializzati nella riproduzione e nella ricerca e questa è la ragione per cui diverse varietà in commercio hanno nomi francesi. I vivaisti italiani non sono tuttavia da meno e propongono un ottima e diversificata produzione. Vivai specializzati spesso a monocultura di Acacia si trovano nella Riviera Ligure, in Toscana nella zona di Pistoia e di Pescia e negli ultimi anni anche in Sicilia.  La riproduzione e la coltivazione della mimosa comportano una lunga serie di operazioni molto specialistiche e da sempre questi vivai  sono considerati la ‘parte nobile’ del vivaismo.

Specie e cultivar

Le specie e le cultivar sono numerosissime ma quelle realmente reperibili sono non più di una ventina. Di seguito le più importanti o le più curiose.

A foglie composte

Acacia baileyana: grande arbusto o piccolo albero molto elegante di 6/8 metri dalle foglie piccole e corte color grigio argenteo anch’esso originario dell’Australia, fa fiori piccoli portati da panicoli terminali radi e allungati, la fioritura è appariscente; molti degli ibridi e delle cultivar oggi esistenti sono il risultato di incroci fra l’Acacia dealbata e l’Acacia baileyana.

Acacia baileyana ‘Purpurea’: la nuova vegetazione è rossastra e leggermente porpora sono anche i rami e la pagina inferiore delle giovani foglioline.

A. dealbata ottenuta per innesto: si chiama semplicemente così questa selezione di Acacia dealbata di forte crescita e dal fogliame argentato che ha una buona resistenza al freddo; i fiori sono un po’ radi.

A. dealbata ‘ Gaulois’: è forse tutt’oggi una delle più belle nella fioritura che è tardiva in febbraio/marzo; ha fogliame verde grigio e la pianta cresce forte anche se tende leggermente a filare, è la varietà più usata per fiore reciso.

A. dealbata ‘Mirandole’: è la più diffusa in Francia dove alcuni vivai e garden si sono dati questo nome; d’altronde la sua origine è proprio in Costa Azzurra dove questa cultivar fu isolata a Villa Mirandole a Cannes. Ha un bel fogliame  grigio verde e fioritura precoce con fiori più radi della Gaulois ed è abbastanza rustica.

A. nivea: fiori di color giallo chiaro, quasi bianco, la pianta cresce forte ed ha un bel fogliame verde intenso ma la fioritura è scarsa e molto tardiva; rara a trovarsi.

A. dealbata ‘Rustica’: questa è la varietà più consigliabile per piantare in giardino e viene usata anche piantata in filari per creare cortine di verzura; dopo la A. dealbata di seme è considerata la più resistente al freddo, è di buona forma, piena, con fogliame verde vivo e fioritura tardiva.

A. dealbata ‘Turner’: simile alla A. dealbata ‘Rustica’, ha un portamento più compatto, fogliame più cenerino e denso ed una fioritura più abbondante con fiori quasi doppi; varietà molto impiegata per fiore reciso.

A. dealbata ‘Virginia’: varietà rara, fiori color arancio vivo; stranamente alcune piante invecchiando perdono il colore arancio e anno dopo anno fioriscono sempre più giallo; da ultimo assomigliano alla A. dealbata ‘Gaulois’; fioritura precoce.

Acacia dealbata ‘Pendula’ o mimosa pendula: curiosa varietà con rami ricadenti sovente innestata ad alberello. Si può piantarla accostata ad un muro e con piccole grappe sorreggerne i rami  principali in modo da costruire una figura  geometrica mentre le punte e i rami secondari sono lasciati pendere liberamente; può col tempo ricoprire un’intera parete con un effetto fantastico.

 

A foglie intere

In alcune Acace quelle che sembrano foglie intere non sono altro che il picciolo della foglia che ha assunto una forma allargata e che di fatto funziona da foglia. Queste pseudofoglie sono chiamate dai botanici fillodi.

 Acacia retinoides: è questo il nome botanico dell’acacia usata come portinnesto di tutte le varietà di mimosa, ha diversi sinonimi, si chiama infatti anche Acacia floribunda, Acacia semperflorens e mimosa delle quattro stagioni. Tutti questi nomi ci fanno capire che questa pianta ha una lunga fioritura e nelle zone calde del sud è fiorita quasi tutto l’anno; la fioritura anche se continua non ha tuttavia l’esplosione di colore primaverile tipica dell’Acacia dealbata. Forma una chioma rotonda alta 5/7 metri e può essere proposta anche per viali cittadini, naturalmente dove il clima lo consente. E’ una bella pianta dalle strane foglie di color verde scuro strette e allungate lunghe 15/20 cm.

L’Acacia retinoides si riproduce da seme e resiste anche in terreni leggermente calcarei.

Acacia retinoides ‘Imperialis’: miglioramento della A. retinoides dai fiori giallo canarino più grandi della specie e fioritura più abbondante, anche i fillodi sono più grandi e il portamento è più compatto. Con questa varietà è possibile programmare la fioritura con la semplice potatura, il periodo in cui viene effettuata permette floricoltori di programmare il periodo della nuova fioritura. In Riviera Ligure ci sono vivai che utilizzano la caratteristica di questa varietà per poter vendere rami fioriti in ogni periodo dell’anno anche in coltivazioni all’aperto.

Acacia retinoides ‘Lisette’: è un clone migliorato con fiori più grandi e fioritura più abbondante  molto appariscente anche in autunno.

A. x hanburyana (A. dealbata x A. podalyriaefolia): è stata dedicata a Sir Thomas Hambury, creatore dei giardini della Mortola questa curiosa varietà con fillodi grigio argenteo che somigliano alle foglie dell’olivo, su questa foglia crescono successivamente altre foglie composte come le foglioline tipiche della mimosa. Questa stranezza botanica si spiega col fatto che come abbiamo detto, le foglie intere delle Acace (fillodi) non sono altro che piccioli allargati quindi su questa varietà succede semplicemente che sul picciolo nasca una vera foglia. E’ un piccolo albero o piuttosto un grande arbusto non molto resistente al freddo che cresce da 2 a 4 metri di altezza ed ha una fioritura precoce.

Acacia howittii ‘Clair de lune’ (Claire de lune): ha i rami ricadenti e fillodi sottili e lunghi di color grigio cenere, la fioritura è tardiva in marzo, non cresce molto ed è forse fra le mimose, la varietà più graziosa nel portamento, purtroppo è anche una delle più delicate al freddo.

Acacia cultriformis (Cultriformis): piccolo albero o grande arbusto che può crescere sino a 4 metri di altezza, ha i fillodi larghi e appuntiti color verde grigio molto chiaro, fiori piccoli non profumati portati da grappoli eretti. E’ una varietà molto decorativa anche quando non è in fiore.

Acacia podalyriaefolia (Motteana): ha fillodi ovali simili a quelli della A. cultriformis ma più rotondi, più grandi, morbidi e setosi al tatto di colore glauco; è una pianta dalla crescita contenuta, 4-5 metri al massimo, fioritura precoce, prolungata e fiori molto profumati, con i suoi rami flessuosi si presta molto bene per essere allevata a spalliera contro un muro a sud.

In botanica la sola specie che avrebbe il diritto di chiamarsi mimosa è la Mimosa pudica. Il nome gli deriva dal latino ‘Mimulus’ o ‘Mimo’ un attore che riesce a cambiare rapidamente espressione. E’ un piccolo arbusto spinoso dai rami sottili che nei nostri climi è una pianta annuale. Ha la curiosa caratteristica che se anche una piccola parte della foglia viene toccata, tutta la foglia si chiude e si affloscia immediatamente come se fosse improvvisamente appassita, poi nel giro di 15 – 30 minuti ritorna di nuovo  in posizione eretta. Nel suo habitat naturale, che sono le zone tropicali delle Americhe, è un modo per difendersi dagli animali che la pascolano, non appena questi iniziano a mangiarla tutta la pianta si affloscia e assume un aspetto poco appetibile per gli erbivori che cosi si allontanano.

Le Acace al contrario sono una famiglia diffusissima in quasi tutti i continenti e comprende oltre mille tra specie e varietà. L’Acacia dealbata originaria dell’Australia è stata chiamata impropriamente mimosa e non sappiamo perché, forse per la grande somiglianza che i fiori e le foglie hanno con la Mimosa pudica ma questo nome infine si è cosi radicato che oggi si tende a chiamare mimose quasi tutte le specie di Acace conosciute mentre dovrebbe essere mantenuto per la sola Acacia dealbata e le sue varietà. Questo termine è usato anche come nome femminile e molte sono le donne, sicuramente tutte belle come la mimosa, che possono fregiarsi di questo nome.

La mimosa in giardino

La mimosa esige un terreno  fertile, profondo e soprattutto fresco, meglio se leggermente acido. Non sopporta la siccità e gli stress da siccità possono anche farla morire. Prepariamo una buca il più grande possibile e interriamo molto letame maturo. E’ bene provvedere immediatamente ad un robusto tutore perché le piantine anche se acquistate piccole  crescono rapidamente e in 3/4 anni possiamo già avere una pianta grande.

L’irrigazione è assolutamente necessaria i primi anni, deve essere assidua nel periodo estivo  e deve continuare anche successivamente a meno che non si abbia un terreno particolarmente fresco. Se abitiamo in una zona al limite per la temperatura, scegliamo un posto più riparato che crei un microclima e soprattutto piantiamo varietà più resistenti al freddo come la dealbata di seme se il terreno non è calcareo o la A. dealbata d’innesto o la A. dealbata ‘Rustica’.

Il vento scoscia sovente i grossi rami e talvolta anche l’intera pianta. Se nella zona c’è questo pericolo scegliamo una posizione meno esposta oppure teniamo ridotto il volume della chioma con le potature.

Le concimazioni. Indispensabili i primi anni è bene continuare anche successivamente, con letame maturo o pellettato e concime chimico bilanciato in azoto/fosforo e potassio, ed è meglio non eccedere con l’azoto.  

Potature. Sono utili perché i rami si allungano troppo e sono sottoposti a scosciature. Si pota subito dopo la fioritura e prima dell’inizio della vegetazione. L’abitudine di cogliere i rami fioriti per adornare la casa o regalare mazzi di fiori non è dannosa  anzi è una sorta di potatura; a fine fioritura, con le forbici, conviene ridare una forma armonica alla pianta. Se si tagliano grossi rami conviene spennellare il taglio con un prodotto fungicida.

Note sulla semina di Marina Bardi

(Acacia dealbata 77.000 semi per kg., Acacia saligna 27.000 semi per kg.)

I semi di Acacia così come tutte le leguminose sono provvisti di tegumenti molto duri ed impermeabili, che impediscono la penetrazione dell’acqua e l’inizio della fase germinativa. Per superare questo problema occorre  ‘scarificarli’. La scarificazione può essere eseguita meccanicamente sfregando il seme con carta vetrata o altro abrasivo oppure immergendo il seme in acqua molto calda. Usare come proporzione, tre volumi di acqua ed uno di semi; mettere i semi in una ciotola e versarci sopra l’acqua appena bollita. Non aumentare la dose d’acqua altrimenti risulterà calda troppo a lungo, danneggiando l’embrione. Collocare la ciotola in ambiente caldo e lasciarvela per 24 ore. Se i semi non si fossero gonfiati, ripetere lo stesso trattamento. La semina dell’Acacia si effettua in primavera oppure tutto l’anno in serra calda.

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