SINTESI DEI LAVORI
- all’inizio di novembre ripristinare i tunnel freddi e utilizzare il tessuto non tessuto per combattere il freddo
- curare gli ortaggi ancora in pieno campo: carciofi, cardi, cavoli e cavolfiori, spinaci
- entro la fine di novembre terminare le semine in coltura protetta di ravanelli, rucola, lattuga, radicchi, cicoria, valerianella
- prima del freddo preparare le aromatiche ad affrontare l’inverno
- pulire le aiuole dai residui e provvedere ai primi lavori di risistemazione
- effettuare le lavorazioni profonde del terreno
- concimare contestualmente alla vangatura
- riporre tutori e gomme
- riordinare gli attrezzi ed effettuare le necessarie manutenzioni
- progettare la divisione delle aiuole per l’anno prossimo
- consultate cataloghi e riviste
DETTAGLIO LAVORI
Nel mese di novembre il freddo inizia a farsi sentire davvero e il numero d’ortaggi che possono resistere all’aperto, all’appressarsi dell’inverno, si riduce drasticamente.
L’impiego di tunnel o di serre fredde, anche di costruzione domestica, ci consente di prolungare la stagione, ma le basse temperature divengono il primo fattore limitante. Crescita e sopravvivenza dipendono in gran parte da queste e fra i nostri compiti primari compare la protezione delle colture dal freddo.
PROGRAMMAZIONE
Per ogni ortaggio il mercato offre molte varietà e fra queste è bene scegliere quelle che più resistono alle basse temperature.
Ortaggi resistenti al freddo sono: valerianella, spinacio, porro, aglio, cipolla, cavolo nero, cavolo verza, cavolino di Bruxelles, rapa, radicchi, cicoria. Mediamente resistenti al freddo sono: ravanello, rucola, bietola, prezzemolo, cavolo cappuccio, broccoli.
Tempo di bilanci
Finiti i raccolti, soffermarsi e compiere un rendiconto della stagione produttiva non è tempo perso, ma piuttosto un momento necessario per focalizzare i problemi, evidenziare i risultati positivi e le ragioni che li hanno determinati, cercare nuove soluzioni, progettare il futuro.
Il bravo rticoltore tiene un “giornale di bordo” dove annota i lavori eseguiti secondo la data, le produzioni ottenute, la qualità del raccolto in relazione all’andamento stagionale e alle cultivar scelte, le concimazioni e i trattamenti effettuati, le osservazioni particolari.
Individuiamo in questa verifica di fine stagione le varietà di ortaggi che hanno fatto registrare le migliori produzioni sia quantitativamente sia qualitativamente, così da riproporle il prossimo anno, e cerchiamo di capire se le ragioni che hanno determinato un insuccesso sono legate al tipo di terreno, ad una scelta di tempi sbagliata, all’andamento stagionale o a pratiche colturali errate, affrettate, demandate nel tempo.
PREPARAZIONE DEL TERRENO
Gli ortaggi invernali necessitano di una preparazione del terreno di semina particolare sia che si coltivino al riparo dei tunnel sia che restino all’aperto.
Il terreno deve essere ripulito dai residui vegetali delle colture precedenti agendo con il rastrello in profondità, deve poi essere lavorato, affinato, e riportato in modo da creare aiuole sopraelevate rispetto al piano di campagna di almeno 10 centimetri.
Più il suolo è pesante e argilloso, maggiore dovrà essere l’altezza, fino a 20 centimetri.
Il profilo della sezione dell’aiuola potrà essere orizzontale, ma si preferisca quello con una leggera baulatura ad arco convesso, per favorire lo sgrondo dell’acqua in eccesso. Le scoline di raccolta delle acque dovranno essere larghe, profonde e mantenute sgombre.
SEMINA
Sotto i tunnel freddi si seminano verdure poco esigenti in fatto di calore come ravanelli, rucola e valerianella, affiancati da lattuga, cicoria, radicchio da taglio.
Carota
Se non è già stata seminata, pensiamo alla carota.
Preparare il letto di semina, lavorando il terreno a 30 centimetri di profondità, se è sabbioso, occorre concimare 2 mesi prima della semina con concime organico più solfato potassico.
Seminare a spaglio 100 – 150 semi per metroquadrato, su bande larghe 7 -8 centimetri, distanti tra loro 30 centimetri, irrigare frequentemente, senza dimenticare di eliminare le infestanti e sarchiare. I parassiti si prevengono con poltiglia bordolese, zolfo bagnabile e piretro naturale, e alternando le colture.
FORZATURA
Non tutti i freddi sono uguali! Le basse temperature nel periodo invernale non rappresentano di per sé, a meno d’eventi eccezionali, un serio pericolo per le piante dell’orto che potremmo definire come “svernanti”. A fare la differenza fra i tassi di mortalità fra un’annata e l’altra non è tanto il numero di gradi raggiunto sotto dello zero, o il numero di giorni di gelo, quanto l’irregolarità dell’andamento climatico. Pericolosissime sono le gelate improvvise alla fine dell’inverno o al debutto della primavera, quando le piante sono meno protette. I vegetali a fine estate iniziano ad accumulare sostanze nutritive e di riserva negli apparati radicali e negli organi ipogei per meglio resistere al gelo, e riprendere poi a vegetare con facilità all’inizio della buona stagione.
Il particolare andamento climatico di questi ultimi anni ha messo in luce con maggior risalto un altro rischio potenziale: il ritorno del gelo dopo un periodo di sole e temperature elevate, fenomeno questo che può “ingannare” i sensori e i meccanismi ormonali delle piante.
TESSUTO NON TESSUTO
Già prima di montare i tunnel freddi si possono proteggere gli ortaggi dal freddo con l’impiego di tessuto non tessuto. Il tessuto non tessuto ha molti pregi: è un prodotto immarcescibile anche se interrato o bagnato; è permeabile all’aria, all’acqua e in parte anche alla luce, ma per le piante in accrescimento si consiglia di rimuoverlo durante il giorno; è resistente allo strappo, si deforma solo leggermente con la trazione, si taglia con facilità e non si sfilaccia, perché non ha una trama ordinata; resiste agli sbalzi estremi di temperatura, non è alterato dai raggi ultravioletti; è leggero (circa 20 grammi per metro quadrato), facile da maneggiare, riutilizzabile fino a quando conserva le sue caratteristiche di trasparenza e permeabilità (attenzione a non imbrattarlo eccessivamente); è duttile potendo essere impiegato per piante singole (carciofo), per file di piante (sedano), per aiuole di piccole dimensioni (prezzemolo) o grandi; è economico rispetto ad altri materiali pacciamanti quali, ad esempio, la corteccia o il lapillo vulcanico.
TUNNEL FREDDO
Dopo aver fatto una verifica del materiale, si può montare il tunnel freddo e, memori delle abbondanti nevicate di anni passati, dovremo curare in particolar modo la stabilità e la resistenza.
Buone norme per un ottimo montaggio:
- archetti ben infissi nel terreno, almeno 15 centimetri, e tutti ben perpendicolari al suolo, in modo che una spinta dall’alto non ne causi l’inclinazione, creando un avvallamento ed un conseguente maggiore carico
- archetti alla stessa distanza tra loro
- curvatura uniforme degli archetti, così da avere sempre lo stesso scarico
- telo perfettamente teso, senza esagerare per consentire dilatazioni e restringimenti del materiale, ma senza avvallamenti che creerebbero maggior carico sotto la neve
- traversine di diverso materiale fra due o più archetti successivi (ma sempre con angoli smussati per non tagliare il telo) così da aumentare la rigidità e la resistenza della struttura
- tiranti in materiale elastico resistente e picchetti di testata infissi nel terreno profondamente e con un’inclinazione prossima ai 45°C
- posizionamento del tunnel lungo la direzione dei venti dominanti
Prime operazioni sotto i tunnel
Il tunnel potrà essere montato a riparo di colture già seminate nei mesi scorsi e già in crescita, o su terreno ancora da seminare.
In questo caso, il suolo dovrà essere preparato eliminando i residui delle precedenti colture, ben affinato, assolcato o rialzato con riporto, così da prevenire il rischio di pericolosi ristagni d’acqua.
Bagnare il terreno con parsimonia, e nelle ore più calde delle giornate di sole agire sulle aperture per consentire un buon ricambio d’aria, evitando fenomeni di condensa. L’acqua di condensa è molto pericolosa, perché gocciola sugli ortaggi e nell’ambiente chiuso del tunnel è causa di marciumi.
LAVORI PERIODICI
Per prima cosa, al termine di ogni ciclo, è bene rimuovere i residui vegetali, compresi quelli interrati con l’impiego di un forcone a denti larghi.
Questi resti si allontanano, si bruciano, si immettono nella compostiera o si sotterrano. Raccolgono anche radici ancora presenti, sassi, lenti d’argilla, larve di insetto.
In climi freddi si può procedere all’impacchettamento delle piante più a rischio, più o meno approssimativamente, con coperture di materiale plastico trasparente. Queste protezioni hanno sempre una limitata efficacia e, nel caso di perdita delle piante, è meglio cercare di cambiare collocazione scegliendo un’esposizione ben soleggiata, a riparo dai venti freddi, magari a ridosso di un muro.
Tutori e tubi di gomma
Prima dell’arrivo del gelo è bene riporre gomme e tutori. I tubi di gomma per l’irrigazione devono essere vuotati, lasciandoli scolare a cavallo di un sostegno in posizione elevata così che gli estremi non tocchino terra. Poi si puliscono esternamente con uno straccio umido e si arrotolano sul portatubo o in mancanza di questo a braccio. Con un paio di turaccioli di sughero si chiudono i due capi. Il gelo irrigidisce i materiali plastici e favorisce future rotture.
I tutori tolti dal terreno devono essere puliti con cura, lasciati asciugare, e verificati per eliminare quelli crepati, o accorciati quelli con la punta marcia.
Fragole
Le fragole hanno terminato di dare frutto nel mese di ottobre. Sulle piante restano solo frutti che non riusciranno a maturare o frutti già in decomposizione, perché marcescenti o perché attaccati dalle limacce e dalle lumache.
Rimuoviamo questi frutti staccandoli uno ad uno e provvediamo ad allontanarli o a interrarli nella buca degli scarti vegetali, ricoprendoli con calce. Anche i fiori devono essere eliminati.
Liberiamo le piante dal secco e dalla vegetazione colpita da giallumi e virosi. Effettuiamo una leggera sarchiatura e distribuiamo, quando le precipitazioni consigliano di irrigare, una distribuzione di fertilizzante disciolto nell’acqua a dosaggio pari a un terzo di quello indicato. Questa tecnica aiuta ad ottenere un maggior rigoglio vegetativo a primavera, una ripresa pronta ed un anticipo produttivo.
Cardi
In questo periodo s’imbiancano i cardi, non con la terra come per il porro, ma con uno strato di paglia e fogli di carta tenuti all’esterno.
Un’idea semplice per fare più bello l’orto
Negli orti protetti da reti sostenute da pali di legno, si può aumentare la resistenza nel tempo agli agenti atmosferici dei pali proteggendoli con barattoli di metallo capovolti dipinti con colori a smalto a tinte vivaci.
Aromatiche
Con l’approssimarsi dell’inverno dobbiamo proteggere le aromatiche dal freddo. Il punto debole è rappresentato dal piede della pianta, cioè la parte basale del tronco non protetta dai rami.
La prima e più semplice operazione da eseguire è quella del rincalzo con terra di buona qualità priva di ciottoli. Completare poi con una pacciamatura a base di paglia e foglie, o paglia e fieno sminuzzati, torba, “separato” (cioè letame fresco privato della fase acquosa), o letame maturo. Questa operazione oltre a proteggere dal gelo, apporta anche nuovi elementi di fertilità al terreno.
Per trattenere terra e foglie si prepara una striscia di reticella metallica alta circa 20 centimetri e lunga quanto il perimetro dell’aiuola da proteggere. Si piega, così da formare un quadrato aperto, si posiziona sul terreno, si fissano fra loro le due estremità libere, e si riempie. Se si vuole ridurre la vegetazione delle piante, in particolare quella della lavanda, intervenire solo sulla parte erbacea e non su quella legnosa.
Le aromatiche erbacee, come erba cipollina, menta, nel periodo invernale scompaiono. Dovremo recidere gli steli a pochi centimetri dal suolo e proteggerle con terra, paglia e foglie.
Il timo, dopo essere stato liberato dalla vegetazione secca che tende a formare abbondanti sottocespi morti, nei climi freddi deve essere protetto con paglia e foglie.
Rosmarino
Anche il rosmarino, pianta da piena terra, deve essere opportunamente protetto dal gelo, perché per quanto si sia acclimatato quasi ovunque in Italia, rischia ad ogni inverno danneggiamenti tali da compromettere seriamente la sua sopravvivenza. In particolare, ad essere più esposte alle gelate sono le piante di grandi dimensioni a chioma espansa e non quelle a chioma compatta, indipendentemente dalle dimensioni. Dopo aver rincalzato il piede, è necessario proteggere anche il tronco delle piante adulte con una fasciatura di paglia abbondante legata da spago.
La protezione con un telo di materiale plastico deve poter essere rimossa con facilità nei giorni più caldi per dar modo alla pianta di prendere aria, e occorre anche evitare che all’interno non si formi condensa. Per proteggere le piante dai venti dominanti invernali si possono usare barriere di diverso materiale, da teli di plastica su telai a stuoie di canne in doppio strato.
Prima dell’arrivo del freddo si può provvedere ad un ultimo raccolto operando una “leggera potatura” a carico dei nuovi getti non ancora lignificati.
Concimazione
Nelle aiuole che il prossimo anno abbisognano, secondo lo schema rotazionale previsto, di una buona letamazione spargere sul terreno il letame maturo e provvedere alla vangatura lasciando esposte le zolle.
Raccolta
Nel mese di novembre potremo ancora raccogliere alcuni ortaggi di cui avremo predisposto una semina tardiva, proprio nell’ottica di prolungamento estremo dell’approvvigionamento della nostra dispensa. Le carote, i vari tipi di cavolo, le diverse insalate da taglio, anche se a crescita più rallentata, gli spinaci, ravanello e rucola, porri, sedano.
Ricordiamoci di non posticipare all’eccesso il momento del raccolto, tentazione sempre in agguato, perché una gelata improvvisa, non superficiale e prolungata, potrebbe portare alla perdita di quanto ancora resiste.
Cavoli
Le varietà di cavoli e cavolfiori autunnali devono essere raccolti prima dell’arrivo del gelo perché temperature al di sotto dello zero potrebbero danneggiare l’intero raccolto. Per difenderli dai primi freddi e da brinate non previste si possono unire le foglie al di sopra dei cuori legandole con uno spago.
Spinaci
Gli spinaci vanno ancora curati, irrigati all’occorrenza, liberati dalle malerbe, e raccolti prima che la temperatura si stabilizzi intorno allo zero. Possono essere protetti con tessuto non tessuto o riparati in un tunnel di fortuna.
Carciofo
Saranno le piogge autunnali a risvegliare i carciofi dalla pausa vegetativa estiva, ma se abbiamo iniziato a irrigare già ad agosto, anticipando la stagionalità della coltura, ora potremo raccogliere le varietà precoci. Se le piogge tardano ad arrivare, dovremo ancora innaffiare per evitare stati carenziali che determinano un netto peggioramento del prodotto sia dal punto di vista qualitativo, sia dal punto quantitativo. La raccolta scalare dovrà essere effettuata con un coltello affilato recidendo i capolini con almeno 8 centimetri di gambo. Il taglio dovrà essere fatto “a fetta di salame” in modo che sgrondi l’acqua piovana.
Per i giovani carciofi impiantati da poco, che daranno frutto nell’anno successivo, effettuiamo un buon rincalzo per difendere il piede e la prima parte del tronco dal freddo.
Cavolo nero di Toscana, re del gelo
Molti ortaggi mostrano in campo una capacità di resistenza al freddo superiore a quella attesa, ma questo non deve indurre a correre troppi rischi. Fra gli ortaggi il più resistente è senza dubbio il cavolo nero che può resistere a temperature di –10 °C.
Si riconosce facilmente perché raggiunge e supera il metro d’altezza, ha foglie lunghe circa 50 centimetri, larghe nel punto di massima ampiezza 15 centimetri, con una costolatura forte, allungate e arrotondate nella parte finale, che si innestano su un fusto centrale. Il colore verde deciso risulta meno evidente per i riflessi argentei che impreziosiscono la superficie irregolarmente bollosa.
Messa a dimora
Le giovani piantine si mettono a dimora all’inizio di agosto, piantate a file, isolate o a gruppi, con una distanza fra una pianta e l’altra di 50 centimetri. Richiedono un terreno lavorato in profondità, arieggiato, senza ristagni. Deve essere coltivato in aiuole rialzate con fossette di scolo profonde, e nella rotazione deve succedere a colture ben letamate come il pomodoro e lo zucchino. Una concimazioni in copertura con un prodotto a lenta cessione può essere iniziata i primi di settembre per terminare a fine di ottobre.
Raccolta
Il cavolo nero viene pronto solo dopo le prime gelate che migliorano la qualità del prodotto rendendolo croccante e di sapore meno accentuato. La raccolta è scalare e avviene all’interno della stessa pianta partendo dal basso. A marzo le piante ancora presenti in campo sviluppano un’infiorescenza che può essere consumata come le foglie. Si gusta crudo o in preparazioni di cucina tipica coma la ribollita senese.