04 Lavori di MAGGIO nell’orto

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SINTESI DEI LAVORI
•    Forzatura:  smontarle i tunnel, lavare ed asciugare i teli, riparare eventuali strappi, arrotolarli su un cilindro per evitare piegature e riporli
•    Tutori: controllare la disponibilità e il loro stato, eliminando quelli crepati o marci, rinnovare il taglio delle punte, predisporre i cavi da tendere in quelli a spalliera e i tiranti da porre in testata
•    Diserbo: iniziare la lotta con interventi settimanali, a mano nelle aiuole a spaglio e lungo le file, con una leggera sarchiatura nell’interfila
•    Irrigazione: ripristinare la rete di scoline per favorire lo sgrondo della acque piovane, aprire i solchi fra le fila usando la terra per rincalzare le piante e poter irrigare per scorrimento
•    Concimazione: impiegare fertilizzanti chimici in copertura con parsimonia interrandoli e senza porli sulla vegetazione o a contatto con essa
•    Semine: in pieno campo: zucca, zucchino, anguria, melone, cetriolo, pomodori, melanzane, carote, bietole, fagioli, fagiolini, cardi, verdure da foglia
•    Trapianti: trapiantare le piantine cresciute al sole, in luogo ben aereato e irrigato
•    Difesa: controllare la presenza delle talpe; lumache e limacce: predisporre trappole per catturarle lumache e limacce, dato che possono arrecare gravi danni alla giovane vegetazione
•    Raccolta:  primizie di fragole, piselli, zucchini; e poi bietole, ravanelli, insalate e radicchi, rucola, prezzemolo, carote, cipolla bianca

DETTAGLIO DEI LAVORI
Il mese di maggio segna la ripresa della coltura di tutti i tipi di ortaggi, anche quelli più esigenti in fatto di temperature, la vegetazione cresce con forza, ma resta ancora molto giovane e tenera, e l’attesa di poter raccogliere a piene mani i frutti dell’orto, e non solo le primizie o le verdure da foglia, diviene quasi un’impazienza che spinge a controllare di giorno in giorno il progresso nella fase di ingrossamento e maturazione.

PREPARAZIONE DEL TERRENO
Le superfici da seminare (o in cui effettuare il trapianto) dovranno essere oggetto di particolari cure. La prima operazione che richiederà tempo e pazienza è l’eliminazione delle infestanti che, soprattutto nelle aiole destinate a colture a “partenza ritardata” come zucche e zucchini, germoglieranno anticipatamente. L’operazione va condotta manualmente e a turni piuttosto frequenti. Richiede costanza e fatica, ma si rende necessaria per garantire alle nostre colture le migliori condizioni possibili.
La seconda operazione è l’annaffiatura delle superfici interessate, che deve essere più frequente che abbondante, consentendo di mantenere il più a lungo possibile le condizioni ideali per la germinazione. Se si irriga a pioggia, occorrono spruzzatori in grado di ottenere getti molto sottili, così da non alterare la struttura del terreno e portare alla luce i semi posti più superficialmente.

SEMINA
Iniziamo a seminare all’aperto, direttamente nel terreno, anche zucca e zucchino, melone e anguria, cetrioli, pomodori o a trapiantarli impiegando pianticelle con pane di terra, già sviluppate, forti e robuste, mai filate.
Completano l’elenco spinaci, ravanelli, radicchi e lattughe, cardi, fagioli e fagiolini, bietole e carote.

Coltivazione del melone
ll’inizio del mese di maggio si può iniziare a seminare il melone. Per chi abita in collina è necessario iniziare la coltivazione in serra, partendo da piantine con pane di terra per precorrere i tempi e ottenere un prodotto con buon grado di maturazione a fine estate. Per completare il ciclo il melone necessita di 120 – 200 giorni dalla semina, secondo la varietà e l’andamento climatico.
Il terreno deve essere stato preparato per tempo, già nell’autunno precedente. La vangatura è sempre necessaria e deve essere preceduta da una buona letamazione (circa 5 chilogrami per metro quadrato). L’ideale è un terreno fresco, ben esposto al sole, profondo e ricco di sostanza organica, a pH preferibilmente neutro.
Si semina in buche distanti almeno un metro fra loro. In ogni buca si mettono cinque semi con la punta rivolta verso l’alto, coperti da due centimetri di terricciato ben maturo.
Quando le piantine sono cresciute fino ad aver emesso la quinta foglia vera (la settima se si considerano i cotiledoni) se ne lascia una sola, eliminando le altre che si tagliano alla base.
I semi germinano dopo una settimana ad una temperatura ottimale fra i 25 ed i 30°C, dopo due settimane se la temperatura è intorno ai 18°C, sotto ai 15°C non si sviluppano.
Le giovani piantine rischiano di essere soffocate dalle erbacce che all’inizio crescono più velocemente. Le malerbe si combattono con sarchiature leggere e ripetute, praticate fra una pianta e l’altra. Quando un’erbaccia cresce vicino ad una giovane pianticella, si appoggia la mano aperta sul terreno e si opera una trazione leggera e continua così da estirparla senza sollevare il terriccio circostante, limitando il rischio di danneggiare l’apparto radicale degli ortaggi coltivati.
Il terreno deve essere tenuto fresco con bagnature frequenti, ma moderate.
La pianta deve essere cimata dopo lo sviluppo di due frutticini, perché in questo modo si concentreranno i nutrienti in due soli punti di accumulo favorendo il raggiungimento di una buona pezzatura e migliorando le caratteristiche organolettiche del prodotto. Le piante più vigorose, coltivate in climi caldi ed in terreni ben concimati possono portare anche cinque o sei frutti.

Coltivazione di cipolline
La coltivazione dell’aglio o della cipolla rappresenta un classico, ma quella di cipolline, scalogni e porri è assai meno diffusa. La coltivazione di cipolline che, come quella delle cipolle, non richiede il trapianto, creerà un’aiuola disordinata e ricca di vegetazione, con molte piante per unità di superficie.
Semina
Si semina nel mese di maggio, in modo continuo su file distanti circa 15 centimetri oppure a spaglio. Controlliamo il peso in grammi della busta acquistata: ogni grammo è pari a più di 200 semi e per un metro quadrato ne bastano 6-7 grammi. Impiegando più semi saremo costretti ad un più attento diradamento, o a raccogliere bulbi più piccoli data la competizione che s’instaura fra le varie piante. Le piante non temono il freddo, ma l’impiego di un foglio di tessuto non tessuto sul terreno aiuta a mantenere costante l’umidità superficiale.
Esigenze colturali
La crescita delle cipolline, nelle fasi iniziali, è piuttosto lenta e viene sopravanzata con facilità dalle erbacce. Per questa ragione la coltivazione è impegnativa in termini di tempo ed è bene predisporre delle aiuole non più larghe del doppio della lunghezza del nostro braccio, così da facilitare l’opera di diserbo se si è seminato a spaglio.
Non troppo esigenti in termini di terreno le cipolline preferiscono suoli ricchi in sostanza organica “matura” e non vogliono una letamazione diretta. Molto meglio introdurle in rotazione su una coltura che abbia richiesto un abbondante apporto di concime organico, come tutte le cucurbitacee.
Annaffiare in modo moderato, senza affogare il terreno, ma ripetutamente, anch’esse temono il ristagno d’acqua.

Raccolta
Si raccolgono in settembre, e si lasciano in mazzi fino a che le foglie non si sono seccate completamente. Da un metro quadrato raccoglieremo circa un chilogrammo di bulbi già puliti; un buon terreno e cure puntuali possono far incrementare le quantità anche del 50%.

FORZATURA
Tunnel da smontare
Il materiale dei tunnel non ha durata eterna, ma una buona cura ne allunga considerevolmente la possibilità d’impiego. Il più deteriorabile è il telo di copertura che si opacizza, perde in elasticità e si taglia. Prima di riporlo laviamolo, facciamolo asciugare da entrambe i lati, togliamo eventuali impurità e incrostazioni, infine avvolgiamolo su un supporto circolare di diametro di circa 10-20 come può essere un pezzo di tubo. Per riporlo passiamo una corda all’interno del tubo, leghiamola ad anello e appendiamola a un gancio contro al muro della rimessa dopo averla avvolta esternamente con quotidiani. Sfiliamo dal terreno i supporti metallici del tunnel, eliminiamo tutta la terra presente e facciamoli asciugare al sole prima di riporli.

TRAPIANTO
Se non sono state seminate in pieno campo, zucca e zucchino, melone ed anguria, cetrioli, pomodori si possono trapiantare impiegando le pianticelle con pane di terra, già sviluppate, forti e robuste, mai filate, seminate per tempo nei vasi o acquistate nei garden.

Trapianto del porro
Il porro è troppo spesso tralasciato fra le possibili scelte colturali.
Trapiantiamo adesso le piantine acquistate nei garden, tenendo una distanza di 30 centimetri tra una fila e l’altra, e 15 centimetri lungo la fila.
Resistente al freddo, richiede di essere bagnato con regolarità ed abbondanza.
Si avvantaggia di un terreno letamato con generosità già nell’autunno e di concimazioni ad elevato titolo di potassio e fosforo.
Richiede di essere sarchiato per eliminare le malerbe e ridurre la traspirazione del terreno, la terra smossa durante quest’operazione servirà per il rincalzo della pianta accompagnandone la crescita. Si raccoglie dall’inizio dell’autunno in modo scalare, scegliendo sempre i porri più formati e pieni. Resiste in campo fino a primavera.

Coltivazione delle zucche
Le zucche sono colture da rinnovo molto esigenti come zucchini e pomodori.
Devono essere coltivate in un’aiuola lavorata in profondità e molto ben letamata, circa 5 chilogrammi per metro quadrato.
Nella rotazione non devono seguire se stesse o altre Cucurbitaceae o Solanaceae, perché il terreno ne risulta impoverito con scadimento della produzione e della qualità.
Si coltivano con successo solo dove le estati sono calde e lunghe, in condizioni diverse il risultato è sempre incerto e i frutti rischiano di non giungere a maturazione, conviene quindi in questo caso preferire cultivar di dimensioni contenute e a breve ciclo, poco meno di due mesi.
I semi germinano solo con temperature di 15°C e per questa ragione, per guadagnare tempo, si consiglia la semina anticipata in semenzaio o in vasetto di torba, o si ricorre all’acquisto di piantine pronte per il trapianto.
Le pianticelle di zucca richiedono attenzioni nella prima fase di crescita, perché una volta sviluppate ricoprono il terreno e devono solo essere indirizzate nel loro sviluppo. Estirpare le malerbe ogni dieci giorni, sarchiando il terreno per rompere l’eventuale crosta superficiale.
Le zucche sviluppano un gran numero di fusti sarmentosi accompagnati da un’abbondante massa fogliare e da frutti carnosi che divengono un peso ragguardevole che è bene considerare con attenzione prima di predisporre i sostegni per coltivarla in forma rampicante.
Il freddo e tutti gli abbassamenti di temperatura improvvisi provocano arresti di vegetazione che, se uniti ad apporti discontinui d’acqua (alternanza di abbondanti bagnature a periodi secchi), inducono nella pianta un precoce stato di senescenza. Importante anche evitare di bagnare con acqua fredda, ma lasciarla sempre riposare al sole.
La cimatura è un’operazione necessaria per limitare il numero di frutti prodotti dalla pianta e favorirne sviluppo e maturazione. Recidere i fusti, con forbici affilate, sopra il nodo della seconda foglia che segue il frutto prescelto.
Le zucche che maturano a contatto del terreno per impedire marciumi, più facili in suoli pesanti in caso di piogge abbondanti e prolungate, o a fine estate, possono essere sollevate da terra e poste su un supporto di legno o di pietra.
Alla raccolta i frutti si staccano dalla pianta conservando un picciolo lungo una decina di centimetri. Si pongono in luogo arieggiato come un portico dove asciugheranno prima di essere consumate.
In piante con un solo frutto per fusto si può lasciarlo sulla pianta fino a quando questa non dissecca naturalmente, in piante con più frutti per fusto la raccolta consente agli altri di continuare a crescere e maturare.

LAVORI PERIODICI
Tutori
La verifica della stabilità dei tutori deve essere effettuata all’inizio di ogni mese perché la caduta di un sostegno può portare alla perdita dell’intera pianta. Questa operazione è poco considerata e, inevitabilmente, in molti orti, al culmine della produzione, quando maggiore è il carico iniziano i guai. I tutori devono essere infissi nel terreno alla profondità definitiva sin dall’inizio, perché un intervento successivo per spingerli più a fondo, se prima non si sono allentate tutte le legature, può danneggiare la pianta.
Un tutore solido deve essere interrato per almeno 25 centimetri, ma la profondità deve essere ancora maggiore (non meno di 30 centimetri), se il carico che dovrà sopportare sarà elevato e se l’altezza fuori terra supera il metro e cinquanta.
Per infiggere i tutori così profondamente a volte non basta la sola spinta, ma è necessario ricorrere ad un martello di gomma e ad un asse di legno spessa circa 3 centimetri. L’asse andrà appoggiata sulla cima del tutore e il martello dovrà battere su questa. Così facendo si danneggerà meno la canna di bambù e se ne prolunga l’uso nel tempo.
Controlliamo sempre con attenzione la parte che andrà infissa nel terreno per evitare di usare tutori sfibrati o marcescenti.

Tutori a spalliera
Per coltivazioni in filare è consigliato che i tutori si raccordino fra di loro con elementi orizzontali. Questo accorgimento, anche se i traversi impiegati sono di piccolo diametro, consentirà di conferire una maggiore stabilità. Anche i fili di materiale zincato si prestano a questo scopo e sono più indicati se il filare ha una lunghezza superiore ai cinque metri. Per i filari è sempre necessario approntare, in testa e in coda, due tiranti con picchetto ben infissi nel terreno.

Piante richiedono tutore
Necessitano di sostegno tutte le piante che per natura tendono ad arrampicarsi come i fagioli, le varietà di fagiolino rampicanti, ma si avvantaggiano di sostegni anche alcuni piselli.
I pomodori, pur non essendo piante rampicanti, devono essere tutorati. In particolare le varietà che se non sono cimate, continuano a svilupparsi in altezza.
Altre piante che richiedono tutori sono melanzana, peperone e cetriolo.
La zucca può essere fatta arrampicare su sostegni, meglio su strutture fisse come reti, ringhiere, pergolati.
La coltura degli zucchini con tutore migliora il prodotto, ma richiede più fatica.

Un’idea semplice per fare più bello l’orto
Lungo il camminamento principale dell’orto, vicino alla botte per l’acqua, a fianco del capanno per gli attrezzi, o in un angolo non usato mettiamo a dimora piante di calendula. Fioriranno ininterrottamente per tutto l’anno ad esclusione dei periodi di gelo e della pausa estiva. Le foglie ed anche i fiori si possono aggiungere alle insalate miste per dare un tocco inusuale e ricercato.

DISERBO
La crescita delle malerbe, già più veloce degli ortaggi ad inizio stagione, diventa esplosiva. Per contrastarla sarchiamo il terreno ogni sette-dieci giorni fra le piante singole (pomodori, melanzane, zucchini, ecc.) e fra quelle seminate a fila.
Per combattere le piante perenni o dotate di un’elevata capacità di ricaccio impieghiamo una paletta da giardino a lama stretta e lunga, così da estirpare le radici in profondità senza dover ricorrere a zappa o vanga con il rischio di interessare zone di terreno già esplorate dagli apparati radicali degli ortaggi. Per non perderci d’animo, affrontiamo un’aiuola al giorno o una ogni due giorni, così da effettuare un buon diserbo manuale su tutta la superficie due/tre volte nel mese. La costanza è la nostra unica arma per combattere l’altrettanto costante crescita della vegetazione indesiderata.

IRRIGAZIONE
Il terreno dovrebbe essere ancora fresco in superficie, ed umido negli strati più profondi, grazie alle precipitazioni primaverili, ma l’andamento stagionale degli ultimi anni ha scardinato molte certezze. Irrighiamo quando le precipitazioni sono scarse e senza mai eccedere, anche se questo comporterà un maggior numero d’interventi, perché è facile che intervengano fenomeni piovosi anche prolungati a saturare il terreno.
Distribuiamo l’acqua, dove possibile, senza bagnare la parte aerea delle piante, interessando direttamente il terreno prossimo al piede. In questo periodo è meglio evitare l’impiego d’acqua presa direttamente dalle tubazioni perché se troppo fredda può causare temporanei arresti di crescita. Un vecchio fusto da olio impiegato come deposito, se ben esposto al sole, ovvia al problema, meglio se di colore scuro perché capace di assorbire una maggiore quantità di radiazione solare.

Drenaggi
Una settimana di pioggia battente in questo mese non è un’eventualità impossibile ed un terreno già saturo di acqua faticherebbe ad assorbirla. Il ruscellamento superficiale è un danno da non trascurare: significa perdita di terreno fertile e di nutrienti, danni ingenti alle semine effettuate da poco, specie se superficiali e non ancora germinate, apertura di solchi che rappresentano, se non ripianati con il rastrello, vie preferenziali di scorrimento destinate ad approfondirsi.

CONCIMAZIONE
La concimazione è l’operazione che più si trascura in questo scorcio di stagione considerando che quelle effettuate contestualmente alle lavorazioni profonde siano più che sufficienti. Per non indurre una crescita troppo rapida delle giovani colture e non creare i presupposti per un accumulo di nitrati negli ortaggi da consumare, la concimazione dovrà essere mirata e dosata con attenzione.
Si concima in copertura impiegando prodotti a lenta cessione da interrate con una leggera rastrellatura superficiale fra le file.

Concime in copertura
Ortaggi coltivati in terreni fertili e ben letamati in fase di lavorazione profonda, possono anche non essere concimati in copertura, ma l’impiego razionale mirato di prodotti a lenta cessione consente di ottenere produzioni maggiori e di migliore qualità.
Un buon apporto nutritivo consente alla pianta di superare con minori difficoltà problemi quali un periodo di carenza idrica, danni da temporale o grandine, ritorni di freddo.
Ogni prodotto di qualità presenta sulla confezione dosaggi da seguire alla lettera, secondo la specie coltivata. Buona norma è graduare un semplice bicchiere di plastica a 50-100-150 grammi di prodotto per non procedere “ad occhio” commettendo errori e sprechi grossolani.
Non concimare le verdure da foglia 20 giorni prima del raccolto per evitare un potenziale accumulo di nitrati nei tessuti.

DIFESA
Lotta alle talpe
Puntuali come la primavera, anzi leggermente in anticipo, ritornano anche le talpe. L’impiego di talpicidi deve rappresentare l’ultima arma, meglio evitare prodotti chimici e preferire metodi naturali.
Proviamo così:
•    preventivamente concimare con calciocianammide, che spesso risulta sgradito alle talpe
•    collocare nel terreno dispositivi a vibrazione o utilizzare le più tradizionali bottiglie di vetro infilate su un tondino di ferro lungo un metro e infisso nel terreno per 40 centimetri
•    predisporre trappole per la cattura di talpe vive, da liberare poi in un altro terreno
•    coltivare alla periferia dell’orto Euphorbia lathyris, pianta a cui si attribuisce un effetto talpifugo
•    lasciar che il cane o il gatto frequentino l’orto, perché la loro presenza allarma le talpe

RACCOLTA
Primizie
A fine mese la gamma dei prodotti pronti per la raccolta, o ormai prossimi alla maturazione, è varia. Alla rucola, ravanelli e verdure a foglia da taglio, si uniscono sedano, bietole; e primizie come fragole, carote, cipolle bianche, e, se tutto procede per il meglio, operando con tecniche d’anticipo, anche i primi zucchini e piselli.

Raccolta del prezzemolo
Il prezzemolo seminato in aprile si potrà iniziare a raccogliere già alla fine del mese. Il raccolto, per meglio sfruttarne la produttività e la qualità, non deve essere effettuato soltanto a fine stagione, ma dovrebbe essere continuo e scalare. La provvista da accumulare in freezer si farà nel tempo, quando le piantine avranno raggiunto le dimensioni adeguate. Il prezzemolo deve essere reciso ad un’altezza compresa fra i 15 ed i 20 centimetri, sempre al disotto dell’innesto, sul fusticino dell’ultima foglia. A questo stadio di sviluppo, non ci saranno parti gialle da scartare, le foglie non si presenteranno coriacee e l’aroma sarà ottimo.
Molto importante, affinché l’aiola del prezzemolo riprenda a vegetare vigorosamente, è effettuare un periodico taglio di rinnovo e assicurare un costante apporto idrico sufficiente.

L’angolo delle aromatiche
In maggio significa raccolto: della borragine si impiegano le foglie basali, già grandi, ma tenere, per le insalate di campo; dai cespi di la melissa stacchiamo alla base i rametti meno vigorosi per la preparazione di tisane, lasciando gli altri per la fioritura estiva. L’origano riprende a vegetare con forza e i fusti prima ad andamento strisciante divengono eretti, il timo è in piena fioritura e può essere raccolto lasciando soltanto la parte legnosa che produrrà nuovi ricacci, la salvia è piena di nuovi getti e le cime più sviluppate già si sono coperte di fiori blu, il rosmarino continua nella sua lunga fioritura e cresce con forza, il prezzemolo seminato all’inizio della stagione è pronto per il primo raccolto da effettuare sempre con le forbici tagliando poco sopra il livello del terreno, il rafano e la camomilla sono in fioritura. Estirpiamo le malerbe e annaffiamo se mancano le piogge.

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