SINTESI DEI LAVORI
Nuovi progetti: studiare su carta uno schema di rotazione delle diverse colture prima di dare il via a semine e trapianti, verificando di non ripetere, sulla medesima porzione di terreno, lo stesso ortaggio o ortaggi appartenenti alla stessa famiglia.Tunnel freddi: per anticipare semine e tempi di coltivazione (specie in collina) utilizzare i tunnel freddi, o il tessuto non tessuto, e trapiantare le piante con pane di terra acquistate o prodotte in serra (pomodoro, melanzana, peperone e peperoncino, basilico, sedano, aromatiche). Rotazione delle colture: predisporre uno schema rotazionale prima delle semine e dei trapianti in pieno campoDrenaggi: curare il ripristino dei drenaggi, dei fossi di scolo, e delle baulatura delle aiuole in vista delle piogge primaverili
Semine seminare in pieno campo: verdure da foglia e da taglio, cipolle e porri, carote; alla fine del mese anguria, melone, cetrioli, pomodoro, zucca e zucchino
Trapianti trapiantare le piante con pane di terra: pomodoro, melanzana, peperone e peperoncino, basilico, sedano, aromatiche
Infestanti: combattere le malerbe che crescono più rapidamente degli ortaggi seminati, intervenendo ogni settimana con sarchiature nell’interfila e diserbo manuale lungo la fila o nelle aiuole seminate a spaglio.
Parassiti: ispezionare, una volta a settimana, le giovani piante, specie quelle con ritardi di crescita, ingiallimenti e segni di prostrazione per accertarsi di non essere in presenza di attacchi da parte di parassiti.
Raccolti: carote e piselli seminati con anticipo e protetti dal freddo, prezzemolo, ravanelli, cicoria, cavoli, sedano, rucola, lattuga e radicchi
DETTAGLIO DEI LAVORI
E’ con il mese di aprile che i lavori nell’orto riprendono in grande stile, anche per chi non ha tentato semine anticipate o non ha allestito tunnel per proteggere semi e pianticelle.
Il pericolo delle gelate tardive, escluso in montagna sopra gli 800 metri, o nei fondovalle alpini, diminuisce di giorno in giorno, fino a divenire un fatto eccezionale nella seconda quindicina del mese.
PROGRAMMAZIONE
Prima di seminare o trapiantare, per evitare di ripetere sullo stesso terreno la stessa coltura, verifichiamo sul nostro quaderno di campagna la divisione delle superfici dell’orto dell’anno scorso.
Infatti, per ragioni sanitarie e per evitare l’esaurimento dei nutrienti, nessuna coltura dovrebbe succedere a se stessa o a una coltura della stessa famiglia, prima di tre o quattro anni. Se questo non fosse possibile, occorre eliminare con cura tutti i resti vegetali (aerei e sotterranei) e concimare con generosità impiegando letame maturo da interrare durante la vangatura in ragione di 3-5 chilogrammi per metro quadrato.
Un orto ordinato è un piacere a vedersi
Dopo aver stabilito quali sono le distanze fra le fila e sulla fila da rispettare per ogni specie, tagliamo due rami di potatura da usare come righelli, ciascuno avente una lunghezza pari alle distanze prescelte. Per individuare le file tendiamo un filo tra due picchetti fissati agli estremi dell’aiuola. Usiamo i righelli per scegliere dove scavare le buche e fissare le nuove file. Alterniamo aiuole con file normali, ad aiuole con file sfalsate, cosa che permette anche di aumentare di un poco il numero delle piante per metro quadrato.
Rotazione
Le ragioni per cui è un errore ripetere ogni anno una determinata coltura in successione a se stessa sono due. Le piante assorbono gli elementi nutritivi in modo selettivo e se insistono nello stesso spazio sono più probabili stati carenziali, inoltre un regime di monocoltura aumenta il rischio di parassitosi e di malattie (fungine, batteriche e virali).
Un orto che cambia disposizione e aspetto ogni anno è un orto con maggiori probabilità di successo, ma, per ottenere il massimo risultato occorre che la rotazione segua alcune regole.
Schema di rotazione quadriennale
Primo anno: il primo anno inserire le leguminose (piselli, fagiolini, fagioli, ceci, fava) che, grazie alla loro capacità di fissare l’azoto atmosferico a livello dei tubercoli radicali, arricchiscono la fertilità naturale del terreno. Solo in questo caso non è necessario eliminare dal terreno le radici delle colture a fine ciclo.
Secondo anno: dopo il primo anno intervenire con una generosa letamazione (circa 5 chilogrammi per metro quadrato di letame maturo) prima di seminare o di mettere a dimora le piantine di solonacee (pomodoro, peperone, melanzana, e patata) o cucurbitacee (zucchino, zucca, cetriolo, anguria, e melone). Tutte queste piante producono una gran massa vegetativa ed un abbondante raccolto sfruttando a fondo la fertilità del terreno.
Terzo anno: scegliere piante con richieste nutrizionali intermedie come le liliacee (cipolla, scalogno, aglio, porro) e le composite (lattughe, insalate e radicchi).
Quarto anno: chiudere la rotazione del quarto anno con ortaggi meno esigenti, come aromatiche, spinaci, bietole e carote.
Alcune norme generali
Non sempre è possibile riuscire a rispettare uno schema così rigido specie se si dispone di un piccolo orto o se si accorda, come generalmente accade, molto spazio a pomodori e zucchini.
Lo schema rotazionale può essere alterato ricordandosi che:
è consigliato non far succedere la stessa coltura a se stessa o a piante della stessa famiglia e dello stesso gruppo
è obbligatorio rimuovere i resti degli apparati radicali e aerei a fine ciclo
una buona concimazione organica aiuta a ripristinare uno stato ideale del terreno sia per il livello di fertilità sia per la struttura
le concimazioni in copertura migliorano sempre i risultati produttivi
Preparazione del terreno
Pioggia eccessiva
Le piogge battenti creano diversi danni: dilavano le sostanze nutritive, specie i fertilizzanti distribuiti in copertura; compattano il terreno che asciugandosi rapidamente forma una crosta rendendo più difficile l’emergenza delle piantine; distruggono i letti di semina laddove vi sia concomitanza di ruscellamento e scarsa profondità dei semi.
Per evitare i danni di una pioggia violenta che spesso arriva improvvisa, s’impiega del tessuto non tessuto sui letti di semina. Esso, infatti, non impedisce all’acqua di passare e bagnare il terreno, consente una sufficiente illuminazione, mantiene una temperatura di un paio di gradi superiore a quella circostante, impedisce il ruscellamento, contrasta dilavamento e compattamento.
Rete di drenaggio e di scolo
In molti orti familiari la rete di drenaggio e scolo è insufficiente o del tutto assente. In parte questa mancanza si giustifica, ma solo a parole, con la scelta di appezzamenti di terreno da porre a coltura pianeggiante dove l’effetto di ruscellamento è ridotto, o tutt’al più rischia solo temporanei allagamenti. Gli ortaggi coltivati temono il ristagno idrico e non si considera mai quali migliori risultati sarebbe possibile ottenere allestendo una buona rete di drenaggio e scolo. Il grande vantaggio di cui dispongono gli orti del sud non è rappresentato solo dal clima, come spesso si è portati a pensare, ma anche da terreni più sciolti e drenati.
Al momento delle lavorazioni profonde sarebbe bene aver già stabilito la divisione degli spazi in aiuole e filari, questo permetterebbe di scavare fra uno spazio di coltivazione e l’altro le fosse di scolo principali con l’adeguata pendenza, e in modo tale che servano anche da camminamento di servizio. Il passaggio ripetuto ne compatterà il fondo, migliorando la loro efficienza. La terra di scavo servirà per rialzare le aiuole dal piano di campagna. All’interno delle singole aiuole si dovrebbero aprire anche piccole fossette di drenaggio, utili per raccogliere l’acqua in eccedenza da farla affluire alla rete di scolo.
Semina
In aprile si può seminare o trapiantare qualsiasi tipo di ortaggio e a fianco di tanto lavoro preparatorio, se ben si è operato, iniziano i raccolti delle verdure meno esigenti in fatto di calore, che però si avvantaggiano anch’esse dei giorni più miti e crescono con forza: bietole, rucola, spinaci, ravanelli, gallinella.
Si può seminare di tutto, anche se esistono ancora avvertenze sulla scalarità. Anguria e melone, zucca e zucchino, cetrioli, pomodori solo sul finire del mese, oppure in coltura protetta.
Fagioli e fagiolini, un poco più resistenti al freddo, possono essere seminati con un anticipo di circa due settimane. Tutte le verdure da foglia e da taglio, cipolle e porri, carote si seminano sin dall’inizio del mese.
Coltivare carote: facile solo a dirsi
Le carote sono fra gli ortaggi di più facile coltivazione, ma spesso i risultati sono poco lusinghieri tanto che in molti orti familiari non compaiono nemmeno. Occorre mettere in pratica alcuni semplici suggerimenti che, proprio perché elementari, sono spesso ritenuti inutili e quindi tralasciati.
Scegliere almeno due, meglio tre o quattro varietà di carota, che differiscano per epoca di maturazione, dimensione della radice e colore.
Impiegare le varietà a radice lunga (più dolci e meno precoci) solo in terreni profondi, non sassosi e ben drenati.
Prima della semina lavorare il terreno in profondità eliminando le pietre e aggiungendo sabbia se si tratta di suoli argillosi, pesanti e non drenati a sufficienza.
Evitare sempre la letamazione diretta, ma scegliere un’aiuola letamata l’anno precedente, non importa se già sfruttata da una coltura esigente come pomodoro o zucchino. Terreni troppo ricchi favoriscono lo sviluppo della parte aerea a discapito della radice e inducono produzione di frutti ramificati e mostruosi.
Dividere le aiuole poste in pieno sole in piccole porzioni da seminare in modo scalare ogni 10 giorni fino alla fine di giugno. Solo così si potrà raccogliere sempre prodotto fresco al giusto grado di maturazione.
Diradare più volte così da garantire alle piantine rimaste lo spazio necessario alla crescita.
Mantenere il terreno fresco con bagnature frequenti e costanti senza mai inzupparlo.
Piselli, re di dolcezza
Il pisello è una verdura precoce tipicamente primaverile: ama climi freschi e temperati, teme siccità e caldo eccessivo. La temperatura ideale per ottenere crescite rapide e frutti sapidi è compresa fra i 12 ed i 18°C, ma cresce già a soli 5°C.
Il terreno deve essere ben lavorato, ricco di sostanza organica, fresco, di medio impasto e povero di calcare.
E’ importante curare bene lo sgrondo perché il pisello teme la siccità, ma anche il ristagno idrico. In terreni pesanti, argillosi, freddi e tendenzialmente bagnati si coltiva in aiuole rialzate rispetto al piano di campagna di circa 20 cm, o di soli 10 cm, ma con fossette di scolo profonde, distanti un metro uno dall’altro.
Le concimazioni si effettuano in fase di presemina con prodotti binari a base di fosforo e potassio.
La letamazione deve essere effettuata nell’autunno precedente all’impianto. Come tutte le leguminose, il pisello è in grado di migliorare la fertilità del terreno se a fine ciclo non si sradicano gli apparati radicali perché è a livello dei tubercoli radicali che si fissa l’azoto atmosferico.
Semina del pisello
L’epoca di semina del pisello è in funzione della fascia climatica considerata e dovrà sempre considerare il range ottimale di temperatura. Al sud si potrà iniziare in autunno, al nord si dovrà attendere la primavera, in montagna si semina anche in estate. La semina dovrà essere scalare, una fila ogni due settimane, per ottenere un raccolto prolungato nel tempo. Per le prime semine conviene preferire varietà nane non rampicanti, per passare a quelle semirampicanti (si accontentano di un semplice bastone infisso nel terreno) e terminare con i piselli rampicanti.
Chi effettua una sola semina di solito preferisce i piselli rampicanti, i più produttivi ed i più tardivi, che devono essere seminati a fila, rispettando una distanza minima di 30 cm lungo la fila, e di 80 cm fra le fila. I semi devono essere posti in un letto ben affinato ad una profondità di circa 4 cm.
Raccolta
La raccolta del pisello è scalare e inizia dopo due mesi dalla semina. Nel frattempo il terreno deve essere tenuto pulito dalle infestanti, le piante devono essere aiutate ad arrampicarsi sui tutori e rincalzate, devono essere annaffiate con regolarità, irrorando al tramonto se le giornate sono molto calde.
Il raccolto si effettua quando i semi si sono ingrossati, ma sono dolci, ricchi di zucchero e non farinosi. Si possono congelare per costituire scorte invernali, ponendoli in sacchetti e vasi solo dopo la surgelazione da effettuare su vassoio per evitare un gran accumulo di ghiaccio all’interno dei contenitori.
Spazio ai fagioli
La coltivazione del fagiolo può riservare molte soddisfazioni, ma per un raccolto significativo, capace di costituire delle scorte a livello familiare, bisogna disporre di spazio. Orti di piccole dimensioni sono meglio sfruttati con altri tipi d’ortaggi molto produttivi in relazione alla superficie occupata come i pomodori, gli zucchini, verdure da taglio.
I fagioli andranno posti in buchette profonde circa cinque centimetri, e distanti mezzo metro sulla fila, e le file speculari a coppie disteranno 75 centimetri.
In ogni buchetta s’introduce un numero variabile di fagioli, da quattro a sei, secondo la fertilità del terreno.
Il terreno non deve essere troppo compatto, calcareo o sabbioso. Dovrà essere sciolto, preparato con lavorazioni profonde, ben concimato, ricco di fosforo e potassio.
Il fagiolo teme il freddo e già temperature appena superiori allo zero possono impedire la germinazione o falcidiare le giovani piantine. Scegliere allora di ritardare la semina verso la fine del mese e intanto verificare i sostegni necessari alla coltura.
Volendo recuperare tempo, si possono far pre-germinare in acqua tiepida e quando emettono la prima radichetta seminarli in terra ben inumidita.
I tutori più indicati sono quelli in bambù, ma in molte regioni sono sostituiti da semplici rami. I manuali raccomandano sostegni molto lunghi, solitamente 250 cm, la misura è adeguata considerando che andranno saldamente infissi nel terreno e legati alla sommità dove s’incrociano. L’altezza effettiva raggiunta dai fagioli sarà di circa 2 metri. I sostegni devono essere legati con cura fra loro utilizzando materiale non marcescibile come la rafia, e posti in modo tale da formare una sorta di tunnel.
Da ogni buchetta spunteranno tante piantine quanti sono i semi e inizieranno a spingersi verso l’alto sfruttando il sostegno dei tutori. La crescita non deve essere indefinita, ma, raggiunta l’altezza massima consentita dai sostegni, le piante devono essere cimate così da favorire l’emissione e la fioritura dei rami secondari.
Fin dall’inizio l’irrigazione andrà effettuata in modo localizzato e mai a pioggia, perché si favorirebbero le malattie fungine. Annaffiare, se possibile, tutti i giorni senza però creare ristagni d’acqua.
Forzatura
Tunnel provvisori
Per anticipare al massimo i tempi di raccolta, si può allestire una protezione temporanea delle nuove semine. Si tratta di costruire con poca spesa (utilizzando anche materiale di recupero) tunnel di protezione provvisori, in grado di evitare danni da improvvisi ritorni di freddo o dall’azione dilavante dell’acqua battente.
Impieghiamo vecchi ferri, canne di bambù, filo per legature e fogli di plastica trasparenti, anche di piccole dimensioni. Una soluzione è quella dei tunnel ad archi realizzati con traversine che uniscono un archetto di metallo al successivo: non lasciano “punte”, sgrondano bene l’acqua e utilizzano al meglio il materiale di copertura riciclato.
I vantaggi non sono pochi: raccolti precoci e maggior numero di piantine cresciute integri. Infatti, i fattori che più ostacolano le giovani colture in fase di pre e post emergenza sono le basse temperature e gli agenti atmosferici estremi. Il ritorno del freddo comporta un arresto dello sviluppo o un rallentamento. Bastano pochi gradi di differenza per riuscire ad ottenere risultati visibilmente migliori. Le precipitazioni di forte e prolungata intensità rappresentano un danno sicuro sia per i semi delle colture con poca copertura di terreno, che per le piantine non ancora ben radicate e per i tessuti teneri e delicati.
Areazione
Il segreto nella riuscita dei tunnel sta nella corretta aerazione e nella possibilità di intervenire sulle aperture in tempi minimi. Queste devono essere posizionate in testa e sui fianchi, ma non a livello del terreno. In presenza di un vento dominante, le aperture vanno collocate sul lato opposto.
Aprire i tunnel nelle ore più calde per favorire il ricambio d’aria, quando le temperature all’interno del tunnel possono raggiungere e superare anche i 30°C e lo sbalzo termico fra notte e giorno sarebbe eccessivo. Progressivamente occorre prolungare di giorno in giorno il tempo di apertura fino a quando si eliminerà la copertura. Richiudere subito dopo il tramonto quando la temperatura non è ancora scesa, ma l’evaporazione e l’evapotraspirazione sono già ridotte, così da evitare un eccessivo accumulo d’umidità e il gocciolamento.
Trapianto
I trapianti, per anticipare i tempi di vegetazione e raccolto, devono sempre tener conto delle condizioni climatiche e dei possibili ritorni di freddo. Unico nemico da temere sono, infatti, le gelate tardive, non così frequenti, ma non impossibili. A fronte di previsioni che segnalino nel corso della settimana entrante abbassamenti significativi delle temperature (al di sotto dei 10°) è necessario ritardare semine e trapianti, e proteggere quelli già effettuati.
Tutte le verdure già citate fra le semine di fine mese, oltre a peperoni, peperoncino, basilico, sedano e molte aromatiche, possono essere trapiantate nello stesso periodo acquistando le piantine nei garden.
Trapianto di piante coltivate in casa o acquistate
L’acquisto presso i garden di piante con pane di terra in vasetti di plastica, consente di anticipare i tempi, giungendo al raccolto circa un mese prima, si può così recuperare parte del tempo perduto e/o per poter disporre con anticipo sul calendario agronomico di ambite primizie. Un altro vantaggio è la maggiore percentuale di successo nell’attecchimento, rispetto al trapianto di soggetti a radice nuda o alla semina diretta. Inoltre, essendo le piantine disponibili per un buon arco di tempo, consente di porre rimedio ad eventuali fallanze.
Punti critici nell’arte del trapianto
Sono quattro: la scelta, il trasporto, il trapianto e l’attecchimento.
Scelta delle piantine
Al momento dell’acquisto non facciamoci attrarre dalla pianta più grande del gruppo! Le dimensioni, infatti, non possono essere prese a solo parametro di valutazione. Meglio valutare la pianta nel suo complesso, nella sua armonia e nella sua forza.
Scartiamo piantine filate, deboli, con internodi allungati, troppo o troppo poco sviluppati rispetto alla media, con foglie grandi ma tenere; scegliamo invece quelle robuste, ben impalcate, ben ancorate al terreno, senza ferite o cicatrici di foglie mancanti, ben colorate, con terreno umido, ma non intriso d’acqua.
Senza svasare la pianta osserviamo il fondo del vaso, solitamente di plastica nera, per controllare che le radici non siano fuoriuscite dai fori del fondo e abbiano formato un ricco capillizio esterno: questo è segno d’invecchiamento della pianta in vaso, specie se si rivela consistente e ingiallito.
Trasporto e conservazione
Le piantine in vaso devono essere velocemente portate a casa, senza sostare in macchina al caldo e, una volta giunti a destinazione, non devono restare giorni in attesa di essere poste nel terreno. Importante è ricordare che queste piante sono confinate in poca terra e tendono a seccarsi molto in fretta. Nei vivai vengono annaffiate più di una volta al giorno in modo automatico. A casa, se lasciate a se stesse, in pochi giorni si rovinano irreparabilmente.
In attesa di metterle a dimora, teniamole in posizione luminosa, ma non esponiamole al sole diretto, non lasciamole chiuse nei sacchetti: potrebbe formarsi della condensa che bagna le foglie e che poi, se esposta al sole lessa i tessuti, o, se in corrente d’aria fredda, causa morte improvvisa. Bagniamo con moderazione almeno una volta al giorno, così da mantenere umida la poca terra del pane, ma sempre senza ristagni.
Trapianto
Trapiantiamo al più tardi due giorni dopo l’acquisto (ma sempre con temperature minime al di sopra dei 12°C), in buche più grandi del necessario, così da favorire lo sviluppo delle radici, specie se si tratta di terra argillosa e pesante, e nel caso provvedendo ad una parziale sostituzione.
Svasiamo e con le mani, apriamo la massa delle radici senza però staccare tutta la terra, poniamo particolare attenzione all’altezza del terreno rispetto al colletto, fissiamo fin da subito un primo tutore, anche se non definitivo, e a conclusione bagniamo il terreno.
Distanze di trapianto
Ortaggio | Distanza tra due file | Distanza sulla fila |
Zucchini | 100-120 cm | 60-80 cm |
Pomodori | 80-120 cm | 30-60 cm |
Melone | 80-100 cm | 80-100 cm |
Anguria | 150 cm | 100 cm |
Melanzana | 80 cm | 40-80 cm |
Peperone | 50 cm | 30-50 cm |
Cetriolo | 60-80 cm | 60-80 cm |
Finocchio | 30-40 cm | 15-20 cm |
Cavoli estivi | 40-50 cm | 40-50 cm |
Basilico | 30 cm | 30 cm |
Sedano | 40 cm | 15-20 cm |
Cipolle | 20 cm | 10-20 cm |
Telo pacciamante
Stendiamo il telo, collocandovi sotto l’impianto d’irrigazione, rincalzare i lati in modo che non possa essere scalzato dal vento, e tagliamolo con un pianta-bulbi, effettuando anche la buchetta per il trapianto. Questa tecnica, a fronte di una spesa iniziale, permette di economizzare successivamente sui lavori di diserbo, molto impegnativi nella prima fase di crescita delle piante, e sulla quantità d’acqua distribuita. Si utilizza non solo per le fragole, ma anche per zucchine, zucche, melone, anguria, cetriolo, pomodoro, peperone e melanzana.
Attecchimento
In questa fase bagniamo con moderazione, ma in modo costante. Se vi è un ritorno del freddo ripariamo le piantine anche solo con tunnel temporanei, offriamo riparo se il sole nelle ore centrali della giornata è troppo intenso e causa afflosciamenti delle pianticelle.
Difesa
In primavera attenzione agli afidi: sono un problema di difficile risoluzione e un veicolo per malattie e virosi. Neri o verdi, si riuniscono in colonie numerose sulle parti giovani delle piante, dove succhiano la linfa e dove si riproducono senza sosta. In caso di attacco, impiegare un prodotto specifico (selettivo) e asportare le parti colpite se non sono vitali per la pianta.
Raccolta
Nel cesto del mese potremo raccogliere solo ravanelli, rucola, cicoria da taglio, lattuga. Un’ottima occasione per dar fondo alle scorte di verdure surgelate dello scorso raccolto ancora presenti nel freezer.